La Gazzetta del Sud mi ha intervistato in merito agli ultimi fatti di cronaca relativi a Messinambiente, nela foto l’intervista uscita oggi sul giornale, qui sotto l’intervista completa.
La ricostruzione della procura sembra delineare un quadro corruttivo assai grave . Se lo sarebbe mai aspettato? Che considerazioni si sente di fare? I meccanismi di appalti erano quelli che sono emersi dall’inchiesta ?
Come ho potuto scrivere più volte anche nelle relazioni sul lavoro svolto inviate al Comune (e pubblicate sul sito aziendale) ho trovato un’azienda che difficilmente si poteva definire tale, dove non esisteva un codice di disciplina per i dipendenti, dove non c’erano regolamenti per gli acquisti pubblici, dove l’organizzazione del lavoro era assai approssimativa. Una mancanza di regia e uno stato di perenne emergenza che hanno favorito scarsa chiarezza e trasparenza e maturata in diversi anni come purtroppo si evince anche dai bilanci. La grande emergenza era lo stato di anarchia che regnava in molti settori e che è stata l’urgenza che ha assorbito il lavoro dei primi mesi
È’ stato disegnato dalla stessa procura come un normalizzatore. È’ stato difficile ridare legalità ad una serie di procedure che apparivano più consone ad aziende private? Ha trovato resistenze?
E’ stato complesso ed in pochi mesi abbiamo concluso l’istituzione di regole nella gestione del personale (Codice di disciplina- Regolamento del personale) così come negli acquisti pubblici (Regolamento acquisti, Albo fornitori, Uso di MEPA e Consip, prime gare ad evidenza pubblica), dove abbiamo spostato acquisti per milioni di euro alla regolamentazione secondo la normativa degli acquisti pubblici. Importante è stato anche l’avvio della contabilità industriale che ci ha permesso l’avvio di un corretto e puntuale monitoraggio della contabilità come in azienda non si faceva da anni.
Ma per fortuna la parte sana dell’azienda è consistente, aveva compreso l’importanza della sfida e ha dato anima e cuore per risollevare le sorti della società. Abbiamo avviato decine di progetti in tutti i settori per portare innovazione, trasparenza, partecipazione e controllo. Nel tempo in ci sono stato in città ho cercato di ripristinare regole, efficientare la macchina e combattere gli sprechi, un tentativo di boicottaggio sono riuscito a sventarlo e smarcherarlo, per il resto le resistenze mi sono pervenute soprattutto dall’esterno ed in particolare da alcuni consiglieri comunali .
Uno degli indagati era in servizio anche durante il suo mandato. Fu un rapporto sereno il vostro?
Si, durante il mio mandato si è dimostrato dedito al lavoro assumendosi il carico di una riorganizzazione a cui, nel periodo del mio mandato, non ha lesinato impegno. Nessuno d’altra parte poteva fare altrimenti. Ogni settore aveva degli obiettivi strategici che venivamo monitorati settimanalmente con strumenti di monitoraggio e riunioni che verificano i ritardi e ne analizzavano le eventuali responsabilità andando a correggerle. Ho voluto togliere ogni discrezionalità nell’area amministrativa e verificare tutti i contratti e i pagamenti in essere per capire se ci fossero anomalie o situazioni di spreco.
Che peso secondo lei potrebbero avere avuto questo modus agendi sul reale costo della macchina messinambiente ?
Il prezioso lavoro delle indagini servirà a fare chiarezza. Sono sicuro che l’etica passi innanzitutto dall’efficienza. In tutte le mie esperienze (adesso con lo stesso spiiro sono Presidente di due aziende pubbliche in Lazio ed in Piemonte) ho sempre cercato di fare il meglio risparmiando, recuperando efficienza e costruendo sostenibilità. Ad esmpio era assurdo che il verde finisse in discarica ad un costo maggiore degli impianti in loco di riciclo ed abbiamo rimediato subito. Con il mio mandato Messinambiente ha avuto un vantaggio economico di circa 3 milioni di euro: Riduzione della spesa (tagli contratti esterni, straordinari, festivi, etc) per circa 2,5 milioni; Vantaggi economici (maggiore raccolta differenziata, migliore qualità del riciclo, etc) per circa 200 mila euro; Finanziamenti intercettati (porta a porta Consorzi Comieco e Conai) per oltre 200 mila. In passato questa attenzione non era una priorità e mi sento orgoglioso delle parole utilizzate dalla procura per definire lo sforzo che in azienda abbiamo fatto per conseguire questi risultati.
Ritiene di essere stato costretto a lasciare il lavoro a metà’ o di più non si poteva fare per ridare slancio all’azienda ?
Si poteva fare ancora molto ed i programmi erano ambiziosi ma con la decisione di un passaggio del servizio ad altra azienda comunale l’uscita dallo status di liquidazione si è trasformata in un miraggio e con il comune abbiamo concordato un mio disimpegno in quanto credevo di aver dato a quel punto tutto quello che potevo dare. Le lettere che con il Sindaco ci siamo scambiati dimostrano quanto è stato il lavoro fatto e la mia continua disponibilità a dare supporto in qualsiasi modo e forma per far crescere la raccolta differenziata e diminuire i costosi e dannosi flussi in discarica. Nell’ultimo anno la Sicilia, pur essendo l’ultima regione in Italia per raccolte differenziate, è riuscita, unica in Italia, a diminuire ulteriormente il proprio tasso di riciclo degli scarti. Questo nonostante che a Messina e a Taormina abbiamo in un anno raddoppiato il materiale avviato a riciclo e spero che il trend sia in costante crescita.
21 Novembre 2024