Folli, Assessore all’Ambiente del comune di Parma scrive a Delrio e Fassino: ecco come far fruttare la differenziata. Riportiamo la lettera inviata dall’ass. Folli al ministro Delrio, al presidente di Anci Fassino e al presidente della commissione ambiente Anci Spagnolli, riguardo l’adesione di Parma alla proposta dei Comuni Virtuosi:
Egr. Ministro, Egr. Presidenti,
come ben sapete i costi della raccolta dei rifiuti in Italia sono in parte compensati dal recupero dei materiali riciclati con la raccolta differenziata grazie all’accordo Anci-Conai che ha stabilito nell’ultimo quadriennio l’entità dei contributi per ciascuna frazione di imballaggio conferita alle piattaforme di recupero (plastiche, vetro, metalli, carta, cartone, legno, etc.).
Entro la fine di quest’anno rappresentanti dei Comuni italiani e il Conai ridefiniranno un accordo che alla luce dei fatti si è rivelato estremamente penalizzante per i Comuni in termini di contributi erogati semplicemente analizzando quelli che sono i valori di mercato dei diversi materiali rispetto ai parametri fissati nell’accordo quadro 2009-2013.
Da quest’anno poi si paleseranno gli effetti negativi dell’introduzione della Tares che comporterà notevoli aggravi dei costi per le bollette di cittadini ed utenze non domestiche.
Siamo quindi di fronte ad un passaggio decisivo per quello che sarà lo sviluppo della raccolta differenziata in Italia ed è per questo che il Comune di Parma ha deliberato in giunta il 23 luglio 2012 il sostegno alla proposta dell’Associazione Comuni Virtuosi.
Una proposta articolata che evidenzia scenari attuali confrontandoli con altre esperienze europee e propone correttivi che vanno nella direzione di recuperare maggiori risorse, per sostenere anche economicamente il grande sforzo delle amministrazioni locali, impegnate a favore dell’ambiente e del recupero dei materiali.
Il disequilibrio con gli altri Paesi dell’Unione Europea è evidente e dobbiamo cominciare a colmare questo divario, specialmente attraverso uno strumento fondamentale come quello che verrà costruito con il Consorzio Imballaggi per i prossimi 4 anni.
L’assessorato all’Ambiente del Comune di Parma ha valutato tutti gli aspetti sottolineati dal dossier elaborato dall’Associazione Comuni Virtuosi con l’apporto tecnico di Esper. Emergono diverse storture che vanno discusse e risolte, in modo da incrementare e migliorare il contributo che i Comuni danno nella direzione voluta dall’Europa, quella società del riciclo che senza corretti sostegni economici, rischia in Italia di non vedere mai la luce.
Il dossier, ricco di informazioni anche inedite agli stessi amministratori comunali, offre un interessante confronto tra la situazione nazionale dei contributi ambientali corrisposti dalle imprese che producono imballaggi con quella dei paesi europei, evidenziando distanze preoccupanti.
L’Italia ha il più basso contributo ambientale di tutta l’Europa. Nel 2011 solo il 37% degli introiti del Conai sono tornati ai Comuni in forma di contributi per la raccolta differenziata degli imballaggi e in una percentuale poco più alta del 42% nel 2012.
Vorremmo dunque riscrivere l’accordo da protagonisti, come indicano i Comuni Virtuosi. Una delle strade da percorrere è sicuramente l’incremento del CAC, il contributo ambientale versato dalle aziende produttrici di imballaggi a sostegno del sistema di recupero, attualmente tra i più bassi in Europa. Questo non solo per aumentare il gettito a favore dei contributi ai Comuni, cosa tutto sommato secondaria rispetto ad un effetto molto più incisivo sullo stimolo che si indurrebbe sui produttori in relazione alla ri-progettazione di imballaggi in modo più sostenibile.
Un contributo che pesi maggiormente sugli imballaggi multi-materiale inevitabilmente destinati allo smaltimento indurrebbe le aziende produttrici di beni di largo consumo ad orientare le proprie scelte in materia di packaging non solo per un indubbio ritorno di immagine ma anche per effettivi minori costi da caricare sul prodotto. Lo stesso incremento del CAC favorirebbe l’impegno dei produttori a studiare imballaggi sempre più leggeri e ad eliminare sovra-imballi inutili per la protezione del prodotto. Materiali che dunque verrebbero facilmente reimmessi nella filiera produttiva generando benefici per l’intero sistema.
Vi sono poi considerazioni da fare sull’enorme spreco di materiali plastici solo perché certi oggetti non sono classificati come imballaggi anche se composti degli stessi materiali dei contenitori per bibite o detersivi. Oppure a eccessivo imballaggio come il caso delle etichette delle bottiglie di plastica, che vengono prodotte in materiale diverso dal Pet causando molti scarti nel momento della cernita.
In questi casi è necessario agire come già fatto con la carta, indicando come materiali compatibili le plastiche eterogenee, come sta facendo il sindaco di New York che ha avviato la raccolta differenziata anche per le plastiche rigide. In Italia non mancano esempi virtuosi come Vedelago e la Revet toscana, che recuperano ogni anno migliaia di tonnellate di plastiche altrimenti destinate a smaltimento in discariche o inceneritori.
Non si deve infine dimenticare la necessità di eliminare ogni contributo all’incenerimento per spostare decisamente le risorse verso sistemi di recupero e riciclo dei materiali. Impegno questo che produrrebbe sensibili ricadute positive a favore dell’occupazione in un comparto, quello del riciclo, che può diventare settore traino di un economia che ha enormi possibilità anche a causa della carenza di materie prime nel nostro paese.
Certi che porrete la massima attenzione sulla questione trattandosi di temi così importanti e conoscendo la vostra sensibilità sulla materia, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.
23 Novembre 2024