Top Utility 2018, la migliore è Contarina
Le 100 top utility italiane di acqua, ambiente e energia si consolidano: nel 2016 fatturano 115 miliardi, registrano ricavi complessivamente in crescita e dati in miglioramento anche nella comunicazione e nei rapporti con il territorio. Investono in digitalizzazione e in nuovi servizi, e si preparano alla transizione energetica verso le rinnovabili e l’efficienza. Per il 2018 la migliore azienda in assoluto è Contarina mentre spetta al Gruppo Hera il premio per la sostenibilità. A tracciare il quadro è il rapporto Top Utility Analysis presentato a Milano presso la Camera di Commercio.
La ricerca analizza le performance delle maggiori 100 utility italiane, pubbliche e private, attive nei settori di gas, elettricità, acqua e rifiuti, con lo scopo di fornire una visione d’insieme dell’industria dei servizi di pubblica utilità. La ricerca, spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e direttore di Top Utility, “mostra un settore in profonda trasformazione, che sta investendo molto nelle nuove tecnologie e che è molto più innovativo di quanto i consumatori percepiscano. Sostenibilità, digitalizzazione, miglioramento delle performance operative sono le aree nelle quali le maggiori utility stanno lavorando di più”.
E i risultati si vedono: “meno perdite nell’idrico e più raccolta differenziata dei rifiuti rispetto alla media italiana; maggiori investimenti per abitante delle grandi multiutility, sempre più app e servizi su smartphone. Si sviluppano nuovi servizi ai territori e alle città – prosegue Marangoni – mobilità sostenibile, sicurezza e efficienza energetica affiancano sempre più i tradizionali servi pubblici locali”.
Come da tradizione, la presentazione del rapporto annuale Top Utility è anche il momento della premiazione delle aziende italiane che si sono distinte nel settore. Per il 2018 la migliore azienda in assoluto è Contarina (in finale con Acea, Gruppo Cap, MM SpA e Savno). Il premio per la sostenibilità è stato assegnato a Gruppo Hera (finalista con Acea, Gruppo Cap, Estra, Gruppo SGR); risulta prima in comunicazione Gruppo Cap (in finale con A2A, Acea, Acque SpA, Gruppo Hera), mentre la vincitrice per Ricerca & Innovazione è Smat (con Gruppo Cap, Enel, Gruppo Hera, Iren).
Il podio per l’attenzione ai consumatori e al territorio è stato conquistato da MM SpA (in lizza con Acos, Clara, Gruppo Cap, Marche Multiservizi). Nelle Performance operative, l’azienda premiata è Savno (in finale assieme a Ambiente Servizi, Clara, Contarina e Etra). Un premio speciale è stato tenuto a battesimo da Utilitalia tra le utilities del Mezzogiorno firmatarie del recente accordo Rete Sud. Tra queste la prima classificata, con il punteggio più alto tra i parametri rilevati da Althesys, è Gori (in finale con Abbanoa, AQP, Asia Napoli e RAP Palermo).
Nel dettaglio, dal rapporto emerge che le prime 100 utility italiane nel 2016 registrano un valore della produzione aggregato di oltre 115 miliardi di euro (che vale quasi il 7% del Pil italiano) con un aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Il quadro d’insieme mostra un progressivo miglioramento delle prestazioni dei settori ambientali (acqua e rifiuti) e una sostanziale stabilità di quelli energetici.
Il tasso di perdita delle reti idriche risulta nettamente migliore (32% contro il 38,3% medio); nella depurazione aumenta il rendimento degli impianti, che guadagna 13 punti percentuali sul 2015, raggiungendo il 91%; anche nei servizi ambientali le performance sono in sensibile miglioramento nell’ultimo anno, con la raccolta differenziata che cresce in media di cinque punti percentuali sul 2015, grazie anche all’adozione di sistemi porta a porta.
Nonostante tutti questi dati incoraggianti, l’indice di soddisfazione dei clienti è tuttavia più basso, per la prima volta in quattro anni, passando da 85,07 nel 2015 a 82,05 nel 2016. In flessione anche le performance del servizio clienti, con un lieve aumento dei tempi di attesa e un calo del livello di servizio dei call center. Crescono anche i reclami dei clienti.
Il 2016 ha, infine, evidenziato un’accelerazione nei livelli di attenzione delle utility per i temi della sostenibilità. L’obbligo di pubblicazione del rapporto di sostenibilità per le grandi aziende di interesse pubblico riguarderà 42 delle Top 100.
Nel 2016 sono state 38 le aziende che hanno pubblicato il bilancio di sostenibilità, due in più rispetto al 2015 e cinque rispetto al 2014. Quasi tutte le Top Utility, invece, hanno un codice etico, che arriva al 96% dei casi nel 2016 contro l’89% di due anni prima. Quanto poi alla formazione del personale, aumentano le ore di formazione per dipendente, che sono passate da 15,6 nel 2015 a ben 21,3 nel 2016 e hanno riguardato l’86% dei dipendenti. Adnkronos
21 Novembre 2024