Un materiale di recupero diventa preziosa risorsa per arredare lo spazio con oggetti unici ed ecologici. Un giovane designer parigino racconta come una passione diventa mestiere.
Sul suo biglietto da visita si legge: Fells Cartonniste. Lui è Fabrice Chartrain, giovane trentenne parigino di origine italiana, che dopo gli studi di arti plastiche ed esperienze variegate nel mondo del lavoro, ha deciso di inventarsi un mestiere all’insegna dell’ecologia, a metà strada tra design e artigianato artistico.Percorsi, esperienze, incontri casuali e coincidenze della vita lo hanno portato a creare il suo atelier di mobili in cartone, diventando parte della giovane e fervida comunità di “maestri cartonai”.
Chi è FELLS, e come è nata la tua avventura?
«Facevo design industriale per una grossa azienda, ma il mio lavoro non mi soddisfaceva particolarmente, perché non lo sentivo veramente mio. Avevo voglia di seguire una strada alternativa, che potesse valorizzare le mie competenze di designer e concedermi libertà d’espressione, nel rispetto per gli ideali in cui credo. La scintilla si è accesa quasi per caso. Passavo spesso davanti ad un laboratorio di un’artigiana cartonaia. Un giorno, per curiosità sono entrato ed ho parlato con la titolare: mi sono accorto subito di condividere la sua stessa visione, così ho cominciato a seguire il suo atelier. Dopo una formazione professionalizzante, ho deciso di lanciare la mia attività personale».
Quale sarebbero la visione e gli ideali di un designer cartonaio?
«Il cartone e la carta sono materiali di costruzione antichi, ma tuttora molto impiegati nell’architettura cinese e giapponese. É un materiale flessibile ed ecologico che permette di essere personalizzato a proprio piacimento. Ciò smentisce due pregiudizi diffusi riguardo ai mobili di cartone: il primo riguarda la materia in sé. L’idea generale di chi non conosce la storia di questa risorsa è che il cartone sia un materiale povero, quindi essenzialmente per poveri. L’altro pregiudizio riguarda la qualità. Si pensa che non sia un materiale resistente e durevole. Con il mio lavoro, metto in discussione entrambi i pregiudizi: ciò che faccio è dare l’esempio di una politica di recupero per offrire una seconda vita ad un rifiuto, che rifiuto in realtà non è, perché si trasforma in un oggetto di design ecologico. É quindi una visione che si ispira molto alla filosofia del do it yourself e al movimento Art & Craft, fiorito a fine Ottocento, che indicava un’alternativa alle emergenti culture di produzione e consumo, optando per la produzione di oggetti creati a mano ed essenzialmente anti-industriali.».
Chi sono i tuoi clienti e perché cercano un mobile di cartone?
«Le persone che si rivolgono al mio atelier arrivano per passaparola, tramite reti sociali, o perché hanno visto alcune mie creazioni all’interno delle esposizioni a cui partecipo. Indubbiamente si tratta di una fascia di mercato di nicchia, che si sviluppa abbastanza velocemente. É un prodotto che richiama l’interesse di una parte di consumatori sensibili alle tematiche del recupero, dell’ecologia ed al tempo stesso dell’arte, e che inoltre desiderano imparare qualcosa di nuovo. Nel mio atelier realizziamo ogni tipo di oggetto, dal più piccolo e semplice come vassoi e contenitori, al più impegnativo tra cui sedie, poltrone, tavoli, armadi e minilibrerie. Perché il cartone ondulato può sostenere anche pesi importanti, se ben costruito».
Nella tua attività, c’è un legame stretto tra l’aspetto della creazione e quello della formazione.
«Vero. Così come ho ricevuto un sapere, fin dall’inizio ho ritenuto necessario trasmetterlo a chi nutre la stessa mia curiosità e passione. Inoltre, sono i miei clienti che richiedono di partecipare alla costruzione del loro mobile. I miei corsi sono rivolti a coloro che vogliano passare dei momenti di svago e creatività, imparare qualcosa di nuovo e portare a casa un mobile utile, fatto con le proprie mani anziché comprato in un negozio. Chi partecipa, trova che sia piacevole apprendere una tecnica divertendosi, ed al tempo stesso conosce la storia di un oggetto che entrerà nello spazio quotidiano personale. Io dirigo il lavoro, metto la tecnica e assisto. Poi il valore aggiunto del prodotto finale è dato dalla voglia e dall’entusiasmo che la singola persona ci mette per realizzarlo».
Come si misura il valore di una creazione di FELLS?
«Non bisogna credere che un mobile o un oggetto di cartone abbiano poco valore. Ci sono oggetti di plastica che costano tantissimo, nonostante siano prodotti in serie. Invece un mobile di cartone è unico, ed il suo prezzo di solito è abbastanza elevato, perché si paga il design e il lavoro di un artigiano. Per fare anche solo un piccolo oggetto ci vogliono alcune ore di lavoro; per un mobile intero, dalle forme complesse e dimensioni importanti, si può arrivare ad alcune settimane. Personalmente poi, lavoro scegliendo materiali non tossici, perché mi interessano la qualità di un oggetto ed il suo impatto sulla salute».
Cosa consigli a chi vorrebbe diventare designer cartonaio?
«Una buona formazione. Poi per avviare il mestiere di designer del cartone non ci vogliono molte spese di base, ma tanta energia del corpo, unita a tecnica e creatività. Il cartone non si compra, alla base della filosofia di questo mestiere c’è il riciclo del materiale, che si recupera in accordo con i negozi, che hanno anch’essi interesse a disfarsene. Poi un taglierino, della colla ad acqua, pittura non tossica ed un’idea innovativa in testa. Questi gli ingredienti di base per un mestiere che richiede però una pratica costante, per affinare la propria bravura ed espressione. Disegnare un modello, valutare la forma e la resistenza, imparare i gesti per tagliare e assemblare, insomma c’è tutta una fisicità da sperimentare. Impegno e formazione continua portano un beneficio, anche sotto l’aspetto economico, che si vede poi nel tempo».
21 Novembre 2024