Né investimenti miliardari, né tecnologie futuribili, né grandi opere. L’esperienza del comune lucchese dimostra tutta la concretezza ed efficacia della strategia Rifiuti Zero
Andare a caccia di buone pratiche. È questo l’obiettivo della commissione di esperti istituita a Campi Bisenzio per valutare le alternative agli inceneritori. L’organismo, del quale fanno parte anche due esponenti (su quattro totali) del Coordinamento dei Comitati della Piana, è stato istituito dall’amministrazione comunale in seguito al successo schiacciante ottenuto dai “no” al referendum sul termovalorizzatore. Un risultato importante per tutti quelli che da anni si battono per contrastare la soluzione di bruciare i rifiuti. La commissione compierà un largo giro di ricognizione tra le varie realtà italiane, ma anche straniere: non solo nuovi impianti di smaltimento, ma anche strategie alternative per gestire il problema.
Fra queste esperienze, una delle più interessanti si trova proprio nella nostra regione. È Capannori, in Provincia di Lucca, primo Comune in Italia ad aver aderito a “Rifiuti zero”, una strategia che prevede azioni mirate al graduale azzeramento delle parti di rifiuto non recuperabili. Una scelta strutturale, che significa modificare completamente i sistemi produttivi, così come quelli di raccolta della spazzatura. Così Capannori ha stabilito per il 2008 il raggiungimento dell’obiettivo del 60% di raccolta differenziata e per il 2011 il 75%. Noto per le sue cartiere, ma anche per la fertilità del territorio che offre ottimi vini e oli, il comune si estende per poco più di 155 km quadrati ed è abitato da circa 45.000 persone. Qui, il sistema porta a porta è ormai consolidato e coinvolge poco più di 26mila cittadini e quasi 1.800 utenze non domestiche (negozi, ristoranti, fabbriche): fra questi, la raccolta differenziata supera l’80% (con punte dell’84%). Cifre che hanno fatto schizzare Capannori al primo posto in Toscana: 53,66% nel 2006 ed oltre il 57% (ad oggi) nel 2008.
Ma come funziona questo sistema? Ogni cittadino viene dotato dei contenitori per raccogliere al meglio i rifiuti: bio-pattumiere e sacchetti in mater-bi, realizzati con un acido del granoturco e completamente biodegradabili, oltre che chiare istruzioni su come effettuare la separazione.
Un lavoro realizzato anche grazie alle associazioni locali che si sono prestate a programmi di spiegazione domiciliare. Il sistema di raccolta dei rifiuti viene realizzato senza cassonetti in strada, per nessuna tipologia di rifiuto. Il sacco, anzi i sacchi dell’immondizia, si lasciano fuori dalla porta di casa dove Ascit (l’azienda che gestisce i rifiuti, a completa gestione pubblica) effettua i ritiri settimanali: tre per l’organico, due per il multimateriale (vetro, plastiche, alluminio), uno per carta e cartone, uno per l’indifferenziato. Ci sono poi raccolte suddivise anche per rifiuti ingombranti, oli esausti, potature.
Una politica che ha consentito il raggiungimento di obiettivi davvero importanti, sia nell’ottica del rispetto per l’ambiente, che dal punto di vista economico: dall’avvio del porta a porta sono ben 9.638 le tonnellate di rifiuti “sottratti” alle discariche, per un risparmio pari a 1.542.080 euro. Grazie alla sola raccolta differenziata della carta nel 2007 si sono risparmiati: l’abbattimento di 100.000 alberi, l’emissione di 9.100 tonnellate di anidride carbonica (Co2) nell’atmosfera, il consumo di 2.850.000 litri di acqua (equivale al risparmio idrico del consumo annuo di 31.647 cittadini). Non male per un comune di 45.000 abitanti.
La strategia “Rifiuti zero” comporta dunque un importante beneficio per l’ambiente, oltre che un’evidente vantaggio economico per i cittadini: le famiglie che abitano nelle frazioni dove è presente la raccolta porta a porta hanno uno sconto del 20% sulla parte variabile della tariffa. Inoltre, a coloro che oltre a separare la parte organica la utilizzano nel proprio orto o giardino non affidandola all’azienda dei rifiuti, viene riconosciuto un’ulteriore sconto del 10% (sempre sulla parte variabile della tariffa). Una pratica che ha consentito di ridurre di molte tonnellate i rifiuti da gestire: circa il 30% dei rifiuti soldi urbani è infatti formato dalla parte umida. Gli enormi risparmi ottenuti, oltre a permettere la riduzione della tariffa, hanno portato nuove risorse anche per l’occupazione. Il porta a porta infatti, necessita di un numero più elevato di operatori: dall’inizio del programma di adozione di questo sistema ci sono state 40 nuove assunzioni. Inoltre l’azienda ambientale che gestisce i rifiuti è stata dotata di nuovi mezzi per la raccolta, più piccoli ed ecologici.
Capannori ha accompagnato tutte queste azioni con politiche sostenibili che hanno portato risultati ambientali ed economici sorprendenti. Tra queste, dal 2007 è iniziato un progressivo programma per sostituire nelle mense scolastiche l’utilizzo dell’acqua minerale con quello delle brocche di acqua del rubinetto: un’azione che significa fare a meno di 8.500 confezioni di acqua minerale all’anno. In quest’ottica il comune ha anche ideato un percorso denominato “La Via della Buona Acqua”, che valorizza la presenza delle fonti nel circondario attraverso l’utilizzo di una cartellonistica stradale, l’indicazione delle proprietà dell’acqua e le garanzie dell’assoluta sicurezza. Non solo: Capannori è stato nel 2005 il primo comune in Toscana ad adottare il sistema degli “Acquisti verdi”, realizzati con materiale riciclato e meno inquinanti.
A febbraio 2008 poi, è stato inaugurato un distributore automatico del latte alla spina, che consente al cittadino di acquistare un prodotto più fresco, genuino, oltre che economico (1 euro per un litro di latte). Tutto questo utilizzando un proprio contenitore, riutilizzandolo e risparmiando all’ambiente l’utilizzo dei contenitori “usa e getta”. Una pratica che garantisce all’allevatore un ricavo più del doppio evitando le intermediazioni e i lunghi trasporti dal forte impatto ambientale. Inoltre, un marchio chiamato “Ecosagra”, sarà assegnato dall’amministrazione comunale a tutti i comitati paesani che organizzano le sagre che eliminino l’utilizzo delle stoviglie “usa e getta”.
Tutti accorgimenti che fanno comprendere quante azioni sono necessarie, e quante altre se ne potrebbero attuare, per gestire in maniera virtuosa il sistema dei rifiuti. Una politica che è cresciuta dal basso, che ha ascoltato e coinvolto migliaia di cittadini, e che ha visto il successo grazie alla loro vera partecipazione.
Sta proprio qui la chiave di volta del successo di Capannori: volontà politica ed entusiasmo da parte di tutte le componenti (amministrazione, cittadini, ma anche azienda dei rifiuti) per un progetto affascinante. Proprio quell’entusiasmo che manca altrove. Soprattutto a Firenze. Gli amministratori fiorentini hanno incontrato più volte la realtà capannorese, che però pare interessare solo per alcune sperimentazioni. Eppure nel borgo fiorentino di Peretola, dove è in corso un progetto di porta a porta, i risultati sono ottimi: in pochi mesi si è raggiunto oltre il 60% di raccolta differenziata, con una partecipazione altissima (95%) e i cittadini soddisfatti al 90% sull’iniziativa.
Perché allora non provare, estendendo i progetti? Firenze è troppo grande per adottare questo sistema? No, lo dimostrano altri casi (San Francisco su tutti, città da 750.000 abitanti). È proprio quella volontà, quell’entusiasmo che manca, per provare a non produrli, a ridurli i rifiuti. Anziché bruciarli.
I numeri del fenomeno Capannori
57%: differenziazione rifiuti a Capannori (primo comune in Toscana)
80%: differenziazione fra i 26mila cittadini del “porta a porta”
9.638: tonnellate di rifiuti “sottratti” alle discariche dal 2005 ad oggi
1.542.080: euro risparmiati con la differenziazione dal 2005 ad oggi
100.000: alberi non abbattuti grazie alla raccolta della carta
9.100: tonnellate di emissioni di anidride carbonica non emesse nell’atmosfera
2.850.000: litri di acqua in meno consumata
20%: sconto per i cittadini sulla parte variabile della tariffa
10%: ulteriore sconto per chi fa “compostaggio domestico”
40: nuovi posti di lavoro