Alla Conferenza ONU sui cambiamenti cliamtici di Cancun approvato un pacchetto che contiene una “visione condivisa” dopo il mancato accordo di Copenaghen e un testo nell’ambito del gruppo di lavoro sul Protocollo di Kyoto. Legambiente: “Un primo passo incoraggiante”. Appuntamento il prossimo anno, a Durban, in Sudafrica, con la speranza di raggiungere l’accordo globale per il dopo Kyoto
sabato 11 dicembre 2010 19:36
Si è conclusa a Cancun, in Messico, la COP16 – Conferenza ONU sui cambiamenti climatici. I 194 Paesi della Convenzione Onu hanno approvato un pacchetto che contiene una “visione condivisa” dopo il fallimento di Copenaghen, nel dicembre del 2009, e un testo nell’ambito del gruppo di lavoro sul Protocollo di Kyoto. In un’atmosfera di aspettativa generale passa un testo di estrema mediazione, grazie al ruolo di facilitazione avuto dalla presidenza messicana che permette di far ripartire un percorso multilaterale messo in crisi dalle forzature di Copenhagen. La Conferenza delle Parti ora guarda a Durban con un consenso quasi unanime, mentre la Bolivia ha ritirato il sostegno all’approvazione ai due documenti e definisce l’approvazione un ”attentato”. Il Pacchetto prevede due documenti, quello sulle Azioni di lungo termine (LCA) e un altro sul Protocollo di Kyoto (KP) che, tuttavia, vedono elusi gran parte degli argomenti controversi come la fissazione di gran parte degli obiettivi numerici, che fino all’ultimo minuto nelle bozze precedenti erano rimasti tra parentesi, blindati dai veto incrociati di Stati Uniti, Giappone, Cina e India.
“La conferenza di Cancun – commenta Legambiente in una nota – rilancia il processo verso l’accordo globale sul clima del prossimo anno a Durban e dimostra finalmente l’impegno e la volontà di tutta la comunità internazionale di rendere la lotta ai cambiamenti climatici una priorità della propria agenda politica. Un risultato affatto scontato all’inizio del vertice. Ora bisognerà definire i passi successivi per arrivare alla Cop17 pronti per definire gli impegni dei singoli Paesi e dare risposte positive alle questioni ancora aperte”.
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