Ha una potenza di 600 Wp ed è connessa alla rete elettrica domestica, ha un rotore multipala per captare anche i venti meno forti e, soprattutto, è alloggiata sulla cima di un tetto come una banale antenna televisiva.Si tratta della prima pala microeolica autorizzata a Capannori a servizio di un’abitazione privata a Guamo. Già presenti nell’abitazione un impianto fotovoltaico, un impianto solare termico, il proprietario ha deciso di convertire il proprio riscaldamento a energia elettrica con pompa di calore e dunque ha incrementato la produzione elettrica con una piccola pala microeolica.
“Il Comune di Capannori da alcuni anni sta raccogliendo i frutti di una politica fatta di divulgazione delle buone pratiche nel campo del risparmio energetico da fonte fossile e produzione di energia diffusa da impianti piccoli a servizio delle utenze a fonte rinnovabile- dichiara l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci -. Produrre energia dal vento è in alcune zone del nostro territorio, molto proficuo anche con installazioni di piccolissima taglia. Infatti con il meccanismo dello scambio sul posto è possibile auto consumarsi l’energia quando si è in casa abbassando la bolletta, oppure se si è fuori casa, immetterla in rete per darla alle utenze vicine senza dispersioni di percorso e accedendo al rimborso dello scambio sul posto da parte del gestore di rete locale”.
Negli ultimi mesi l’amministrazione comunale ha incaricato alcuni tecnici di monitorare la ventosità sulle Pizzorne per provare a capire la fattibilità di una proposta alla cittadinanza di un’installazione eolica di più grande taglia a servizio del territorio.
Nel campo dell’energia autoprodotta il Comune si avvale anche del lavoro sul territorio dell’Agenzia Pubblica ALERR che dalle parole dell’ingegner Francesco Girardi, spiega i vantaggi della produzione dell’energia “fatta in casa”: “La possibilità di auto prodursi l’energia da parte dei cittadini e delle utenze comunali è un obiettivo fondamentale visti i forti rincari energetici dovuti a scelte fatte a livello nazionale negli ultimi anni – sostiene Girardi –. Sarebbe stato sicuramente meglio se si fosse investito di più in Italia per ammodernare la nostra rete elettrica piuttosto che all’estero, anche in centrali nucleari. Autoprodurre l’energia da fonte rinnovabile è dunque diventata anche una necessità oltre che un’opportunità garantita dalle Direttive Europee. Applicare questa pratica significa rinunciare a quote di produzione dalle grandi centrali italiane (a carbone, a olio combustibile, a metano, idroelettriche) e dunque rinunciare alla dispersione dovuta al trasporto dell’energia dalle grosse centrali alle città e ai cittadini”.
21 Novembre 2024