L’emendamento prevede per il 2021 una fase transitoria e sperimentale dell’applicazione delle nuove norme che superano il limite del 50% di Pet vergine obbligatorio. Con il sistema Xtreme renew per la produzione di bottiglie si ridurranno i consumi di materiale e di energia nonché i costi di processo e logistici
Il passaggio ad una gestione dei rifiuti ad “economia circolare” è un importante pilastro della green economy con la trasformazione dell’attuale sistema economico “lineare” di produzione e consumo in un nuovo sistema “circolare”, basato su un modello di sviluppo industriale il cui obiettivo è quello di preservare e mantenere il più a lungo possibile il valore dei prodotti e dei materiali nell’economia, riducendo al contempo la generazione di rifiuti non riciclabili, nonché l’eccessivo consumo di risorse primarie.
Un elemento essenziale della transizione ecologica al nuovo modello di sviluppo sostenibile è rappresentato senza dubbio dalla necessità di favorire l’aumento della percentuale di imballaggi riutilizzabili avviati al riciclo, e in particolare del polietilentereftalato (PET), materiale con il quale sono oggi realizzate la maggior parte delle bottiglie e degli altri contenitori in plastica in commercio.
Il PET è un materiale riciclabile al 100 per cento, non perde le sue proprietà fondamentali durante il processo di recupero e si può così utilizzare ripetutamente per la realizzazione di prodotti ed è di gran lunga la plastica per bevande e alimenti più usata (in Europa si producono 115 miliardi di bottiglie all’anno). Considerato il fabbisogno mondiale di bottiglie e di altri contenitori in plastica, la possibilità di un riciclaggio al 100 per cento della materia permette di limitare il consumo delle oltre 450.000 tonnellate di petrolio e di oltre 1,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica necessarie a produrre PET vergine ogni anno.
L’Unione europea ha approvato un programma per ridurre la plastica in circolazione, innanzitutto limitando quella usa e getta, e fissando l’obiettivo di raccolta del 90 per cento delle bottiglie di plastica al 2025. Il riciclo del PET ha dunque un ruolo cruciale e significativo nel raggiungere gli obiettivi di riciclo della plastica. In Italia l’impiego del polietilentereftalato riciclato (RPET) anche nella produzione di imballaggi per il contatto con tutti i tipi di alimenti e di vaschette per alimenti è possibile.
Tuttavia la normativa vigente nel nostro Paese stabilisce che le bottiglie e vaschette per alimenti in polietilentereftalato debbano contenere almeno il 50 per cento di polietilentereftalato vergine. Tale limitazione non ha però una motivazione sanitaria, anche perché la normativa italiana stabilisce oltre che regole ferree per la produzione di tali contenitori anche che il limite non si applica alle bottiglie in plastica riciclata realizzate in altri Paesi dell’Unione europea. Tale disposizione rappresenta dunque oggi esclusivamente una limitazione dannosa all’utilizzo del PET riciclato e un freno alla filiera del riciclo estremamente fiorente nel nostro Paese, producendo un danno ambientale ma anche economico per le numerose aziende dell’economia circolare che operano in questo campo.
Per questo è molto importante che sia stato approvato l’emendamento Ferrazzi, sottoscritto da tutte le forze politiche, al decreto legge “Agosto” che rende finalmente anche in Italia possibile produrre bottiglie in plastica riciclata (rPet) al 100% e che ci allinea al resto dell’Europa. Su questa approvazione bisogna dare merito anche eprcomunicazione che ha sempre spinto affinché questo oramai anacronistico divieto, tutto italiano, fosse superato.
L’emendamento approvato prevede per il 2021 una fase transitoria e sperimentale dell’applicazione delle nuove norme che si stabilizzeranno poi con la successiva Legge di bilancio, sarà possibile produrre in Italia bottiglie interamente riciclate, rispettando dunque l’ambiente e abbattendo le emissioni nocive. Questo fornirà un grande impulso anche alle aziende italiane che sono leader nel riciclo.
A tal proposito si evidenzia che le bottiglie e, in generale, gli imballaggi per gli alimenti ottenuti interamente in polietilentereftalato (PET) riciclato per uso alimentare, direttamente da scarti industriali e, dunque, senza transitare per la materia prima intermedia dei granuli, grazie a speciali macchinari prodotti in Italia, fino ad oggi, non si potevano usare.
La ragione per cui questa tecnologia non può essere impiegata in Italia risiede nel fatto che la quota di materiale vergine obbligatorio per la produzione di nuovi contenitori plastici a uso alimentare è del 50 per cento.
Questa innovazione tecnologica dimostra, per l’ennesima volta, che in Italia siamo in grado di fare cose straordinarie. Ma, per la legge italiana, fino all’approvazione di questo emendamento, vigeva l’obbligo di produrre gli imballaggi con la citata quota del 50 per cento di materiale vergine, obbligo che appare necessario superare, consentendo la produzione con materiali riciclati al 100 per cento.
L’Europa afferma che bisogna avviare al riciclo tutti i rifiuti che possono essere riciclati e la normativa italiana, in questo quadro, è un’anomalia che deve essere rimossa. È del tutto evidente che, se vogliamo favorire lo sviluppo dell’economia circolare, si doveva innanzitutto intervenire sulla normativa vigente, in modo da semplificare il riciclo del materiale, perché ci sono troppi ostacoli, non di tipo tecnologico, ma tecnico-burocratico, che bloccano tale sviluppo.
Questo sistema, denominato «Xtreme renew», consente anche una riduzione del 18 per cento, rispetto al sistema tradizionale di produzione, di contenitori in PET riciclato in granuli. A questo si aggiungerebbe un aumento dell’efficienza nella gestione del magazzino, con una contrazione del 20 per cento dello spazio di stoccaggio.
Questo sistema di riciclo della plastica per la produzione di bottiglie sarebbe, quindi, in grado di ridurre i consumi di materiale e di energia nonché i costi di processo e logistici, grazie alla possibilità di realizzarle al 100 per cento in PET riciclato.
Ora tutto questo, grazie all’emendamento Ferrazzi e alla spinta di eprcomunicazione, è possibile.
Si ricorda che su tale materia Andrea Ferrazzi, come Rossella Muroni, avevano già presentato dei disegni di legge.
Il testo dell’emendamento Ferrazzi
95.0.11 (testo 2)
La Commissione
Dopo l’articolo, inserire il seguente:
«Art. 95-bis.
(Disposizioni per favorire i processi di riciclaggio del polietilentereftalato utilizzato negli imballaggi per alimenti)
1. In via sperimentale, per il periodo dal 1º gennaio 2021 al 31 dicembre 2021, per le bottiglie in polietilentereftalato di cui all’articolo 13-ter, comma 1, del decreto del Ministro della sanità 21 marzo 1973, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 104 del 20 aprile 1973, non trova applicazione la percentuale minima di polietilentereftalato vergine prevista dal comma 2 del medesimo articolo 13-ter. Restano ferme, per le predette bottiglie, le altre condizioni e prescrizioni previste dal predetto articolo 13-ter.
2. Il Ministero della Salute provvede a modificare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge, i I citato decreto 21 marzo 1973, adeguandolo alle disposizioni di cui al comma 1.
3. Il Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è incrementato di 3,6 milioni di euro per l’anno 2022.
4. Ai maggiori oneri di cui al presente articolo, valutati in 9,5 milioni di euro per l’anno 2021 e 1,6 milioni di euro per l’anno 2023 e pari a 3,6 milioni di euro per l’anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 114, comma 4, per gli anni 2021 e 2023 e mediante utilizzo delle maggiori entrate derivanti dai commi 1 e 2 per l’anno 2022.»