Dopo 37 anni il ministero della Salute ha finalmente autorizzato l’impiego del polietilentereftalato (Pet) riciclato nella produzione di bottiglie per acque minerali naturali, allineando così l’Italia al resto dei Paesi europei e non (Germasnia, Inghilterra e Stati Uniti, per fare qualche esempio) dove tale buona pratica di riciclo è prassi ormai da anni.
Dunque a partire dal 5 agosto 2010, data di entrata in vigore del Dm 18 maggio 2010, n. 113, il Pet riciclato potrà così derogare al divieto stabilito dall’articolo 13 del Dm 21 marzo 1973 relativo all’impiego di materiale plastico riciclato usato nella preparazione di oggetti destinati a venire in contatto con alimenti.
Il decreto 18 maggio 2010, n.113 dal titolo “Regolamento recante aggiornamento del decreto ministeriale 21 marzo 1973, concernente la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire a contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d’uso personale, limitatamente alle bottiglie in polietilentereftalato riciciclato”, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 168 del 21 luglio 2010.
Ai fini della deroga, le bottiglie di recupero devono essere costituite da Pet originariamente idoneo al contatto con alimenti mentre i produttori di bottiglie potranno utilizzare solo PET riciclato accompagnato da una documentazione atta a dimostrare, mediante un challenge test, che il processo di riciclo utilizzato sia in grado di garantire la conformità dell’oggetto finito ai requisiti di idoneità di cui all’art. 3 del Regolamento CE n. 1935/2004. Le bottiglie dovranno comunque contenere almeno il 50% di Pet vergine e potranno essere utilizzate per le sole acque minerali naturali.
Il provvedimento – anche se ancora molto restrittivo dato che prevede solo il riutilizzo del Pet nelle bottiglie di acqua minerale- è tanto più significativo se si pensa che l’Italia è il primo Paese al mondo per consumo di Pet: ogni chilogrammo di R-Pet permetterà di risparmiare 1,7 kg. di petrolio equivalente con emissioni di Co2 pari a circa il 60% in meno rispetto al Pet vergine.
Per questo il senatore Pd Francesco Ferrante aveva presentato il 15 marzo scorso, una interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente per sapere se non fosse da ritenere ormai superato, dalle attuali conoscenze e dalle nuove tecnologie, il divieto del ministero della salute espresso nel 1973, che ha nei fatti impedito al nostro paese l’uso e la produzione di contenitori per alimenti in pet riciclato. L’auspicio è che questa deroga sia l’apripista al riutilizzo più esteso del Pet riciclato anche ad altri imballaggi ad uso alimentare, in modo da creare un nuovo mercato di sbocco per questo materiale.
Diego Barsotti
www.greenreport.it
22 Novembre 2024