Acqua, la scelta del Comune “Totale controllo pubblico”
La delibera illustrata dal sindaco de Magistris e dagli assessori realizza gli indirizzi politici della giunta e concretizza le indicazioni referendarie: “Napoli esempio per le altre città”
L’acqua di Napoli passa sotto il totale controllo pubblico. Addio SpA, l’Arin verrà trasformata in soggetto di diritto pubblico. È il primo esito del referendum. De Magistris e i suoi erano prontissimi, su questa esigenza era addirittura nato l’assessorato ai Beni comuni affidato a Alberto Lucarelli. Così ecco lo stesso Lucarelli e il sindaco presentare ieri la delibera che blinda l’acqua dall’assalto dei privati. Il tutto alla presenza anche di padre Alex Zanotelli, alfiere della battaglia per l’acqua pubblica, soddisfatto della mossa della nuova amministrazione.
Cinque i punti della delibera. Il primo stabilisce per l’appunto il principio e la natura di «bene comune» dell’acqua, «non assoggettabile a meccanismi di mercato». Vi si specifica inoltre che «la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici». Il secondo fissa l’esigenza di consultare il Forum dei movimenti per l’acqua. Il terzo stabilisce di procedere alla audizione di esperti nei settori giuridico, economico e aziendale, per produrre un modello di gestione coerente con i principi affermati. Il quarto propone anche il web come territorio su cui garantire trasparenza e partecipazione. Il quinto è la svolta amministrativa propriamente detta, ovvero il mandato a modificare lo statuto dell’Arin e a proporre quello nuovo al consiglio comunale per l’approvazione .
Lucarelli è orgoglioso del suo primo passo: «Siamo la prima città di Italia a cinque giorni dalla consultazione popolare per l’acqua pubblica a dare un segnale così forte». Il sindaco ne approfitta per rilanciare anche altri provvedimenti già messi in agenda, come «l’apertura di alcune fontane pubbliche e la richiesta ai locali e ai ristoranti di utilizzare bicchieri e brocche di vetro e non monouso».
di ROBERTO FUCCILLO Repubblica
IL TESTO DELLA DELIBERA sull’acqua pubblica approvata dalla nuova giunta napoletana. E’ un testo innovativo e che si può riproporre ovunque. Ecco il testo integrale.
La Giunta, su proposta dell’Assessore ai Beni Comuni, Informatizzazione e Democrazia Partecipativa,
Premesso
che l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile e all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all’articolo 2 della Costituzione;
che con la promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è progressivamente affermata a livello mondiale;
che il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinchè sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni;
che la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell’Acqua dichiara “l’acqua è un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinchè “la gestione delle risorse idirche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;
che, inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;
che il principio dell’accesso all’acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall’assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);
Considerato
che l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l’abrogazione sia dell’articolo 23bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell’articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152;
che sussistono, pertanto, le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei servizi idrici;
che è opportuno introdurre nell’ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale al fine di garantire l’accesso all’acqua per tutti;
Considerato, infine,
che l’Amministrazione comunale condivide sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale del Forum dei movimenti per l’acqua, che coinvolge un sempre maggiore numero di enti locali in tutto il Paese, e ritiene opportuno, anche in relazione all’assetto costituzionale, sviluppare un’azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, che superi il modello di gestione mediante affidamento a soggetto giuridico privato nella forma di s.p.a. a totale capitale pubblico con unico azionista e ha come obiettivo la realizzazione di un modello di gestione pubblica-partecipata, mediante affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico;
Ritenuto
che è necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dell’acqua come bene comune;
che è opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
che uno degli obiettivi è rendere la società di gestione del servizio idrico un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione;
Vista la deliberazione della Giunta comunale n. 587 del 29 aprile 2011 che ha confermato la gestione pubblica dell’acqua a mezzo dell’ARIN S.p.a., società in house providing;
La parte narrativa, i fatti, gli atti citati, le dichiarazioni ivi comprese sono vere e fondate e quindi redatte dal Dirigente del Servizio sotto la propria responsabilità tecnica, per cui sotto tale profilo, lo stesso dirigente qui di seguito sottoscrive
IL DIRETTORE GENERALE
dott. Vincenzo Mossetti
DELIBERA
1) di fare propri e approvare i seguenti principi:
* l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
* la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
2) di procedere, di concerto con il Forum dei movimenti per l’acqua, alla consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
3) di procedere all’audizione di esperti nei settori giuridico, economico, aziendale, al fine di acquisire ulteriori conoscenze per l’elaborazione di un modello di gestione coerente con i principi richiamati;
4) di garantire l’attività di consultazione e di condivisione in condizioni di massima trasparenza e partecipazione, anche mediante l’utilizzo del web;
5) di dare mandato agli Uffici competenti di predisporre le necessarie modifiche statutarie da proporre al Consiglio comunale per la trasformazione dell’ARIN S.p.a. in soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione.
IL DIRETTORE GENERALE L’ASSESSORE AI BENI COMUNI E ALL’ACQUA PUBBLICA Dott. Vincenzo Mossetti Prof. Alberto Lucarelli
L’ASSESSORE ALLE RISORSE STRATEGICHE
Prof. Riccardo Realfonzo