LA REGIONE TOSCANA DEVE IMPUGNARE PRESSO LA CORTE COSTITUZIONALE LA LEGGE SULLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
Il 19 Novembre scorso la Camera dei Deputati ha convertito in Legge il DL n. 135/09. Con l’approvazione dell’art. 15 di questa nuova legge, la 166/09, il Governo ha sottratto l’acqua potabile ai cittadini per consegnarla, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali. Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita. Con questo atto si consegna definitivamente al mercato un diritto umano universale. Personalmente ritengo questo provvedimento profondamente sbagliato e inaccettabile, una sconfitta della politica a vantaggio esclusivo di potentati economici. Vincono gli affari e il business, a farne le spese è l’acqua, il bene più prezioso per l’umanità che sempre di più scarseggia e scarseggerà sia a causa dei cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico, sia per i grandi sprechi e abusi che viene fatta di questa preziosa risorsa.. La povera gente di questo paese, ma ancor di più la moltitudine di poveri che affollano questo pianeta, saranno coloro che pagheranno il prezzo più alto di questa incivile decisione legislativa. L’acqua è vita, fonte di vita. In molti paesi i popoli si stanno mobilitando per la difesa di questo bene comune più prezioso, in alcuni hanno già vinto la battaglia. La stessa città di Parigi si oppone alle grandi multinazionali francesi e ripubblcizza il servizio idrico, lo stesso avviene da noi in Puglia. Sono sicuro che il movimento che in questi ultimi anni si è battuto per la difesa dell’acqua riuscirà a trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua bene comune e per la democrazia.
Sottrarre l’acqua alle leggi del mercato, significa difendere la vita di tutte e tutti perché essa rappresenta un “diritto umano universale”. Contro questa decisione sta crescendo in tutto il paese una maggiore sensibilità, responsabilità e consapevolezza che rafforza l’opposizione a questa Legge. In migliaia di comuni sono già state presentate, o verrà fatto nelle prossime settimane, richieste di modifiche agli Statuti comunali per introdurre e riconoscere l’accesso all’acqua come un diritto umano universale, indivisibile, inalienabile ed il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.
La regione Toscana, terra di civiltà dalle grandi tradizioni democratiche, deve fare la sua parte e seguire, quanto prima, l’esempio della Puglia, del Piemonte, del Trentino che hanno già deciso di impugnare presso la Corte Costituzionale il provvedimento legislativo in quanto lesivo delle prerogative assegnate dalla Costituzione alle Regioni.
L’articolo 15 della legge 166 rappresenta, infatti, una riduzione dei diritti fondamentali dei cittadini (art 3 della Costituzione) e una prevaricazione rispetto al riconoscimento dei poteri assegnati alle Regioni in forza del Titolo V della Costituzione.
Il ricorso alla corte da parte della Regione toscana rappresenterebbe un segnale politico forte e un contributo concreto di sostegno e condivisione di questa battaglia di civiltà.
Eugenio Baronti – Assessore Regione Toscana
22 Novembre 2024