Ue/Unep: «Migliorare l’efficienza e il riciclaggio o triplicare l’uso di risorse entro il 2050?»
Due studi su “dissociazione”delle risorse naturali da tasso di crescita e riciclaggio dei metalli
La Commissione europea e il Programma Onu per l’ambiente hanno presentato oggi due importanti relazioni che evidenziano «La necessità di un mutamento radicale del modo in cui utilizziamo risorse rare».
Secondo la Commissione europea, il rapporto Ue Metal Recycling sui metalli «Dimostra che esiste un enorme margine di miglioramento del tasso di riciclo dei metalli: solo 18 metalli sono attualmente riciclati in misura superiore al 50%, ma per la maggioranza dei metalli questo tasso non raggiunge nemmeno l’1%».
Il rapporto “Decoupling: natural resource use and environmental impacts from economic growth”, presentato il 18 maggio dalla Commissione per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, sottolinea «La necessità di procedere a una dissociazione (ma forse sarebbe meglio dire “disaccoppiamento”, ndr) radicale del tasso di crescita dal tasso di uso di risorse se vogliamo evitare un crollo delle risorse mondiali entro il 2050 e presenta scenari basati su prove scientifiche sul futuro consumo di risorse».
Le due relazioni sono state riunite dall’International Resource Panel, un gruppo istituito per fornire una consulenza scientifica indipendente sull’uso delle risorse naturali e sui loro impatti ambientali, «Nell’intento di dissociare crescita economica e degrado ambientale». Il Resource Panel si avvale dei contributi forniti da esperti ambientali di tutto il mondo ed è diretto da Ashok Khosla, presidente dell’Iucn, e da Ernst Ulrich von Weizsäcker, ex presidente del comitato per l’ambiente del Bundestag, il parlamento tedesco.
L’Ue, presentando oggi i due rapporti, sottolinea che «Incitano i legislatori e i decisori politici a trovare soluzioni per ridurre l’uso delle risorse e aumentare il riciclaggio. La loro pubblicazione in occasione della Settimana verde apre la via alla tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse in Europa che sarà presentata tra breve dalla Commissione».
Il rapporto Ue sul riciclaggio dei metalli sottolinea: «Benché l’industria lamenti la scarsezza e i prezzi elevati di certi metalli di cruciale importanza per le tecnologie di punta, oggi si ricicla solo l’1% degli stessi, il resto viene semplicemente buttato via al termine del ciclo di vita del prodotto. La nuova relazione lancia un monito: senza un radicale mutamento di tale prassi possono rendersi indisponibili metalli critici, speciali e rari, essenziali per le moderne tecnologie. Il tasso di riciclaggio di metalli come il ferro e l’acciaio, il rame, l’alluminio, il piombo e lo stagno varia invece dal 25% al 75% a livello mondiale, ma con percentuali più basse in alcune economie emergenti. Accrescere il tassi di riciclaggio perfezionando ulteriormente i sistemi di raccolta e le infrastrutture di riciclaggio, in particolare nei paesi in via di sviluppo, permetterebbe di risparmiare milioni, anzi miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra e potrebbe creare un numero consistente di posti di lavoro “verdi”».
Secondo la relazione «Riciclare i metalli è da due a dieci volte più efficiente dal punto di vista energetico che fonderli dopo l’estrazione dalle miniere».
Secondo il commissario all’ambiente dell’Ue, Janez Potočnik, «Dalle relazioni emerge che è urgente ripensare l’economia in termini di uso efficiente delle risorse. Le sfide che ci aspettano sono enormi, ma sono convinto che saremo all’altezza. La Commissione sta finalizzando una tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse in Europa, che stabilisce un calendario modulare e prepara il terreno per le misure da adottare in futuro. Occorre un dialogo effettivo tra gli Stati membri perché ci aspettano decisioni gravi in settori come le riforme fiscali e la soppressione dei sussidi inefficaci. Accolgo anche con favore l’invito a promuovere maggiormente il riciclaggio».
Il rapporto sulla “dissociazione” dell’uso di risorse naturali e del loro impatto ambientale dalla crescita economica indica che «Se permane lo status quo, il consumo di risorse triplicherebbe da oggi al 2050, con un consumo annuo pari a 140 miliardi di tonnellate di minerali, metalli, combustibili fossili e biomassa. È chiaro che questo va evitato e che la soluzione è allora di “dissociare” la crescita economica dal consumo di risorse naturali aumentando l’efficienza dell’uso delle medesime. La relazione propone tre scenari: il più ambizioso incita le economie avanzate a ridurre di due terzi il consumo pro capite, oggi pari a 16 t/anno, mentre gli altri paesi dovrebbero rimanere sui livelli attuali. In questa ipotesi il consumo di risorse potrebbe assestarsi sui livelli del 2000».
Il direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, conclude: «La sfida per la nostra generazione è realizzare una crescita economica sostenibile e creare un’occupazione decorosa, ma secondo modalità che permettano di contenere l’impronta ecologica umana entro limiti accettabili a livello planetario. Dissociare la crescita dall’uso delle risorse naturali è una soluzione percorribile e cruciale per il passaggio a un’economia verde, efficiente e a bassa intensità di carbonio. Occorre dare impulso all’innovazione, compresa l’innovazione tecnologica, fiscale e organizzativa, attraverso politiche pubbliche intelligenti e lungimiranti, che rispecchiano le aspirazioni di una popolazione mondiale oggi di sette miliardi e che passerà a nove miliardi entro il 2050, allo stesso modo sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. L’Europa ha un ruolo centrale nel promuovere alleanze modulabili e accordi di cooperazione tali da garantire un accesso pari ed equo alle risorse a tutti i paesi del mondo».
22 Novembre 2024