Alcune considerazioni su quanto accaduto nella formazione dell’Autorità di Ambito sui rifiuti a livello interprovinciale
Una politica dal basso, con il coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte e nei progetti più importanti di un’amministrazione, come è stato, ad esempio, per le politiche ambientali a Capannori in questi anni, fanno sperare che si possa ricostruire una politica ancorata ai veri ed urgenti bisogni del territorio, della cittadinanza, dell’ambiente e per un futuro socialmente ed ambientalmente più sostenibile.
Quando queste esperienze, dalla sperimentazione passano alla dimostrazione che l’alternativa esiste veramente, si scontrano contro uno status quo che invece mira a non modificare certe politiche ed equilibri del passato legati ad interessi particolari e ad una politica che è invece lontana dalla gente.
Nel processo politico di formazione dell’Ato costa sui rifiuti (aggregazione di 111 comuni in seguito alla nuova legge regionale di settore) è successo proprio questo: l’esclusione di chi afferma e dimostra che un’altra politica sui rifiuti, più partecipata, più sostenibile, più attenta alle urgenze ambientali è vantaggiosa per tutta la comunità e le future generazioni.
Di fronte a queste scelte, a questi comportamenti di una politica arrogante ed ottusa, viene da chiedersi quali siano gli spazi di partecipazione, quale sia il rispetto per la democrazia e per i processi partecipativi adottati con tanta forza solo a Capannori con i risultati che tutti noi conosciamo.
Di fronte a queste sconfitte della politica occorre chiedersi e cercare di capire come reagire, come invece cercare di far prevalere la verità e le buone pratiche rispetto ad un potere che nega l’evidenza e l’urgenza di cambiare direzione. Penso che tutto questo sia un elemento in più per farci capire quanto Capannori abbia infastidito la potente politica legata ai grandi investimenti, agli impianti di smaltimento (si parla già di 90 milioni di ero per l’ampliamento dell’inceneritore di Livorno), dello scontro con una visione che è più ambientalista e seria sulla problematica della sostenibilità.
Questo non deve né abbatterci né farci sentire il peso delle tante forze e dei tanti poteri che vedono il caso di Capannori come fumo negli occhi, ma anzi deve farci capire quanto sia importante far crescere ed alimentare i processi partecipativi e le buone pratiche. Probabilmente dovremo difendere con grande fatica ed impegno tutto quello che è stato i lavoro di tutti questi anni e siamo consapevoli che la partecipazione politica spesso è una partecipazione di trincea per conquistare democrazia e partecipazione, dovendo sempre cercare di difendere dai continui attacchi conservatoristici, ogni singolo passo e conquista.
21 Novembre 2024