Ecco l’appello lanciato dagli organizzatori della mobilitazione:
Serve un nuovo modello di economia e di governo del territorio
Alle porte del quarto anno di crisi le parole d’ordine sono sempre più marcatamente: de-industrializzazione, precarizzazione, bassi salari, tagli ai servizi pubblici, speculazione finanziaria e edilizia, riduzione degli spazi di democrazia. In tale contesto l’apertura di un punto vendita IKEA nell’area dei Navicelli a Pisa rappresenta la riproposizione di un modello vecchio che va decisamente superato.
IKEA “crea” posti di lavoro distruggendone altri, spesso di migliore qualità, nel settore del mobile e nella piccola e media distribuzione locale. IKEA offre posti precari, part-time o a chiamata, senza qualifica e senza prospettive, in parte destinati a coprire gli esuberi di altri punti vendita. Ma soprattutto, offre un contributo all’occupazione inferiore a quello che potrebbe venire da un serio investimento produttivo, volto a re-industrializzare l’area dei Navicelli introducendo produzioni ad alto contenuto tecnologico, sociale e ambientale, valorizzando ricerca e innovazione.
IKEA è il prototipo della grande distribuzione e del commercio su lunga distanza: vende con un design accattivante merci a costo medio-basso, approfittando degli standard lavorativi e ambientali più bassi vigenti in altri paesi. La sua apertura a Pisa peggiorerà la qualità della vita degli abitanti di Porta a Mare, CEP e Barbaricina, sommando altro traffico e inquinamento a quello già esistente e a quello che deriverà dall’area ex Saint Gobain. Le undici nuove rotonde sull’Aurelia, costruite a spese della collettività, rischieranno di aggravare il problema e renderanno più difficili gli attraversamenti pedonali.
IKEA, per come è stata accolta dall’amministrazione di Pisa, ha segnato una forte regressione sul piano del governo del territorio: si è affermato un approccio a-democratico, disorganico ed estremamente aggressivo nei confronti dei Comuni vicini. La richiesta di insediarsi ai Navicelli, assunta dal Comune senza discutere, ha rovesciato l’impostazione fondamentale del Piano Strutturale d’Area che ha impegnato i consigli comunali di Pisa, Cascina, Vecchiano, S. Giuliano, Calci e Vicopisano alla fine del 2010. La corsa dei Comuni ad ospitare il punto vendita ed a promuovere l’occupazione di propri cittadini ha significato la rinuncia ad un coerente approccio territoriale allo sviluppo. I cittadini non hanno mai avuto la possibilità di esprimersi sul progetto e i tempi “cinesi” di approvazione sono andati a discapito delle valutazioni strategiche e ambientali.
Per uscire dalla crisi dobbiamo invertire la rotta. Va rimessa al centro la produzione di beni sociali, la creazione di posti di lavoro di qualità e con salari adeguati, collegamenti virtuosi tra insediamenti produttivi e territori, investimenti pubblici in ricerca e innovazione invece che in aggiustamenti alle infrastrutture viarie su richiesta di privati.
Per tutti questi motivi diciamo NO all’insediamento di IKEA nell’area navicelli a Pisa.
Per info e adesioni: martinabattaglia@gmail.com