L’utilizzo del legno per gli edifici, è d’antica memoria, tanto da poter screditare i pregiudizi che persistono sulla durabilità del legno e sulla sua resistenza al fuoco, alle intemperie e agli eventi sismici di un materiale invece naturale, rinnovabile e durevole, estremamente versatile ed esteticamente pregevole. La pagoda a 5 piani del complesso templare buddista di Hōryū-ji nel sismico Giappone è considerata la costruzione in legno più antica al mondo ed è datata 687; le Stavkirke, chiese medievali norvegesi costruite interamente con legno strutturale, hanno più di mille anni e le case a graticcio diffuse in tutto il nord Europa, dall’Inghilterra alla Francia, dalla Svizzera alla Repubblica Ceca, dalla Danimarca alla Polonia e soprattutto in Germania, cominciano a sorgere già dal XIII secolo.
L’edilizia spontanea in legno non conosce clima, né temperatura o latitudine, si adatta bene alle regioni nordiche come a quelle tropicali tanto che costruzioni lignee si trovano nelle fredde aree nord americane come nella secca Turchia o nella monsonica Indonesia.
Dopo anni di oblio e di sdegno per il più antico dei materiali da costruzione, tanto che in Italia, ad esempio, esisteva un vuoto normativo colmato solo con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008, il legno sembra trovare nuova rinascita e fortuna nell’Architettura contemporanea, dalle costruzioni residenziali a quelle pubbliche, dalle strutture per lo sport a quelle per il culto.
Murray Grove – Londra
Un esempio della versatilità del materiale, della sua velocità di montaggio e della possibilità di sviluppo anche in verticale è sicuramente il Murray Grove a Londra, progettato dallo studio Waugh Thistleton Architects. Con i suoi 9 piani costruiti in 9 settimane con soli elementi X-Lam, sia per le strutture portanti che per quelle portate, così come per i vani di scale e gli ascensori, il Murray Grove rappresenta anche un tipico modello di social housing, proponendo diverse tipologie di alloggi per differenti esigenze e portafogli.
E3 – Berlino
Analogamente l’edificio e3 di Berlino degli Architetti Tom Kaden e Tom Klingbeil raggiunge sette piani d’altezza e, dietro le pareti intonacate, nasconde una struttura con telaio in abete e pannelli prefabbricati in legno massiccio, resa possibile nel quartiere di Prezlauer Berg solo grazie a due deroghe “eccezionali” alla legislazione urbanistica per problematiche riguardanti essenzialmente la protezione al fuoco e risolte incassando le pareti tra due pannelli di gesso, internamente ed esternamente.
Casa Montarina – Lugano
Casa Montarina dell’Architetto Lorenzo Felder a Lugano ha, invece, una struttura intelaiata in legno su fondazioni in cemento armato ed offre diverse tipologie d’alloggi per soddisfare le esigenze delle giovani famiglie di abitazioni a costo ragionevole, senza rinunciare al comfort abitativo. Come nei due casi precedenti particolare attenzione è stata posta nello studio dell’illuminazione e dell’irraggiamento solare.
Alloggi sociali – Motta di Livenza
L’Architetto Matteo Thun ha realizzato nel comune di Motta di Livenza dodici alloggi sociali per l’Ater di Treviso al costo di appena 995 euro al mq. Reinterpretando la tipologia locale delle case a ringhiera, al piano terra un ampio porticato conduce ad una corte interna che, come un giardino sempreverde, diventa polmone di areazione degli ambienti interni che vi si affacciano. Il piano terra è stato realizzato in cemento e laterizio, ma i piani superiori sono stati costruiti con una struttura e pannellature di tamponamento prefabbricati in legno, rivestiti ulteriormente con un sistema di brise soleil ad alleggerire l’insieme.
Via Cenni – Milano
È a Milano che sorgerà, però, il più grande quartiere residenziale sostenibile d’Europa, su progetto dell’architetto Fabrizio Rossi Prodi. Il cantiere di Via Cenni a Milano vedrà la realizzazione di quattro edifici in legno di nove piani per un totale 124 alloggi, costruiti secondo la tecnologia X-Lam e con tutti gli accorgimenti per ottenere la classe energetica A: pannelli fotovoltaici integrati negli edifici, tetti pensili ed un sistema di cogenerazione.
Spöttelgasse – Vienna
Accanto alle singole palazzine si mettono in evidenza, infatti, anche veri e propri quartieri costruiti interamente in legno e destinati ad edilizia convenzionata o social housing; è il caso di Spöttelgasse, ultimato nel 2004 su progetto di Hubert Riess, e di Mühleweg elaborato dalla Bai (Bauträger Austria Immobilien GmbH), entrambi realizzati con la tecnologia del Cross-Lam a Vienna. In Svezia nella Välle Broar, compresa tra due laghi, il Comune di Växjös ha promosso addirittura la realizzazione di una moderna città in legno con 1000 appartamenti, oltre ad edifici commerciali e per uffici.
Quartiere di Gavinana – Firenze
Nel frattempo a Firenze prosegue la costruzione del progetto di social housing di Casa SpA, nell’area ex Longinotti del quartiere di Gavinana: un complesso composto da un edificio alto sei piani ed uno di quattro piani per 45 alloggi complessivi, oltre ad una ludoteca di quartiere di due piani fuori terra. Le strutture in elevazione sono realizzate con sistema costruttivo Cross-Lam ed il legno utilizzato proviene dai boschi delle montagne toscane ed è lavorato da aziende locali, per ragioni di sostenibilità ambientale oltre che per incentivare lo sviluppo delle attività legate al legno da costruzione nelle montagne della regione. Materiale naturale è utilizzato anche per la coibentazione e per le finiture; il riscaldamento a pavimento e l’energia necessaria agli alloggi verranno in parte da fonti rinnovabili.
Il grattacielo in legno – Milano
Milano si candida per realizzare un grattacielo in legno, tra i più alti al mondo, nella zona di viale Sarca, area Bicocca e destinato a “residenza per studenti e per lavoratori a canone calmierato”. Il Social Main Street, elaborato da Urbam + Dante O. Benini & Partners, promosso dalla Compagnia dell’Abitare e con la consulenza di Vignelli Associates, si svilupperà su 15 piani, di cui i primi tre in calcestruzzo e tutto il resto con struttura portante in pannelli X-Lam ad eccezione del cavedio centrale che darà luce all’interno e che sarà realizzato con struttura metallica. Sulla sommità del cortile interno un grosso imbuto raccoglierà le acque meteoriche da riutilizzare per l’irrigazione e per lo scarico dei water ed nei parapetti del tetto saranno inseriti pannelli fotovoltaici sufficienti a fornire energia elettrica ed acqua calda a tutto il condominio. A terra il cavedio sarà uno spazio dedicato al gioco dei bambini e a ogni piano vi si affacceranno spazi comuni, aree studio, zone relax o piccoli giardini.
Barents House – Norvegia
Con i suoi 17 piani la Barents House che sorgerà a Kirkenes, in Norvegia, su progetto dello studio Reiulf Ramstad Architets di Oslo, sarà l’edificio in legno più alto del mondo. L’idea è quella di un edificio ad emissioni zero di CO2 in un’area periferica della città storicamente multietnica e che, grazie ai suoi servizi, tra cui una biblioteca, un teatro, spazi per eventi artistici ed istituzionali e gli uffici del Norwegian Barents Secretariat, favorisca la cooperazione ed i rapporti diplomatici tra finlandesi, svedesi, sami e norvegesi, ma soprattutto coi russi. Il legno è l’elemento principale della struttura portante, cui è agganciata una struttura secondaria in legno e vetro. La struttura principale è costituita da pilastri e travi con elementi diagonali in legno lamellare e solai in Cross-Lam e, per resistere ai forti raffiche del nord, saranno necessari considerevoli rinforzi con piastre in acciaio. L’edificio utilizzerà sistemi integrati per il riscaldamento con l’obiettivo del bilancio energetico e i rifiuti prodotti dal complesso verranno utilizzati per produrre biogas.
LifeCycle Tower – Austria
È però già iniziata a Dornbirn in Austria la costruzione del prototipo della LifeCycle Tower, un edificio sostenibile che potrà raggiungere i 100 m di altezza sì da minimizzare il consumo di risorse ed energia nel proprio intero ciclo di vita, un progetto internazionale che ha visto la partecipazione dell’architetto Hermann Kaufmann, dello studio Arup, dell’azienda Wiehag e del Politecnico di Graz, coordinati dalla società Rhomberg Group. La LifeCycleTower One di Dornbirn di soli 8 piani adotterà un sistema costruttivo misto legno-calcestruzzo basato in facciata su moduli di 2,7 m tra pilastro e pilastro e luci libere interne fino a oltre 9 m: l’assenza di partizioni portanti interni garantirà all’edificio la flessibilità delle costruzioni in calcestruzzo. La struttura a griglia della facciata permetterà l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici, vetrate trasparenti o con vegetazione.
24 Novembre 2024