Sapete quanti rifiuti generiamo ogni volta che cambiamo il pannolino ai nostri piccoli? Nella vita di un bimbo, si arriva a generare fino a 5 tonnellate di rifiuti coi pannolini, pari al 20% dell’intera spazzatura!
Fino agli anni ’60, in Occidente esistevano solo panni di stoffa lavabili, poi con la progressiva introduzione dei pannolini usa e getta questi sono stati accantonati poiché non ritenuti più così comodi.
Attualmente il pannolino si è imposto sul mercato a prezzi davvero esorbitanti, giustificati (a parer dei produttori) dalle innovative caratteristiche che lo renderebbero sempre più competitivo. Ogni dettaglio è curato ai minimi termini, finendo col dimenticare quella che dovrebbe essere la sua funzione originaria, ma soprattutto la sua destinazione ultima: il bidone della spazzatura dopo appena qualche ora di “consumo”!
La Coop ha lanciato sul mercato i pannolini lavabili dopo aver testato l’impatto sul consumatore della Regione Toscana nel corso del 2008. Le mamme sembrano essere sempre più attente agli acquisti eco-consapevoli, perché allora non riproporre un vecchio e caro metodo col quale i nostri antenati hanno cresciuto i loro piccoli?
Il pannolino si compone di tre elementi: una mutandina al 95% in cotone e al 5% in poliuretano per garantire l’impermeabilità; il pannolino assorbente in cotone biologico, lavabile in lavatrice fino a 60°; un velo biodegradabile destinato alla raccolta delle feci che può essere gettato tranquillamente nel WC.
Acquistare questo prodotto comporterà un risparmio di circa 1000 euro per ogni bambino in 3 anni, una cifra davvero elevata!
La Coop ha voluto dimostrare come sia possibile investire su un qualcosa che aiuti a ridurre la produzione di rifiuti, risparmiare energia e diminuire l’emissione di anidride carbonica.
Quando si dice i rimedi della nonna…
di Alessia Fistola
22 Novembre 2024