È nelle librerie il volume di Gianni Silvestrini “2 °C. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia” (Edizioni Ambiente). Una massa di informazioni, di dati, di esempi, di idee e di politiche che raccontano come oggi le soluzioni tecniche per il cambiamento siano a portata di mano e quali attori usciranno vincitori da questa fase di transizione.
In un libro tutto il settore dell’energia che cambia, le sue accelerazioni e le forze che resistono a questa trasformazione. Le conseguenza sull’economia e sulla vita quotidiana e, ovviamente, i rischi insiti in ogni fase di transizione. Un affresco di come, sotto la spinta anche del cambiamento climatico, nuove e più recenti innovazioni tecnologiche si stiano rapidamente affermando nei campi dell’edilizia, del settore energetico, dell’illuminazione, dell’industria, della mobilità, ecc. E di come il vecchio modo di produrre l’energia sia con il fiato corto.
Una vera e propria valanga di informazioni (anche bibliografiche), di dati, di esempi di innovazioni, di idee e di politiche, così come di strategie dal basso, che non possono essere ignorate o sottovalutate da chi pensa che tutte le soluzioni per migliorare la qualità della vita, della nostra convivenza e dell’ambiente debbano sempre essere la bussola, di oggi e domani, per orientare le proprie scelte di politico, di imprenditore e di cittadino.
Qui sotto pubblichiamo l’introduzione al volume di Gianni Silvestrini che si apre con una citazione di Albert Einstein. Era il 1930:
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.
Cinque anni fa usciva “La corsa della green economy” scritta da Antonio Cianciullo e Gianni Silvestrini. Raccontando decine di esempi virtuosi raccolti in giro per il mondo, il libro allertava imprenditori e politici sui cambiamenti in arrivo, sulle occasioni da cogliere e sui rischi da evitare. I cambiamenti ci sono stati. E, in alcuni casi, anche più rapidi del previsto.
Centrali elettriche costrette a chiudere di fronte al boom delle fonti rinnovabili, l’industria dell’auto in difficoltà, il settore delle costruzioni in ginocchio. Una situazione che riguarda l’Italia e l’Europa, figlia della crisi, ma con elementi che prescindono da essa e che fanno immaginare irreversibili cambiamenti strutturali. Ci sono, infatti, ragioni più profonde che ne determinano la debolezza.
Ci troviamo dunque ad affrontare i limiti di un modello economico che ha prostrato interi paesi senza lasciare intravvedere rapide soluzioni e che alimenta diseguaglianze ormai a livelli socialmente ed economicamente inaccettabili.
Inoltre, si registra la difficoltà di accesso a importanti risorse strategiche a fronte di una popolazione in rapido aumento, accompagnata da una dilagante instabilità geopolitica. Per finire, si accentuano i segnali dell’emergenza climatica, che rischia di avviarsi verso un’evoluzione catastrofica.
Un quadro preoccupante, associato però a significativi segnali in controtendenza. Stanno infatti affermandosi, con una rapidità ed una efficacia eccezionali, soluzioni in grado di affrontare le crisi e di fornire risposte totalmente innovative.
Scopo del libro è l’analisi di alcuni dei cambiamenti che già sconvolgono interi settori produttivi e l’individuazione di soluzioni destinate a convergere sinergicamente nel delineare risposte radicali. Vengono intercettati i segnali di cambiamento in arrivo nei più diversi contesti: dall’irresistibile avanzata del solare alle bio-raffinerie del futuro; dalla realizzazione di edifici a energia zero all’esplosione di nuove forme di mobilità sostenibile.
Si evidenzia inoltre come si stiano affermando modalità totalmente innovative nel fornire servizi e nel soddisfare bisogni, che passano per la sharing economy e l’economica informale.
Viene infine descritta la rapidissima evoluzione di tecnologie dotate di un’incisività impensabile anche solo pochi anni fa. Alcune di queste manifestano una tale capacità di trasformazione da essersi guadagnate il nome di “Disruptive technologies”: se ne analizzano una decina, che spaziano dall’energia alla mobilità, all’industria, all’edilizia. Ma si sottolinea anche la complessità di alcune di queste soluzioni che, se non ben governate, rischiano di generare contraccolpi negativi.
Innovazione tecnologica e cambiamenti gestionali saranno nei prossimi anni in grado di modificare la società e di incidere sul rilancio dell’economia, la produttività delle risorse, il cambiamento del clima? Si sono letti spesso rapporti che sottolineano la gravità della crisi del pianeta in tono fatalistico. Sul versante opposto, alcuni contributi affidano alle novità tecnologiche un effetto taumaturgico.
La chiave di lettura di “2 °C” passa attraverso l’analisi delle risposte tecnologiche che saranno progressivamente disponibili, accompagnata dallo studio delle forze in gioco, da quelle che resistono al cambiamento a quelle che mettono in discussione equilibri ormai precari.
Senza dimenticare la crescente sensibilità ambientale e le esperienze di progettualità e di conflitto locale che saranno determinanti nell’indurre le istituzioni a cogliere i segnali preoccupati della comunità scientifica rispetto alle alterazioni climatiche, definendo obiettivi, normative e forme di incentivazione.
In che modo rinnovabili ed efficienza energetica stanno incrinando il modello dei combustibili fossili, consolidatosi nel corso degli ultimi due secoli? Come stanno cambiando le strategie delle aziende elettriche messe in discussione dall’emergere di milioni di produttori e dal progressivo superamento della produzione centralizzata?
Cosa succede nel mondo del petrolio quando, a fronte di una produzione convenzionale stazionaria e di una domanda debole, si inserisce l’esplosione dello shale oil? E il “fracking” cambierà il mondo dell’energia o si dimostrerà una “bolla” destinata a scoppiare con il crollo del prezzo del petrolio?
Il libro analizza la complessità dell’evoluzione energetica nei paesi industrializzati, ma non dimentica quella fetta di umanità, oltre un miliardo di persone non collegate alle reti, che potrà avere accesso all’elettricità in tempi ragionevoli, cosa impensabile solo pochi anni fa.
Altri settori, quelli dell’auto, dell’edilizia e dell’industria sono investiti dal vento del cambiamento: nuove forme organizzative e gestionali, assieme ad un’innovazione spinta, fanno intravvedere come questi mondi siano destinati a mutare profondamente.
La stampa 3D riuscirà ad incidere sulle strutture produttive tradizionali? Il successo del car sharing e le prospettive dell’auto senza guidatore influenzeranno le strategie delle multinazionali dell’auto? Il decollo dei veicoli elettrici verrà guidato da un outsider o dalle multinazionali del settore? L’industria dell’illuminazione saprà gestire la rivoluzione dei Led? Si può affrontare la sfida di costruire edifici che consumano dieci volte meno di quelli esistenti e moltiplicare per dieci i risparmi annui della riqualificazione, passando alla “deep renovation” di interi edifici e quartieri? Come gestire la piccola e la grande scala nella corsa verso scenari 100% rinnovabili? Nell’evoluzione verso le smart cities prevarrà il controllo dal basso o un dominio tecnologico?
Sono alcune delle domande a cui il libro cerca di rispondere con un’attenzione al versante occupazionale, che vedrà un deciso contributo positivo dai nuovi comparti della green economy, ma con possibili ricadute negative legate all’espansione della rivoluzione digitale. L’impatto ambivalente delle nuove tecnologie viene considerato anche sul versante delle diseguaglianze sociali: accanto a sicuri benefici, è stata infatti evocata la possibilità che i redditi subiscano un’ulteriore divaricazione.
Per agevolare l’uscita dalla crisi che morde molti paesi e vincere la sfida climatica occorre dunque un ruolo “attivo” delle istituzioni che abbini politiche fiscali innovative in grado di incidere sia a livello sociale che ambientale. La crescente diseguaglianza sociale va affrontata utilizzando anche soluzioni “eretiche” come una tassa sui capitali, esattamene come la progressiva riduzione della capacità di riproduzione del capitale naturale deve essere combattuta con strumenti di fiscalità ecologica in grado di contrastare l’aggressione al pianeta. A cominciare da una soluzione altrettanto “utopistica”, quale l’introduzione di una incisiva carbon tax fiscalmente neutra, applicata su scala mondiale.
Per concludere, “Due gradi” suggerisce spunti utili per affrontare l’emergenza climatica, ma si propone di andare oltre. L’ambizione è quella di fornire suggestioni per delineare una “visione” del futuro. Mai come ora vale il concetto che “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. “2 °C – Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia” di Gianni Silvestrini (Edizioni Ambiente) . Leonardo Berlen- QualEnergia
L’autore
Gianni Silvestrini ha lavorato presso il Cnr e il Politecnico Milano, dove è responsabile del master Ridef. È stato direttore generale del Ministero dell’Ambiente. È direttore scientifico del Kyoto Club e della rivista/portale QualEnergia; presidente del Green Building Council Italia e del Coordinamento FREE. Ha abbinato le attività di ricerca, insegnamento, divulgazione e impegno associativo, cercando sempre di individuare le novità in grado di accelerare la trasformazione ambientale del paese. All’inizio dello scorso decennio ha lanciato dal Ministero dell’ambiente il programma “10.000 tetti solari” e il servizio di car sharing ICS, anticipando la diffusione di tecnologie e soluzioni che hanno poi avuto uno straordinario successo.
22 Novembre 2024