Amanti, consigliere comunale, sugli scontri: “Mi è stata messa una mano sul viso, pugni su ragazzi e ragazze anche minorenni” Il confronto fra studenti e Forze dell’ordine in occasione della visita del Ministro Ornaghi a Lucca
“Mani sul viso quando volevo fermare gli scontri, schernito per come faccio il consigliere, pugni e manate su ragazzi anche minorenni”. Il consigliere comunale di maggioranza della Federazione della Sinistra Francesco Amanti interviene sugli scontri tra forze dell’ordine e studenti che hanno portato al ferimento di un agente della Digos nel giorno della visita a Lucca del Ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi, e lo fa con parole durissime verso la gestione del corteo.
Il consigliere rivendica anche le ragioni dei manifestanti, di cui faceva parte, sottolineando come a Lucca stia nascendo un significativo movimento di protesta, ma definendola anche una città “dove si respira un clima repressivo da sempre per chi vuole fare politica”. Di seguito riportiamo integralmente l’intervento del consigliere Amanti, che si aggiunge a quello diffuso dagli studenti:
“Provo una certa amarezza nel leggere oggi 18/11/2012 i resoconti della manifestazione degli studenti medi e universitari che ha attraversato la nostra città sabato mattina, resoconti parziali e inesatti che poco considerano i motivi della protesta.
I manifestanti andavano da 15 a 22 anni, in organizzazione spontanea e senza gerarchie, una caratteristica peculiare del nuovo fermento lucchese. Dico questo per contrastare quelle analisi, fatte e sentite sui giornali nelle ultime settimane, chi le elabora forse è ormai troppo esterno al mondo dove cresce il movimento e non riesce più a cogliere certi messaggi e certe dinamiche quindi le appiattisce sui propri modelli o pregiudizi; queste analisi descrivono un movimento con delle gerarchie precise in cui 4-5 persone comandano le pratiche e in cui i propositi politici valgono poco,sono già visti e già sentiti; invece non è affatto cosi’.
Io ho partecipato al corteo in quanto studente pendolare dell’Università di Pisa che si trova di fronte aumenti tariffari e servizi scadenti, in un clima di generale attacco ai diritti delle persone a favore dei diritti dei capitali.
Ho visto un corteo formato da una generazione intera, ordinato, con tanti striscioni che entravano nello specifico, cose che a Lucca non esistono nella mia memoria. Le parole d’ordine erano la lotta al merito dei sommersi e salvati, della competizione individuale come unico motore per la crescita di un paese e della necessità di investire sui beni immateriali della conoscenza per uscire dalla crisi.
Il corteo si rivolgeva alla politica a qualsiasi piano territoriale, perché a qualsiasi livello è possibile dare un segno di distinguo, su quali sono le linee guida per quanto riguarda il diritto alla conoscenza
anche in modo sostanziale.
Il corteo in via Elisa aveva la volontà di arrivare di fronte al complesso San Micheletto per fare un intervento a proposito dell’IMT e del tipo di formazione che offrono queste scuole di master, questa deviazione, comunicata precedentemente, non è stata possibile poiché le autorità volevano garantire il traffico veicolare in quella zona, il corteo arrivato davanti a Villa Bottini trovandosi davanti una camionetta e la polizia schierata è stato costretto a fare dietrofront, con non pochi malumori.
La manifestazione è proseguita senza grossi problemi fino a piazza San Salvatore dove sono avvenuti i tafferugli sui quali tutti i giornali stamani hanno titolato. Io ero accanto alla prima fila nei contatti che ci sono stati per vigilare sui possibili violenze, poiché vista la giovane età dei manifestanti e lo scarso contatto con personalità istituzionali temevo potesse degenerare.
L’intero corteo (e non una parte) voleva entrare in via Santa Giustina per transitare sotto palazzo Orsetti dove gli esponenti politici cittadini erano raccolti per la visita del ministro Ornaghi, cosa che personalmente ritengo legittima. Di fronte ha trovato circa 10-15 poliziotti e si è creato un fronte contro fronte con gli studenti che a mani alzate che spingevano e i poliziotti, a onore del vero non armati, dall’altra.
Io mi ero posizionato accanto alla prima fila durante i contatti che ci sono stati, e vedendo che cominciavano ad alzarsi le mani mi sono inserito chiedendo l’interruzione degli schiaffi, di risposta mi è stata messa una mano sul viso e, al mio dichiararmi consigliere comunale, sono stati fatti apprezzamenti non proprio positivi sul modo che ho di interpretare il mio ruolo.
Qui è cominciata la trattativa, che alla richiesta di poter avanzare vedeva come unica risposta minacce di denuncia e frasi paternalistiche del tipo “io se fossi vostro padre non so cosa vi farei” alternate da pugni e manate che andavano a colpire ragazzi e ragazze, anche minorenni.
Naturale che gli animi si surriscaldassero e che qualcuno possa essere arrivato a degli eccessi, ma l’intenzione del corteo non era certo quella di accanirsi contro le forze dell’ordine.
I manifestanti hanno continuato a spingere tenendo le mani alzate così che una volante è stata portata a tutta velocità a bloccare la strada, creando cosi’ una situazione di insicurezza generale; questo in attesa che i mezzi antisommossa dei Carabinieri arrivassero sul posto.
Il loro arrivo è stato salutato dagli applausi dissacranti dei manifestanti e dall’ironia della digos sui rapporti di forza, ora mutati. Tutta questa bagarre è stata filmata da membri della polizia e da manifestanti. Dopo qualche minuto alcuni esponenti politici locali sono venuti a informarsi sulla situazione e il corteo ha deciso di tornare sui propri passi e ha concluso in piazzale Verdi.
Credo che la violenza debba essere condannata, ma affinché questa frase non risulti un luogo comune voglio specificare cos’è stata la violenza ieri. Ritengo che variare il percorso, sia una pratica non di per sé violenta e spingere a mani alzate è per un corteo l’unica strada praticabile. Penso che per i manifestanti arrivare a Palazzo Orsetti davanti ai politici cittadini era un modo per dare più forza ai propri slogan, era addirittura una ricerca di dialogo,una facile cassa di risonanza per le proprie istanze.
Purtroppo esistono i gesti dei singoli, le manifestazioni di rabbia esaltate dalla concitazione, che riducono tanti buoni propositi a degli sputi. Non dimentichiamo pero’, con le dovute proporzioni, che la concitazione e la violenza stanno anche nelle reazioni delle forze dell’ordine quando schiaffeggiano, mettono le mani al viso, strappano striscioni o minacciano di denuncia per impaurire.
Non ha senso chiedere chi è stato tra le due parti il primo a cominciare, non stiamo parlando di marachelle tra bambini ma di un contatto tra ragazzi e professionisti che devono saper garantire la sicurezza di tutti.
Lucca è una città dove si respira un clima repressivo da sempre per chi vuole fare politica e, aggiungendo le immagini di violenza provenienti da tutta Italia, chi scende in piazza oggi vede chi dovrebbe garantire l’ordine e la sicurezza come un nemico, e prova nei sui confronti paura che, per alcuni, può diventare rabbia. In questo quadro mi ha dato fastidio quel poliziotto che plaude all’arrivo degli antisommossa quando di fronte ha qualche centinaio di ragazzi di circa 18 anni.
Il movimento che sta nascendo a Lucca porta con sé una ventata di novità e di vera Politica, per questo mi auguro che non arrivino denunce casuali nel mucchio, tese a tagliare le gambe al nuovo movimento, spero che la politica si apra al confronto con questa realtà e non rimanga sorda come sta accadendo a livello Nazionale”.
22 Novembre 2024