A Marina di Bibbona la presentazione dell’economia circolare a km zero. Scappini: «Riusciamo a recuperare la componente poliolefinica delle plastiche miste, producendo un granulo che può essere poi impiegato da altre aziende orientate per stampare i loro prodotti»
Per sua natura l’economia circolare non va mai in vacanza, ma il primo produttore toscano e italiano di gelato (Sammontana) e il principale hub del riciclo dell’Italia centro-meridionale (Revet) si sono attrezzati per renderla tangibile direttamente in spiaggia.
Nel campeggio Le esperidi di Marina di Bibbona, uno dei 200 lidi green partner di Sammontana, sono stati presentati in fatti arredi realizzati al 100% in plastica riciclata a km zero, a loro volta riciclabili una volta giunti a fine vita.
Si tratta di arredi come tavoli, sedie e cestini, realizzati – a valle di un anno di investimenti in ricerca&sviluppo – per un 70% da scarti industriali plastici (pre-consumo) e per un 30% dalle plastiche miste di cui è sempre più piena la nostra raccolta differenziata degli imballaggi (post-consumo).
«La stessa pandemia ci ha portati ad avere sempre più imballaggi plastici, anche per il confezionamento degli alimenti – argomenta l’ad di Revet, Alessia Scappini – Si tratta di imballaggi complessi e spesso compositi, tanto che per il 70% si parla di “plastiche miste” (plasmix) cui è difficile trovare una collocazione di mercato evitando la destinazione della discarica. Quando è nata Revet (nel 1986, ndr) il 70% degli imballaggi plastici erano rigidi, tipicamente contenitori per liquidi, mentre ora il contesto si è ribaltato con un 70% di imballaggi rappresentato da plastiche miste e flessibili come pellicole o vaschette. Ad oggi a Revet riusciamo ad avviare a riciclo il 62% di queste plastiche miste (il rimanente 38% potrebbe essere valorizzato negli impianti di riciclo chimico proposti in Toscana, ndr), recuperandone la componente poliolefinica producendo un granulo plastico che può essere poi impiegato da altre aziende orientate alla sostenibilità, come Sammontana, per stampare i loro prodotti».
Il tutto in una filiera industriale non solo circolare ma anche di prossimità: Revet è «l’unica azienda italiana a coprire l’intera filiera di riciclo delle plastiche – aggiunge Scappini –, dalla raccolta alla selezione e al riciclo, fino alla produzione del granulo» che avviene nello stabilimento di Pontedera, dove si convogliano le raccolte differenziate degli imballaggi (plastica, vetro, alluminio, acciaio e poliaccoppiati come il tetrapak) di oltre 200 Comuni toscani. E sempre in Toscana opera Sammontana.
«La collaborazione con Revet dimostra che un approccio condiviso a favore del territorio e delle comunità di riferimento può contribuire concretamente a generare valore e opportunità per le generazioni future – aggiunge l’ad di Sammontana, Leonardo Bagnoli – Questo progetto non lo stiamo portando avanti perché pensiamo che ci aiuterà a vendere più gelati, ma per lasciare ai nostri figli un’azienda migliore, con la grande speranza che tante altre attività e persone siano ispirate ad essere più sostenibili».
L’economia circolare riesce infatti ad esprimere un modello di sviluppo davvero sostenibile quando è in grado di mettere a sistema i vari attori coinvolti lungo l’intera filiera, ognuno per il suo ambito di competenza.
«Nell’ultimo anno stiamo introducendo sul territorio la raccolta differenziata porta a porta, cercando di aumentare sia la quantità sia la qualità dei materiali raccolti – osserva nel merito Cecilia Peccianti, dirigente della Rea, Società operativa locale di Retiambiente che si occupa localmente dei servizi d’igiene urbana – In questo percorso, il cittadino ha bisogno di poter vedere i risultati del proprio sforzo nella raccolta differenziata: giornate come questa sono importante perché l’economia circolare diventa tangibile». di Luca Aterini – GreenReport