Dagli Stati Uniti alla Cina con numeri da record. Procede a grande velocità l’evoluzione tecnologica delle stampanti 3D, dalla tecnica del Contour Crafting applicata in collaborazione con l’Università della California per realizzare una casa in 24 ore, alla costruzione in Cina, nello stesso arco di tempo, di ben 10 prototipi di case stampate. Autrice del progetto una ditta cinese, la Win Sun Decoration Design Engineering, che ha realizzato, con l’ausilio di quattro speciali stampanti 3D, i singoli componenti strutturali, assemblati successivamente in loco.
Il risultato è un piccolo villaggio di 10 case, estremamente rudimentali e prive di finiture particolari, che comunque confermano le grandi potenzialità delle stampanti 3D nel settore edile. La miscela utilizzata per realizzare i diversi elementi stampati in 3D è composta da cemento e rifiuti industriali opportunamente trattati e triturati, gestita e trasformata da un computer centrale, attraverso un procedimento in grado di produrre unità abitative di 200 mq circa, con dimensioni di dieci metri per venti e un’altezza di poco più di sei metri.
Con questo sistema brevettato, che usa materiali di scarto, è possibile abbattere parzialmente l’impatto ambientale, come confermato anche dal presidente dell’azienda: “I rifiuti industriali provenienti dalla demolizione degli edifici sono sempre di più e stanno progressivamente danneggiando il nostro ambiente, ma con questa stampa 3D siamo in grado di riciclare i rifiuti edili, trasformandoli in nuovi materiali da costruzione. Questo creerebbe un ambiente molto più sicuro per i lavoratori e ridurrebbe notevolmente i costi di costruzione”.
Vi è tuttavia un aspetto negativo, cioè l’impossibilità di stampare la copertura; i progettisti stanno già lavorando all’inconveniente e puntano a definire in breve tempo l’ottimizzazione del sistema.
23 Novembre 2024