Secondo i dati raccolti, l’81,5% delle case ha un isolamento termico medio o scarso, quasi il 50% degli impianti termoidraulici è obsoleto
Qual è lo stato di salute delle abitazioni e degli impianti di riscaldamento e di raffrescamento in Italia? Secondo un’indagine interna di Domotecnica, presentata nell’ambito del 13° Congresso Nazionale Domotecnica che si è tenuto la scorsa settimana a Milano, nelle case degli italiani c’è ancora una scarsa diffusione di impianti ad alta efficienza energetica e/o ad energie rinnovabili.
L’indagine, che ha interpellato 4.367 famiglie italiane e non è comunque rappresentativa dell’universo nazionale, rivela che il 79,2% degli edifici italiani è stato costruito prima del 1980 e solo il 10,1% dopo il 2000. Inoltre, l’81,5% delle abitazioni è caratterizzato da un livello di isolamento termico valutato dagli inquilini come medio o scarso; quasi la metà (49,5%) degli impianti termoidraulici installati sono stati realizzati prima del 1990 e solo il 27,3% dopo il 2000.
Impianti di riscaldamento obsoleti
Solo il 13,5% delle famiglie interpellate dichiara di aver installato, per il riscaldamento e/o produzione di acqua calda sanitaria, delle caldaie a condensazione, più efficienti di quelle tradizionali. A questo si aggiunge il fatto che l’87% dei sistemi per l’emissione di calore presenti negli stabili italiani sono radiatori di tipo tradizionale (termosifoni), soluzioni che non permettono di limitare gli sprechi energetici.
Al contrario, solo il 5% delle abitazioni viene riscaldato mediante impianti più efficienti, come quello radiante (pavimento/soffitto/parete), o utilizzando radiatori con valvole termostatiche (4%) che consentono di ridurre gli sprechi impostando la temperatura nei diversi ambienti.
Impianti a biomasse
Per quanto riguarda il rapporto con le energie rinnovabili, gli italiani – secondo l’indagine interna di Domotecnica – si dimostrano restii ad adottare queste tecnologie anche se, in linea generale, preferiscono le biomasse rispetto al solare termico o al fotovoltaico. Il 18,9% utilizza per il riscaldamento impianti a biomasse (legna e pellets): in particolare, il 12,2% possiede un caminetto a legna, il 3,5% stufe a legna e il 3,2% a pellets.
Solare termico e fotovoltaico
Per quanto riguarda gli impianti solari termici, solo il 5,6% degli italiani interpellati da Domotecnica utilizza questa tecnologia per il riscaldamento (1,2%) e per la produzione di acqua calda sanitaria (4,4%). Inoltre solo il 2,5% ha dichiarato di aver installato un impianto fotovoltaico per la per la produzione di energia elettrica e nella maggior parte dei casi si tratta di un impianto con una potenza nominale di 3 kWp.
Serramenti e infissi
Sul fronte della tipologia delle finestre adottate, scelta che influisce direttamente sulla classe energetica di un’abitazione, secondo i dati di Domotecnica, il 49,3% delle famiglie dichiara di avere infissi in legno con vetro doppio, il 23,7% in legno con vetro singolo, il 16,2% in alluminio con doppio vetro, il 4,9% in PVC, il 3,4% in alluminio con vetro singolo e solo il 2,5% con doppio serramento.
“L’endemica situazione di degrado del patrimonio immobiliare italiano – sottolinea in una nota Domotecnica – rappresenta un forte ostacolo al raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20 indicati dalla Comunità Europea, e rende necessaria una rapida inversione di tendenza, che, per essere attuata, presuppone la necessità di individuare da un lato politiche incentivanti sul fronte dell’efficienza energetica, dall’altro formare i professionisti affinché siano in grado di affrontare queste sfide. Un impegno che coinvolge gli oltre 85 mila impiantisti idrosanitari su tutto il territorio nazionale”.
“Siamo d’accordo con la linea di Confindustria per quanto riguarda la proroga degli incentivi del 55% – commenta Luca Dal Fabbro, ad di Domotecnica –. Anzi, ribadiamo la necessità che il Governo garantisca una stabilità delle regole e degli incentivi all’efficienza energetica, che è la vera risorsa inutilizzata del nostro Paese. Siamo convinti che la strada corretta da perseguire sia quella di agevolare un consumo più corretto dell’energia. In Italia, infatti, il sistema incentivante premia infatti quasi esclusivamente la produzione di energia da fonti rinnovabili trascurando l’efficienza energetica. Per questo chiediamo incentivi più forti e più stabili per questo settore”.
Saglia: più stabilità per la detrazione 55%
In proposito va ricordato che il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’energia, Stefano Saglia, intervenendo al Congresso Nazionale, ha annunciato che tra i vari punti del decreto legge per la crescita in preparazione “ci sarà quello che darà alla detrazione del 55% maggior tempo. Infatti il rinnovo annuale non permette ai cittadini di sfruttarne appieno le potenzialità”.
22 Novembre 2024