Al via il conto alla rovescia per Slow Fish 2019, al Porto Antico di Genova, dal 9 al 12 maggio
In 100 metri lineari di spiaggia raccolti quasi sei quintali di plastica, quattro quintali di indifferenziata, meno di un quintale di carta e 70 kg di vetro
Con l’iniziativa di pulizia della spiaggia della Foce Bisagno, organizzata questa mattina da Slow Food e Legambiente Liguria insieme all’assessorato al Marketing territoriale del Comune di Genova e alla Regione Liguria, parte ufficialmente il conto alla rovescia che ci separa dalla nona edizione di Slow Fish, tra meno di una settimana, dal 9 al 12 maggio, al Porto Antico di Genova. In programma oltre 200 appuntamenti, Slow Fish quest’anno è incentrata sulle buone pratiche che ognuno di noi può mettere in atto a difesa del mare nella propria vita quotidiana.
«In questa direzione, l’iniziativa di oggi, che vede coinvolti i ragazzi delle scuole nella pulizia di questo arenile. Un momento di grande importanza per un’educazione ‘sul campo’ rispetto alla centralità del tema ambientale, alla sostenibilità e alla necessità di mitigare il nostro impatto sul mare, tutelandone l’ecosistema e, di conseguenza, salvaguardando la nostra salute» ha dichiarato l’assessore al Marketing territoriale del Comune di Genova Barbara Grosso. «Solo dalle nuove generazioni si può ripartire per invertire la rotta. Voglio quindi ringraziare i ragazzi che questa mattina si sono dati da fare per raccogliere la plastica abbandonata su questa spiaggia, Legambiente, Slow Food e tutti gli organizzatori di questa importante iniziativa».
A Slow Fish, come sempre molti appuntamenti sono dedicati ai più piccoli perché crediamo che dalle giovani generazioni possa partire quel movimento profondo per il quale stiamo tutti lavorando e che ci permetterà di invertire la rotta.
«È stato molto bello vedere quanto questi 130 studenti, delle scuole elementari e medie, si siano applicati e come si sono stupiti nel vedere quanti oggetti diversi hanno trovato. Oggi questi studenti hanno fatto quattro ore di lezione sull’ambiente che a loro rimarranno molto impresse. È giusto dare l’opportunità di toccare con mano una delle emergenze che affliggono i mari perché è una sensibilità per l’ambiente che loro hanno già e che chiedono a noi di approfondire. Sono rimasta molto colpita dai loro discorsi, una delle giovani studentesse mi ha detto “il futuro siamo noi e dobbiamo prenderci la responsabilità di tutto questo”. Noi come istituzione dobbiamo fare in modo che iniziative come queste e come quelle previste dal prossimo Slow Fish, diventino materia di orientamento permanente, che gli studenti possano continuare a vivere il tema della tutela dell’ambiente anche nelle scuole affinché questa consapevolezza continui e cresca. Non a caso l’ambiente sarà una delle tematiche portanti del prossimo Salone Orientamenti a novembre», ha aggiunto Ilaria Cavo, assessore alle Politiche giovanili della Regione Liguria.
A Slow Fish cerchiamo di dare risposte creative alle tante domande che ogni giorno ci facciamo, incontrando i mestieri del mare, come i pescatori e i cuochi che sapientemente trasformano il pescato di giornata; imparando a scegliere il pesce giusto quando siamo in pescheria, e comprendendo perché dobbiamo preferire le acciughe o le cozze al tonno e al salmone; rispondendo ai molti dubbi rispetto a quali sono i pesci più sani e gustosi per la nostra dieta, e tanto altro ancora. Ma anche cercando di approfondire i problemi degli oceani, come le acque inquinate e le isole di plastica, grazie ai percorsi interattivi permanenti Fish’n Tips e al gioco di carte Grande Blu, in Casa Slow Food, per imparare divertendosi quali sono le buone pratiche amiche del mare.
Alla manifestazione organizzata da Slow Food e Regione Liguria centrale sarà anche il tema dell’inquinamento da plastiche e microplastiche.
«Nel 2011, quando la manifestazione era ancora organizzata all’interno della Fiera di Genova, fummo tra i primi in Italia sensibilizzare sul tema delle grandi isole di plastica che ricoprono vaste aree degli Oceani, dando vita a una grande installazione piena di rifiuti plastici all’ingresso dell’area espositiva» ricorda Carla Coccolo, responsabile eventi Slow Food. «Oggi per fortuna invece il tema è arrivato in cima alle preoccupazioni dell’opinione pubblica, ma anche il problema si è acuito se è vero che, dagli anni Cinquanta a oggi, 6,3 degli oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica prodotta, pari a 120.436 Titanic, sono diventati spazzatura. Con questo ritmo nel 2050 la quantità di plastica supererà quella dei pesci».
Inoltre, la plastica in mare costituisce una problematica particolare, perché è qui che c’è il passaggio da macro- a micro- e a nano-plastiche, in forme sempre più piccole che poi ritroviamo all’interno degli organismi che lo abitano. Non ci possiamo più sconvolgere solo per le buste di plastica che uccidono le tartarughe, dobbiamo pensare anche ai piccoli frammenti di plastica che gli organismi marini scambiano per plancton.
«Ringraziamo Slow Food per averci coinvolto in questo percorso e gli enti locali che hanno partecipato – dichiara Federico Borromeo direttore di Legambiente Liguria – quello dei rifiuti in mare è un’emergenza a cui possiamo solo far fronte unendo le forze e coinvolgendo le giovani generazioni in laboratori ed esperienze educative. Oggi abbiamo monitorato circa 100 metri lineari di spiaggia e abbiamo raccolto quasi sei quintali di plastica, quattro quintali di indifferenziata, meno di un quintale di carta e 70 kg di vetro. L’auspicio, conclude il direttore dell’associazione ambientalista – è avere sempre più comuni plastic free.In Liguria al momento sono solo due, Vernazza e Bordighera».
A monte, come sempre, la responsabilità sta a noi: la soluzione è cercare il più possibile di evitare forme di inquinamento che peggiorino queste situazioni, senza dimenticare che alla fine qualsiasi sostanza disperdiamo nell’ambiente finisce in mare prima o poi.
Durante l’ultimo congresso internazionale, i delegati di Slow Food riuniti a Chengdu, in Cina, hanno approvato la posizione ufficiale dell’associazione della Chiocciola sulla plastica, ribadendo l’importanza di dare ogni giorno il giusto valore a questo materiale e non considerarlo come un prodotto di scarto. E quindi cosa possiamo fare noi a partire da oggi? Ad esempio non utilizzare prodotti monouso, come cannucce o bastoncini cotonati, piatti e posate, ancor prima del bando dell’Unione europea in atto dal 2021 e preferire prodotti con imballaggi ridotti o nulli.
A Slow Fish portiamo alcune novità grazie ad aziende che si mettono in gioco, sperimentando soluzioni per ridurre il loro (e il nostro) utilizzo di plastica. Tra gli esempi Apepack che presenta un involucro riutilizzabile per conservare i cibi, prodotto con cotone biologico certificato e cera d’api; sostenibile sia nella formulazione che nel packaging è l’ultima novità di Bioclin, un detergente capelli e corpo biodegradabile realizzato, tra le altre sostanze, con arance rosse biologiche recuperate dalla lavorazione industriale per la produzione di succhi di frutta.
Ma questo è solo un piccolo assaggio di quello che ci aspetta nell’Arena Slow Food, il luogo in cui i protagonisti di Slow Fish, pescatori, cuochi, artigiani e aziende, si raccontano in un dialogo aperto e informale con il pubblico.
21 Novembre 2024