In questi mesi è in discussione a Bruxelles la modifica delle direttive che regolano la produzione ed il consumo di biocarburanti. In un documento redatto da ActionAid e Oxfam, le due organizzazioni analizzano la proposta di modifica delle direttive che la Commissione europea ha invitato al Parlamento e al Consiglio per la sua discussione ed eventuale modifica e approvazione.
Il quadro che ne emerge è di luci ed ombre. Infatti, se da un lato la proposta di imporre un limite l’utilizzo di biocarburanti ricavato da prodotti agroalimentari è positiva in quanto riconosce, per la prima volta, che esiste un conflitto tra la destinazione d’uso alimentare e energetica; dall’altro la soglia del 5% proposta dalla Commissione non è sufficiente a rimuovere tale conflitto. Infatti, bisogna considerare che la percentuale di sostituzione media attuale nell’Ue è del 4,5%, ovvero addirittura leggermente al di sotto della soglia proposta dalla Commissione. Inoltre, rispetto all’annoso problema delle emissioni indirette causate dall’uso di biocarburanti, la Commissione nonostante le numerose evidenze sulla loro rilevanza e la necessità di conteggiarle nel calcolo del bilancio di emissioni associato ai singoli prodotti agricoli, non va oltre una mera proposta di reporting annuale senza inserirle all’interno dei criteri di sostenibilità. Insomma, di cerca di cambiare tutto apparentemente per non cambiare quasi niente. La palla adesso è passata nelle mani del Parlamento e del Consiglio europeo che dovranno co-legiferare per arrivare, si spera entro ottobre, all’adozione delle modifiche.
Proprio oggi, a Bruxelles, il Ministro Corrado Clini parteciperà alla riunione del Consiglio europeo dei Ministri dell’ambiente per discutere la proposta di modifica della Commissione. Fino ad oggi la posizione del nostro governo si è rilevata molto cauta, attenta a tutelare gli interessi del settore, più che a promuovere una transizione efficace verso una politica sui biocarburanti sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale.
È importante che il governo italiano si faccia promotore di una proposta più coraggiosa che elimini l’utilizzo e il sostegno ai biocarburanti ricavati a partire da prodotti agroalimentari, ma anche da prodotti agroenergetici non edibili che comunque utilizzano terreni che potrebbero essere destinati alla produzione di cibo. Inoltre, ormai non è più rinviabile l’adozione di misure che integrino nel conteggio del risparmio di emissioni anche quelle indirette.
I prossimi saranno mesi cruciali per questa partita e la società civile, in prima linea ActionAid, è impegnata in un intenso lavoro di informazione, lobby e iniziative di mobilitazione per far sentire la proprio voce ed ottenere e favorire un’inversione di rotta nella politica europea sui biocarburanti.
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21 Novembre 2024