Una vittoria storica per i comitati italiani dell’Acqua Bene Comune a Reggio Emilia. Approvata in consiglio comunale la mozione popolare che prevede di affidare la gestione del servizio idrico integrato ad un ente di diritto pubblico. Il voto arriva in un momento delicato, dopo che la gestione affidata ad Iren, la multiutility del Nord quotata in borsa, è scaduta da un anno: oltre le accuse che la struttura sia a rischio fallimento, i comitati chiedevano a gran voce di applicare i risultati del referendum e approfittare per non rinnovare l’affidamento a Iren.
Così è stato deciso in consiglio comunale: hanno votato a favore il Partito Democratico, Progetto Reggio (Ex Lega), Movimento 5 Stelle, Sel e alcuni rappresentanti del Pdl. Tre soltanto i voti degli astenuti. Il sindaco Graziano Delrio, assente dall’aula perché invitato a Roma come Presidente Anci a fare gli auguri di Natale a Napolitano, nel corso della giornata aveva mostrato un tiepido entusiasmo, sottolineando l’importanza di far sì che la scelta fosse sostenibile.
“Abbiamo votato un atto molto importante, – ha dichiarato Mirko Tutino, assessore provinciale all’ambiente e da tempo impegnato nella trattativa tra sindaci e comitati , – che per legge è determinante sulla scelta del modello gestionale. Spetterà infatti poi al Consiglio Locale di ATERSIR, composto dai 45 sindaci reggiani e dalla Provincia, decidere che tipo di modello gestionale sarà adottato dal 2014. E naturalmente, il voto di Sala del Tricolore a Reggio Emilia precede questa scelta e lancia un segnale chiarissimo. La direzione presa a sarà un modello per l’Italia e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto”. Una decisione per la quale l’intervento dei comitati e dei cittadini è stato fondamentale, come ricorda Tutino: “Dobbiamo riconoscere che l’aiuto è stato importante. Questo voto non è una dichiarazione di intenti, ma una vera presa di posizione, che arriva dopo sei mesi di studio di un’alternativa e di dialogo”.
Un atto amministrativo di indirizzo politico, a pochi giorni dalla manifestazione nazionale del 15 dicembre, quando in 1000 hanno sfilato a Reggio Emilia per chiedere a Delrio di tornare ad una gestione pubblica dell’acqua. Neanche un anno e mezzo fa la consultazione referendaria del giugno 2011, e ora la decisione da parte del comitato reggiano di presentare tre mozioni per evitare il fallimento del referendum. E il percorso non è stato così facile come sembra, con le mozioni più volte rimbalzate fra gli uffici comunali prima di essere ammesse alla discussione.
Il 17 dicembre infine l’approvazione della prima proposta associata ad un ordine del giorno presentato da Pd e Sel, anch’esso approvato. Due le mozioni popolari rimaste invece in sospeso e che verranno discusse dopo la pausa natalizia: la prima, modificare lo statuto del Comune inserendo il principio che l’acqua è un bene “privo di rilevanza economica”, la cui gestione deve rimanere fuori da logiche di profitto; la seconda, contrastare qualsiasi processo ulteriore di fusione volto a creare la cosiddetta Grande Multiutility del Nord.
La prossima tappa è quella del 21 dicembre quando i sindaci reggiani e gli amministratori della provincia si incontreranno per decidere quale modello gestionale di tipo pubblico adottare a partire dal 2014. E a fianco dei festeggiamenti resta una sola preoccupazione: “Credo, – aveva dichiarato in mattinata il sindaco Graziano Delrio, – vi siano finalmente le condizioni per l’attribuzione delle concessioni a enti totalmente pubblici, in modo da garantire ulteriormente il controllo pubblico sul ciclo idrico. Il problema è che tutte le nuove società saranno soggette al Patto di stabilità, in quanto pubbliche.
Dovremo perciò trovare una modalità di finanziamento dei nostri investimenti, che sia compatibile con le leggi attuali e quindi consenta di reperire finanziamenti e continuare a investire”.
“Siamo molto soddisfatti, – ha dichiarato Tommaso Dotti, rappresentante comitato Acqua Reggio Emilia, – il risultato di oggi è il frutto di tante battaglie. Quello che volevamo in primo luogo era sottolineare e ribadire che la discussione dell’acqua deve restare semplicemente una discussione dell’acqua. Capisco che ci siano dei trascorsi politici, ma quello che chiediamo sono semplicemente lungimiranza e franchezza. Non ci interessa fare una battaglia di opinioni, ma chiedere un risultato concreto. Noi oggi siamo qui con la consapevolezza di portare la voce dei cittadini e lasciatecelo dire, l’assenza di Delrio è davvero pesante”. Una lotta per il ritorno al pubblico per cui i comitati dell’acqua di tutta Italia lottano da mesi e che, a piccoli passi, comincia a portare risultati concreti.
Il Fatto Quotidiano
23 Novembre 2024