Luigi De Magistris, Tommaso Sodano, Raphael Rossi e Raffaele Del Giudice: quattro uomini per mettere fine a diciotto anni di emergenza rifiuti. Riusciranno gli ambientalisti di palazzo San Giacomo a vincere le lobby della spazzatura e le cricche dell’ immondizia?
Il primo round sembra averlo vinto Luigi De Magistris, il nuovo sindaco di Napoli, ma il lungo match dell’ emergenza rifiuti – che va avanti quasi da diciotto anni – è ben lungi dall’ essere vinto. L’ex-pm è fiducioso e dichiara a tutti i microfoni “Napoli diventerà autonoma” emancipandosi da Provincia, Regione e Governo per la gestione della spazzatura. Fa affidamento allo storico orgoglio napoletano e alla capacità dei cittadini partenopei di “darsi da fare”, ma soprattutto sulla task-force ambientalista che ha messo in piedi per combattere il primo dramma della terza città d’ Italia.
Oggi, il centro di Napoli è pulito. La periferia, invece, soffre ancora sotto tonnellate di rifiuti, 1380 la giacenza non raccolta. Per il sesto giorno di fila, come rende noto il neo-presidente di Asia, Rapahel Rossi, vi è stata la diminuzione della quantità di spazzatura in strada. Grazie alla possibilità di sversare negli impianti di Chiaiano, Giugliano, Tufino, e nei siti di trasferenza a Caivano e Acerra, la società municipalizzata addetta alla raccolta dei rifiuti è riuscita – lavorando 24 ore su 24 – a dare respiro all’ intera città. Rimane critica la situazione a Soccavo e Pianura, con 200 tonnellate a terra, altrettante a Fuorigrotta. Difficile la situazione anche a Napoli est: tra i quartieri di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio si registrano ancora 250 tonnellate non raccolte.
Miracolo napoletano? Luigi De Magistris ne va fiero, ma l’ allerta è per domani, quando gli Stir saranno nuovamente saturi. Regione e Provincia, che hanno la responsabilità sulla gestione dei flussi e degli impianti, non hanno ancora reso note soluzioni. Nel Consiglio di Ministri di domani, nonostante le polemiche per la mancata messa all’ordine del giorno del decreto rifiuti, il ministro dell’ ambiente Stefania Prestigiacomo ha assicurato che la questione sarà discussa.
Al momento, sono quattro gli uomini su cui grava il peso di risolvere l’ emergenza rifiuti a Napoli. Il primo, ovviamente, è proprio Luigi De Magistris – che ha incentrato parte della sua campagna elettorale proprio sulla necessità di realizzare un ciclo virtuoso dei rifiuti in città. Subito sotto troviamo il vice-sindaco e assessore all’ Ambiente, Tommaso Sodano. Infine, ci sono due pezzi da novanta dell’ ambientalismo – Rapahel Rossi, presidente di Asia voluto direttamente dal sindaco e al centro di una rara vicenda di legalità all’ Amiat di Torino (dove denunciò mazzete e spreco di denaro pubblico per milioni di euro) a cui si affianca Raffaele Del Giudice, il direttore di Legambiente Campania e volto carismatico delle battaglie contro discariche e inceneritori. Il nodo gordiano è la messa in atto della raccolta differenziata spinta: un progetto ambizioso in una città come Napoli, dove finanche la raccolta del “tal quale” sembra impossibile.
“Autonomia” è la parola d’ ordine per Luigi De Magistris. Dopo il colpo basso leghista, dopo che Napoli è stata lasciata a marcire sotto tonnellate di rifiuti per giorni senza che il Governo accennasse a intervenire – e dopo i sospetti di boicottaggio del piano di raccolta differenziata – il primo cittadino decide di imboccare la strada della gestione indipendente del ciclo dei rifiuti. L’ ex-pm è convinto di aver portato una rivoluzione a palazzo San Giacomo, di aver rotto i rapporti tra la politica napoletana e la camorra e di aver scatenato la reazione tremenda delle lobby economiche e dei potentati locali, che stanno facendo di tutto per mettere in difficoltà la sua amministrazione.
Il vice-sindaco Tommaso Sodano, ex-presidente della Commissione Ambiente del Senato, ha da subito predisposto un piano di emergenza per l’ inizio della raccolta differenziata in tutti i quartieri di Napoli, anche in quelli dove non sarà da subito disponibile il servizio Porta a Porta. Si tratta delle isole ecologiche mobili, postazioni in grado di essere spostate in città e che permettono il riciclo di carta, plastica, multimateriale, ma anche pile e farmaci scaduti. Insomma, come afferma l’ assessore all’ Ambiente, si tratta di “educare gradualmente la popolazione a effettuare la differenziata”. Una grande sfida in vista dell’ allargamento del Porta a Porta a tutta la città.
La nomina di Raphael Rossi come nuovo presidente di Asia è stata uno dei primi atti della Giunta Comunale, segno della forte volontà di dare una sterzata alla gestione della società che per anni Daniele Fortini aveva guidato nella scellerata gestione di discariche e il tentativo di costruire inceneritori. Rossi viene da Torino, dove era stato vice-presidente dell’ Amiat (Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino) e dove aveva denunciato l’ acquisto di macchinari inutili e costosi per i cittadini. La vicenda fu al centro di una puntata di Report, la trasmissione giornalistica di Raitre condotta da Milena Gabanelli, in cui si ricostruì anche il licenziamento di Raphael Rossi a seguito del rifiuto di una mazzetta per il suo silenzio sull’ illecito. Si tratta anche di un tecnico di notevole spessore, grazie al quale la raccolta differenziata Porta a Porta ha raggiunto enormi livelli di incidenza a Torino. Rossi aveva già preso parte, nel 2007, all’ elaborazione di un piano per la Raccolta Differenziata a Napoli, soltanto parzialmente attuato dalla precedente amministrazione. Ora tocca a lui metterlo in pratica.
Il nuovo presidente di Asia afferma che quel piano di raccolta differenziata era partito bene, ma che è mancata la volontà di estenderlo al resto della città. Nei prossimi tre mesi, il Porta a Porta sarà esteso a 330 mila abitanti, duecentomila in più di quelli attualmente serviti dal servizio. Uno sforzo di molte volte più intensivo di quello svolto negli ultimi cinque anni di governo a Napoli.
La prima soluzione trovata dal nuovo presidente è stata proprio l’adozione delle tre nuove isole ecologiche mobili, scelta resasi necessaria visto l’ ordine giunto da palazzo San Gicomo di estendere immediatamente la raccolta differenziata in tutti i quartieri della città. Tutto per sopperire alle mancanze delle precedenti amministrazioni, che non sono state in grado di aprire tutte e dieci le isole ecologiche previste in città. Una misura per affrontare l’ estate e che si spera riuscirà a sensibilizzare i cittadini verso la differenziazione dei rifiuti.
Raffaele Del Giudice è il volto più conosciuto dagli ambientalisti della Campania. Parte della sua storia è stata raccontata nello splendido documentario “Biutiful Cauntri” dove il direttore di Legambiente Campania mostra lo scempio ambientale compiuto dalle discariche abusive nel triangolo della morte (Acerra, Nola e Marigliano) e nella cosiddetta Terra dei Fuochi tra Napoli e Caserta, senza dimenticare quelle aperte dallo Stato e spesso più nocive di quelle della camorra – come nel caso della discarica di Villaricca, quando durante una visita dell’ allora commissario Guido Bertolaso, De Giudice gettò un sasso in un enorme lago di percolato.
Originario di Qualiano, Raffaele Del Giudice è stato eletto all’ unanimità direttore di Legambiente Campania nel 2008, mentre nel 2007 era stato eletto “ambientalista dell’anno” dalla rivista “La Nuova Ecologia”. Sono 20 anni che Del Giudice combatte battaglie in nome dell’ ambiente e contro i disastri ambientali della Campania.
Oggi Raffaele Del Giudice è consigliere dell’ Asia. Ci tiene a sottolineare lo sforzo fatto dal personale, che per ripulire Napoli sta lavorando a ciclo continuo, dimostrando che se ci sono i punti dove smaltire i rifiuti la città può farcela. Grande è la stima per Raphael Rossi e un punto fisso: puntare sulla raccolta differenziata. Secondo Del Giudice, l’ amministrazione De Magistris è riuscita a evitare il trappolone nella quale erano cadute quelle precedenti, ovvero il circolo vizioso dell’ emergenza. “Nonostante i rifiuti in strada, non abbiamo distolto la nostra attenzione dalla partenza della raccolta differenziata”, d’altronde l’ emergenza – nonostante i numerosi allarmi lanciati da Legambiente e da tanti altri ambientalisti – è scattata proprio con i primi caldi, all’ indomani dell’ insediamento della nuova Giunta Comunale: “La chiave di svolta per Napoli è cominciare con la raccolta differenziata porta a porta”.
Riusciranno questi quattro uomini a fare quello che diciotto anni di commissariamenti, gestioni emergenziali, piani rifiuti alternativi hanno fallito? Riuscirà la task-force ambientale di Napoli a salverare la città dall’ emergenza rifiuti? Tra sei mesi potremo scoprirlo, l’ obiettivo è il 70% di raccolta differenziata promesso dal sindaco in campagna elettorale.
21 Novembre 2024