Ammesso al finanziamento l'impianto di compostaggio di Capannori

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compostaggio_capannoriDALLA NAZIONE DI OGGI
«E’ un risultato straordinario» Il sindaco: «Ora i detrattori dovranno ricredersi pubblicamente»
di PAOLO BOTTARI
ERA NELL’ARIA e come anticipato ieri, il comune di Capannori, in collaborazione con l’Ascit, ha vinto la propria scommessa sul compostaggio. L’Ato Toscana ha approvato il progetto presentato dall’amministrazione di Capannori per la realizzazione di un impianto sul suo territorio, accordando un finanziamento di 800 mila euro di cui 225 mila di competenza della Regione. Una goccia considerando l’intero costo del progetto, preventivato in 10-12 milioni di euro, ma sufficiente a dare la svolta per far decollare il progetto. Come spiegano con soddisfazione il sindaco Del Ghingaro, il suo vice Menesini e l’assessore all’ambiente Ciacci. «A distanza di 12 mesi dalla presentazione della domanda, abbiamo avuto la conferma della validità del nostro progetto, ottenendo un finanziamento che ci permette di dare una svolta alla questione del compostaggio. Adesso i detrattori dovranno ricredersi e speriamo facciano ammenda pubblicamente…». Il riferimento è alle esternazioni, in particolare, di uno dei consiglieri stessi dell’Ato Massimo Bulkaen. «Abbiamo ottenuto un risultato straordinario, una promozione senza riserve, anche senza aver definito l’area sul quale realizzarlo e in quanto alle altre risorse necessarie per coprire l’intero costo, grazie al coinvolgimento delle banche, non sarà un problema». Ma adesso comincia il bello. Ottenuto il primo via libera dalla Provincia, si attende la modifica dalla stessa del piano provinciale con lo spostamento del nuovo impianto dall’area di Salanetti alla nuova localizzazione che l’amministrazione avrebbe individuato «La Lista». Un passo necessario per far andare avanti l’iter burocratico per la progettazione definitiva dell’impianto ma i cui tempi non sono decifrabili. «Noi — precisa il sindaco — abbiamo fatto fino in fondo la nostra parte, adesso tocca ad altri organi ed enti competenti assumersi le responsabilità e dare una risposta celere a un progetto che ha superato l’esame più importante». E sull’indicazione del luogo dove realizzarlo, precisa: «si tratta di un’indicazione di massima, ma significativa sulla nostra volontà, anche se può andare bene una qualsiasi area comunale in grado di ospitare un complesso che occupa una superficie di quasi tre ettari». E sgombrando il campo da inevitabili problematiche su odori, inquinamento e traffico, l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci sottolinea come sia «un impianto a basso impatto ambientale che si innesterà in maniera indolore sul territorio e sarà in grado di lavorare i rifiuti organici all’interno di un circuito chiuso senza contatto con l’aria aperta, grazie a un’opera di filtraggio degli odori». In tutto, dall’impianto passeranno circa 38 mila tonnellate l’anno di rifiuti organici e 12 mila di rifiuti «verdi» da cui sarà ottenuto un compost di qualità da usare in agricoltura e giardinaggio, che consentirà «la produzione di energia verde e la creazione di nuovi posti di lavoro», come precisa il vice-sindaco Menesini.
DAL TIRRENO DI OGGI
COMPOSTAGGIO DEL GHINGARO SODDISFATTO DOPO IL VIA LIBERA DELL’ATO
Il progetto del Comune di Capannori è stato ammesso senza alcuna riserva di natura tecnica  Il compostaggio si farà ai Poderacci
NICOLA NUCCI
CAPANNORI. Anche la Provincia rompe l’impasse sul compostaggio. In un documento inviato il 25 novembre al Comune, annuncia un ulteriore valutazione del sito in località “Alla Lista-Poderacci” scelto dalla giunta nel dicembre 2009. L’impianto si farà e si farà lì. Lo dice il sindaco dopo l’ufficialità del finanziamento approvato da Ato Costa.
La domanda è stata accolta (con altre tre) per un contributo di 560mila euro, più 225 mila dalla Regione. Ma si prospetta una corsa contro il tempo. «È un importante passo avanti verso la realizzazione dell’impianto di compostaggio – dice Giorgio Del Ghingaro – il progetto è stato ammesso senza riserve e conta la valenza politica del via libera di Ato Costa. Nonostante i molti detrattori che avevano manifestato scetticismo e perplessità. Chi sosteneva che in mancanza di una variazione del piano provinciale non avremmo potuto presentare il progetto deve ricredersi. Noi abbiamo difeso la nostra scelta. Ora siamo pronti a partire con l’iter amministrativo».
Irremovibile sulla scelta dei Poderacci deliberata un anno fa. L’indicazione del sito alternativo (nel piano provinciale è indicato Salanetti) non è però presente nel progetto presentato dal Comune e dall’azienda di smaltimento dei rifiuti. «Attendevamo un pronunciamento da parte della Provincia che è arrivato il 25 novembre. Si dice che ci sarà un ulteriore approfondimento del nuovo sito. Se la Provincia adesso dicesse no al sito scelto dalla giunta il rischio sarebbe di perdere i finanziamenti».
Laconica la risposta della Provincia, sollecitata dagli ultimatum di Del Ghingaro e dalle schermaglie del primo cittadino con gli assessori Cavallaro e Rovai. Quattro righe nelle quali il presidente Baccelli afferma che chiederà agli uffici competenti «di effettuare un ulteriore approfondimento tecnico-conoscitivo del nuovo sito».
«Credo che la Provincia dovrà tenere conto del sì di Ato Costa e modificare il piano provinciale che dovrà poi tornare in consiglio comunale» dice Del Ghingaro. Il Comune, inoltre, sarà chiamato a modificare il piano strutturale in merito alla nuova localizzazione.
«Il nostro impianto sarà uno più belli e moderni d’Italia: niente cattivi odori e traffico pesante» ribatte Del Ghingaro. Definita la tipologia. «L’area interessata sarà di 3 ettari – precisa l’assessore ai lavori pubblici Luca Menesini – i rifiuti organici faranno un ciclo chiuso senza stare all’aperto. L’impatto ambientale non sarà eccessivo. E non saranno più di 14 i mezzi che transiteranno ogni giorno in entrata e uscita». «Avrà una portata di 50 mila tonnelate, 38 mila per la frazione organica e 12 mila per le potature – dice l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci – le potenzialità anaerobiche saranno finalizzate alla produzione di biogas e la qualità dei rifiuti capannoresi consentirà di produrre ottimo compost (terriccio). E un 1 mega watt per produrre anche metano per fornire gli automezzi di Ascit. Una virtuosita ambientale totale».
Il costo dell’impianto tra 12 e 15 milioni, quindi il finanziamento copre una piccola parte. «È un punto di partenza – dice il presidente di Ascit, Maurizio Gatti – e le banche di solito finanziano questi impianti per il 90%. E poi è un progetto di green economy e darà nuovi posti di lavoro».