Dalle leggi regionali al progetto di quella nazionale passando per i circoli e le parole di Papa Francesco. L’anno di movimentazione contro le macchinette dà vita al primo incontro nazionale dei gruppi no slot. Ad un anno dal lancio della campagna “No Slot”, possiamo dire di aver raggiunto alcuni importanti obiettivi. Primo fra tutti, quello di una accresciuta sensibilizzazione e di una maturazione complessiva di senso critico sul problema del gioco d’azzardo di massa.
Basti pensare che proprio ieri in un’interviosta a Il Fatto Quotidiano il vice direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Luigi Magistro, ha ammesso che sia il caso di intervenire sottolineando che «entro il 2014 puntiamo a ottenere la massima pulizia nei concessionari. Il gioco è un business con grossi giri di contante, si presta a infiltrazioni di ogni genere e solo fino al 2003 era quasi completamente in nero»
Si tratta di un problema che – scrivevamo nel manifesto No Slot di Vita – riguarda tutti e non può essere delegato ai soli tavoli tecnici, tanti e tali sono i suoi risvolti culturali, i suoi contraccolpi educativi e le sue ricadute sociali e economiche.
Al contempo, altri obiettivi stanno per essere raggiunti: dalla legge regionale lombarda, ai tanti regolamenti comunali, fino alle proposte di legge parlamentari che si stanno avanzando in materia.
Tentativi di mettere un freno a quella che si configura come un’emergenza sociale diffusa e ai quali non ci siamo mai sottratti, in termini di dialogo, iniziativa e confronto.
È però venuto il momento di fare un passo avanti.
Associazioni, comitati civici, amministratori locali, lettori, cittadini ci chiedono non solo di continuare, ma di partecipare a un nuovo processo condiviso. L’invito esplicito ad “attivarsi” (come ricorda Riccardo Bonacina in una sua recente Puntina), che costituisce l’ultimo punto del nostro manifesto, è stato così ampiamente raccolto proprio dalle migliaia di persone che ci hanno sostenuto in questi mesi e che ora rilanciano chiedendoci di passare a una nuova fase propositiva.
Per rispondere a questa richiesta, abbiamo così deciso di incontrarci, indicendo un primo incontro nazionale No Slot, al fine riflettere sulla nuova strada da intraprendere assieme.
Al termine di questa prima tappa del nostro comune percorso, alla vigilia di un nuovo cammino, possiamo davvero dire che la questione del “gioco d’azzardo di massa” è stata colta da tutti come una particolare, ma non marginale angolatura da cui guardare al grande problema delle comunità. Quelle comunità nelle quali associazioni, cittadini, amministratori rivendicano un ruolo attivo, non più confinato nello spazio-tempo della delega elettorale. Per questo, la forma semplice e al tempo stesso necessaria dell’incontro ci sembra possa costituire una prima tappa importante in un processo di costruizione più ampio. Un piccolo passo per costituire insieme qualcosa di potenzialmente grande: una rete attraverso la quale condividere non solo una mobilitazione determinata da uno scopo, ma quei bisogni e saperi necessari per ridare linfa a quella socialità e a quel desiderio di senso che il gioco d’azzardo di massa rischia di minare alla base.
Le parole pronunciate da Papa Francesco il 17 giugno scorso sono state per tutti noi un chiaro, concreto e preciso invito in tal senso. «C’è gente che vive senza speranza. Ciascuno di noi può pensare, in silenzio, alle persone che vivono senza speranza, e sono immerse in una profonda tristezza da cui cercano di uscire credendo di trovare la felicità nell’alcol, nella droga, nel gioco d’azzardo, nel potere del denaro». Lorenzo Maria Alvaro – Vita
22 Novembre 2024