Persiane azzurre e verdi realizzate con una percentuale di plastica riciclata: questi le componenti che Shelbox, azienda leader nel settore delle case mobili, ha presentato stamani nella sua sede di Castelfiorentino. Arriva così in produzione stabile un altro dei “Ri-prodotti in Toscana”, i progetti Revet che hanno l’obiettivo di realizzare nuovi manufatti o parti di prodotto con le plastiche post consumo. Shelbox, partner di questa linea dei Ri-prodotti, utilizza il granulo che Revet ottiene dalla selezione e dal trattamento del plasmix, cioè dalle plastiche eterogenee che anche in questo caso, come già avvenuto con Piaggio e Utilplastic, dalla loro estrema criticità sono stati trasformati in un prodotto di eccellenza, arrivando a sostituire anche in questo caso parte delle materie vergini fin qui usate.
Tutto prende avvio dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani: Publiambiente, il gestore di servizi ambientali che opera nel comune di Castelfiorentino, ha attivato proprio in questi giorni la raccolta “porta a porta” con l’obiettivo di migliorare anche su questo territorio la qualità dei materiali separati dai cittadini, così da incrementarne l’effettivo avvio al riciclo. Ma il percorso è stato lungo perché lunga è la filiera per arrivare al risultato finale: Revet ha anzitutto verificato le specifiche del materiale necessario a Shelbox, quindi ha iniziato ad effettuare ricerca con Pont-Tech e Pont-Lab così da ottenere un granulo dalle plastiche trattate che avesse le caratteristiche chimico-fisiche ottimali per la fase di stampaggio del manufatto.
Più lavoro, più energia, più passaggi, che però alla fine hanno dato il risultato atteso: persiane per case mobili che hanno trovato l’apprezzamento dei clienti. Saranno circa 20.000 l’anno le persiane in plastica riciclata che Shelbox monterà sulle sue case mobili. Si tratta quindi di una filiera green veramente corta, che utilizza le plastiche eterogenee che Publiambiente raccoglie dopo l’attenta separazione dei cittadini; che Revet processa; e infine che Shelbox ri-utilizza per parte dei propri prodotti al posto di materiale vergine.
«Noi siamo stati stimolati da Revet – ha dichiarato l’Ad di Shelbox, Stefano Rosselli del Turco (al centro nella foto) – e questa contaminazione per l’uso sostitutivo di parte delle plastiche vergini con materiale riciclato è diventato aspetto centrale nella nostra filosofia costruttiva. Shelbox realizza case mobili che vanno nei campeggi italiani ed europei e quindi si è fatto sempre più strada il concetto di eco sostenibilità del prodotto . Nel nostro settore, anticiclico e che quindi non ha risentito come altri della crisi, operiamo con 3 stabilimenti (Castelfiorentino , Francia e Croazia), 350 dipendenti, con un fatturato di circa 50 milioni di euro l’anno. Abbiamo lavorato con Revet e gli enti di ricerca per arrivare alle persiane che presentiamo oggi: è stata una genesi lunga, difficile, ma che alla fine dà maggior valore alla soddisfazione finale: il 30% di ogni persiana è fatto con plastica riciclata proveniente da raccolta differenziata; ed il costo per noi è in linea con quello sostenuto utilizzando la materia prima vergine. E penso di poter dire che questo è solo l’inizio perché ci sono molte altre possibilità di utilizzare plastiche riciclate nelle nostre case mobili».
«Dalle plastiche eterogenee siamo arrivati, attraverso blend diversi, a realizzare manufatti (o componenti) in modo che la raccolta differenziata dei rifiuti diventi prodotto: e con Shelbox arriva in produzione un altro dei manufatti Ri-prodotti in Toscana – ha precisato Valerio Caramassi, presidente di Revet. Le persiane che l’azienda di Castelfiorentino installerà sulle sue case mobili sono infatti realizzate al 30% con la plastica riciclata post consumo raccolta, selezionata e trattata da Revet, fornitrice di materia prima seconda che farà risparmiare plastica vergine a Shelbox, completando il ciclo che comincia con la raccolta differenziata fatta dai cittadini e che tramite una filiera tutta “toscana” arriva a compimento dando origine a nuovi manufatti riciclati. Revet ha trattato le plastiche per arrivare ad ottenere un granulo (poi miscelato e stampato nel prodotto finale) che corrispondesse come caratteristiche fisico-chimiche a quanto voluto da Shelbox, dimostrando così una competenza sempre più attenta e orientata alle esigenze delle singole aziende, rendendo per loro possibile l’utilizzo della plastica riciclata post consumo come materia sostitutiva in alcune componenti di produzione. Dopo Piaggio, dopo Utilplastic, anche Shelbox dimostra che la cosa si può fare: non inviare le plastiche eterogenee a recupero energetico ma riciclarle in nuovi manufatti, così che questi materiali che escono dalle case dei cittadini con al raccolta differenziata possano fare ritorno come nuovi prodotti. E la filiera scelta in tutti i Ri-prodotti è una filiera di green economy tutta toscana».
«La nostra azienda – ha dichiarato infine il presidente di Publiambiente, Paolo Regini (nella foto a sinistra)- assieme alle Amministrazioni Comunali, ha fatto, ormai da qualche anno, una scelta non ideologica ma politica in tema di gestione dei rifiuti: spingere al massimo la raccolta differenziata attraverso il sistema porta a porta con tariffazione puntuale. Ma insieme a questo è determinante costruire parallelamente una filiera industriale che dia sbocco ai materiali riciclati: Piaggio, Utilplastic e Shelbox – grazie all’impegno di Revet – sono tasselli di questa filiera industriale. Altrimenti tutto è inutile anche perché una parte di rifiuti non riciclabile e non avviabile a recupero energetico ci sarà sempre: “rifiuti zero” è un concetto che non esiste e nostro compito è lavorare perché questa quota non utilizzabile sia la più bassa possibile. Quindi il nostro compito è migliorare la qualità della raccolta differenziata, incrementando i materiali riciclati re-immessi sul mercato .
I risultati sono incoraggianti. Tutti i Comuni gestiti con questo sistema raggiungono più o meno il 90% di R.D. e, grazie all’impegno dei cittadini, sono tra le eccellenze toscane e non solo. Ma ripeto che il risultato da solo non è sufficiente. Si deve chiudere il cerchio, vale a dire che tutto ciò che viene raccolto separatamente deve trovare un reimpiego e ritornare sul mercato, preferibilmente di filiera corta, creando così i presupposti concreti per uno sviluppo davvero sostenibile. La nuova produzione di Shelbox è doppiamente importante per noi perché proprio qui, a Castelfiorentino, è partito ieri il primo modulo del servizio “porta a porta” che si estenderà via via a tutto il territorio comunale: il fatto che anche un’azienda di questo territorio riutilizzi le plastiche differenziate dai cittadini è un segnale concreto di buone pratiche vere, legate alla visione di tutto il ciclo e non solo al primo passo».
Green Report
23 Novembre 2024