Un modo diverso di abitare sta avanzando tra autocostruzione e case a zero energia. di Jacopo Fo
Generalmente le case del centro nord Italia consumano più del doppio di quelle costruite in Germania.
E in buona parte sono piene di sostanze tossiche.
Sovente, poi, hanno prezzi sproporzionati rispetto al costo di costruzione.
Ma è il sistema abitazione nel suo complesso che non funziona. La fattoria tradizionale e le case “a ringhiera”, avevano spazi sociali che erano il prolungamento dell’abitazione: i porticati, il cortile… Altrettanto collettivo era il modo di costruire la propria casa: si ricorreva spesso al lavoro volontario di tutti i vicini. Sapevi che se aiutavi gli altri poi gli altri avrebbero aiutato te.
Queste tradizioni si stanno risvegliando e rinnovando. Ovunque ci sono gruppi che si uniscono per comprare appartamenti individuali dotati di spazi in comune: una sala per le feste, la lavanderia, un’area verde. Si risparmia, si hanno case migliori e si condividono alcuni costi.
E si moltiplicano gli ecovillaggi nel verde: si fugge il caos urbano mantenendo la ricchezza di relazioni sociali. Nelle megalopoli incontri molta gente ma non hai il tempo per parlarci… Vivendo in un centro culturale in campagna, alla fine conosci più persone che in città.
Anche noi stiamo sperimentando un gruppo di acquisto edilizio.
In questo momento i muratori stanno ristrutturando le prime abitazioni dell’Ecovilaggio Solare. Stiamo dimostrando che è possibile offrire una casa chiavi in mano a un prezzo equo, oppure autocostruire una casa a basso costo, acquistando solo il terreno. Chi non ha denaro per comprare il terreno può autocostruire in modo assistito dal Comune e da Banca Etica.
In questo modo siamo riusciti a rispondere a esigenze differenti anche dal punto di vista estetico: nell’ecovilaggio sarà possibile realizzare case con forme non convenzionali e utilizzare materiali innovativi, grazie a un gruppo di sperimentazione che coinvolge i futuri abitanti e insigni ricercatori.
Ma quel che stiamo costruendo è anche un modo diverso di abitare.
Non è una comune.
L’idea non è quella di imporre uno stile di vita, per bello che sia.
L’obiettivo è un “sistema casa” che rende più facile la collaborazione. È la filosofia della spinta gentile.
Innanzi tutto, ogni appartamento ha 2 mila metri quadrati di bosco, prato o oliveto. Questi terreni individuali danno a ogni famiglia un proprio spazio vitale. E ci sono case vicine ad altre e case più isolate. Comunque non c’è affollamento. L’ecovillaggio si sviluppa su 2,5 km di territorio.
Ogni famiglia è anche proprietaria di una fetta di proprietà collettiva: 230 mila metri quadrati di terreno, una grande sala multifunzionale, piscine, lavanderia.
Poi c’è la piazza centrale, con il portico, il bar, il bazar, il ristorante, la reception dell’albergo diffuso e le botteghe degli artigiani.
Ci sono quindi spazi per organizzare iniziative di ogni tipo e chiunque organizzerà un’attività fornirà un arricchimento per tutti.
Ma la parte più innovativa dell’ecovillaggio saranno le innovazioni sociali che inventeremo.
Di certo (già succede in questa valle) ci si organizzerà per portare i bambini a ginnastica (per la scuola c’è il pulmino).
E allevare i bambini tutti assieme sarà per loro una meravigliosa opportunità e sarà più agevole per i genitori. Avremo auto elettriche condominiali e un gruppo di acquisto globale, un sistema di baratto e banca del tempo, niente bollette e spese condominiali, vivremo meglio spendendo meno. E come già succede ad Alcatraz produrremo cibi squisiti, mobili, libri, sculture, teatro, musica, siti web e trasmissioni televisive.
Ma io immagino anche altro. Ad esempio, quando diventeremo anziani (a 100 anni) organizzeremo un servizio di assistenza centralizzato. Avremo un cortese infermiere che fa il giro ogni sera controllando che tutti abbiano preso la loro pasticca. E l’Ecovillaggio ci permetterà di continuare la nostra vita sociale e annoiare i giovani con saggissimi insegnamenti. State certi che sapremo sfruttare la vivacità di iniziative e cultura che l’Ecovillaggio offrirà anche se cammineremo molto lentamente. Invecchiare così è un lusso impagabile. Una modalità che al momento non esiste da nessuna parte.
Immagino poi che un luogo dove ci sono case di tutti i tipi, sugli alberi, di paglia, di pietra, di lamellare e anche tende mongole, ispiri in alcuni la passione per la sperimentazione. Creeremo un centro dove testare nuove ecotecnologie, sistemi di coltivazione musicale degli ortaggi, allevamento di batteri eubiotici, itticoltura artistica e costruiremo elicotteri gravitazionali.
Non credo ci si annoierà.
Il fulcro della lotta per il progresso non è impedire ai Briatore di vivere al Millionaire ma dimostrare che c’è di meglio.
I boschi, avere tempo per l’amore, i figli e gli amici, la buona tavola, la creatività collettiva, le conversazioni sensate, sono il massimo del lusso possibile.
Dimostreremo che il “sistema casa monofamiliare” è costoso e di pessima qualità… Il cambiamento poi sarà ineluttabile.
www.ilfattoquotidiano.it
22 Novembre 2024