Parla l’archeologo e storico dell’arte: «Siamo il territorio più franoso d’Europa ma continuiamo imperterriti a costruire».
«Il dramma in Liguria e Toscana è l’ennesima prova che l’abusivismo non è l’unico problema».
Professor Salvatore Settis, il Belpaese è di nuovo sotto shock. Stavolta, però, il dramma non colpisce il sud “abusivo”.
L’Italia, non solo le regioni del sud dove certamente l’abusivismo è più diffuso, ha il territorio più franoso d’Europa. La Liguria, per tasso di occupazione del suolo, è ai vertici. Ed è un’occupazione legale, perché permessa da leggi fatte in modo da consentire quest’espansione. Per non parlare del livello di sorveglianza, che è minimo.
E la Toscana?
La Regione ha di fatto delegato i Comuni il regime delle autorizzazioni paesaggistiche e ambientali. L’amministrazione regionale può intervenire solo dopo. Questo modo di agire ha portato a delle “perversioni”, che anche in questi territori sono in crescente aumento. In Toscana l’assessore all’Urbanistica, Anna Masson, sta facendo un buon lavoro cercando di avviare una revisione della legge 12005. Ma l’intera Regione si muove in modo contraddittorio. Il centrosinistra, che governa prevalentemente questo territorio, non si sta comportando diversamente dal centrodestra.
I fondi per la prevenzione?
Stiamo spendendo molto meno di ciò che servirebbe ma continuiamo a costruire opere, pubbliche e private, come se nulla fosse. Un esempio è lo Stretto di Messina: ci vorrebbero 2-3 miliardi per consolidare le coste e la prevenzione dei dissesti nell’area, mentre per il Ponte ce ne vorrebbero molti di più. Però i fondi per i primi non ci sono, mentre per il Ponte si possono trovare. è una politica di spesa pubblica contro l’ambiente e la vita dei cittadini.
L’Italia ha bisogno di tutta questa espansione edilizia?
Assolutamente no! Abbiamo il più alto tasso di consumo del suolo ma il più basso d’aumento demografico. Un altro esempio? In provincia di Treviso è invenduto il 40% del costruito negli ultimi 5 anni, ma sono state aumentate le possibilità di costruire. A Roma sono 100mila gli appartamenti invenduti. E poi bisogna uscire anche dal ricatto “se non si costruisce non si lavora”. I posti di lavoro si possono salvare abbattendo gli abusi, riqualificando e gestendo al meglio il costruito che c’è già. E se si recuperasse anche solo parte dell’enorme evasione fiscale, 120 miliardi l’anno, si potrebbero affrontare priorità come l’ambiente, la scuola, la cultura.
Valerio Ceva Grimaldi
Terra
24 Novembre 2024