Nascosti sottoterra i rifiuti dell’edilizia
Dall’area di Marlia messa sotto sequestro emergono lastre di fibrocemento e si teme la presenza dell’eternit
Affiorano lastre di fibrocemento dal terreno di Marlia dove da domenica polizia municipale, Asl, Arpat e procura sono al lavoro per un grave episodio di inquinamento ambientale. Ieri mattina sono entrate in azione le ruspe, che hanno scavato fino ad un metro di profondità, riportando alla luce i pezzi di una copertura in fibrocemento, probabilmente di un capannone industriale. Lo stesso materiale che è stato rinvenuto nel cassone del camion parcheggiato in quello stesso terreno dai lavoratori dell’impresa edile siciliana, la Cmc Impianti, che ha acquistato il fondo da una famiglia residente nella Piana. Il caso è emerso nei giorni scorsi, quando la polizia municipale di Capannori, allertata da alcuni residenti della zona che avevano notato movimenti sospetti su quell’appezzamento di terra, in località S. Caterina (Marlia), hanno effettuato un sopralluogo. La situazione è parsa subito preoccupante. Nel terreno erano stati individuati, insieme al camion, un piccolo escavatore e uno schiacciasassi. A terra, invece, tra le zolle di terreno smosso di fresco, piccoli pezzi di fibrocemento. L’allarme è stato immediato, temendo fin da subito l’ennesimo caso di discarica abusiva, ma questa volta interrata. Il terreno ed i mezzi sono stati immediatamente messi sottosequestro dall’autorità giudiziaria, il titolare della ditta edile, un uomo originario della Sicilia, ma da tempo attivo in Lucchesia, sentito dagli inquirenti. Ieri mattina, infine, sono partiti i sondaggi. «Abbiamo ritrovato molte lastre in fibrocemento, interrate a circa un metro di profondità. Insieme a queste, pezzi di una copertura in catrame. Ci sembra di capire che il tutto derivi dallo smantellamento del tetto di un capannone – spiega il comandante della polizia municipale di Iva Pagni – Asl e Arpat hanno prelevato dei campioni e stanno facendo alcune analisi». Insomma, si sta tentando di capire se in quelle lastre di fibrocemento ci sia traccia di eternit. In quel caso, infatti, la portata dell’inquinamento ambientale sarebbe assai superiore, proprio per la pericolosità dell’eternit, notoriamente un materiale cancerogeno. Le analisi saranno pronte in pochi giorni. Nel frattempo, l’area rimane sotto sequestro e anche le indagini da parte della procura proseguono. Il proprietario della ditta rischia una condanna penale. «Vorrei sottolineare l’enorme contributo svolto in questa vicenda dai cittadini – dice l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci – È grazie ad una loro segnalazione se la polizia municipale è riuscita a scoprire questo grave caso di abbandono dei rifiuti. Li voglio ringraziare, perché il loro impegno è stato fondamentale». Senza l’esposto, infatti, non sarebbe stato semplice individuare la discarica. Il terreno si trova in aperta campagna, al termine di una stradina sterrata difficile da individuare. Sono stati i movimenti strani degli operai della ditta edile ad insospettire i residenti della zona: di giorno mai nessuno lavorava in quel terreno, con i mezzi. Nessun movimento, fatta eccezione per la terra smossa e rullata di fresco. Ma tanto è bastato per far partire le indagini che hanno portato ai primi ritrovamenti. Arianna Bottari
Tirreno 23 Marzo
25 Novembre 2024