Computer utili e solidali dai pc vecchi e fatti a pezzi. Da alcuni appassionati dell’informatica nasce “Hacking Labs” un’associazione no-profit che aiuta chi non può permettersi la tecnologia
Il vecchio pc può resuscitare ed essere utile e la solidarietà passa anche dalla tecnologia. Da San Colombano, che è in comune di Capannori, ma proiettata sull’intera lucchesia, c’è un’associazione no-profit che da tre anni promuove iniziative culturali e ricreative sul territorio, portando avanti anche un’importante campagna di sensibilizzazione su tematiche ambientali. Volontari hi-tech. Si chiama “Hacking Labs” e nel tempo ha saputo costruire intorno sé un vivace dinamismo di ogni età, diventando punto di riferimento del tessuto sociale del paese. Perché gettare i vecchi pc? È questa la domanda che si è posto più volte Mirko Bernardi, titolare di “Hacking Labs”, aiutato e supportato da un gruppo di appassionati e professionisti dell’informatica. Ed è questo quesito che l’ha portato a realizzare un’idea semplice, ma molto utile e per niente scontata: sistemare i vecchi pc, dare loro nuova vita per poi donarli a chi ha più bisogno e non ha la possibilità di comprarne di nuovi. Aiuto a scuole e centri sociali. Con questo escamotage Hacking Labs ha allestito l’aula pc a scuole, associazioni e a due centri importanti del territorio lucchese, impegnati in un lavoro quotidiano di integrazione, cooperazione e formazione. La comunità “Carlo Del Prete”, gestita dall’Impronta Onlus e il centro comunale di accoglienza di Lunata, gestito dalla cooperativa Odissea. Ma non solo. Due pc sono stati donati anche all’Associazione Down Lucca e altri ne stanno preparando per il centro di aggregazione di Institut, il quartiere-ghetto a nord di Tirana (Albania), dove la Tartan Onlus (l’associazione gemella dell’Impronta Onlus di Lucca) svolge un prezioso lavoro di supporto e sostegno a valenza psicologica, pedagogica, formativa e informativa. Ambiente e solidarietà, donazione e recupero, sensibilizzazione e corretta informazione. Anche un internet point. Sono questi i principi che stanno alla base di “Hacking Labs”, che a San Colombano è riuscita a creare un internet point riservato ai soci e ad allestire corsi di computer per Facebook, posta elettronica, open office, jimp foto ritocco, Ubuntu e Windows. Ed è proprio in questo fermento culturale e in questo andirivieni di cittadini di ogni età che l’associazione si propone di regalare nuova vita ai vecchi pc. Un modo per evidenziare l’importanza del corretto smaltimento di questi strumenti che, troppo spesso, vengono messi da parte in nome del tanto ricercato aggiornamento tecnologico. Costosi come rifiuti. Che fine fanno tutti questi pc immessi nel mercato ogni anno e come vengono smaltiti? Smaltire i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) comporta un costo enorme per la società, in termini economici e di risorse sottratte al pianeta. Questo è uno dei motivi per cui, come denuncia da anni Greenpeace, quasi l’85 per cento di questi rifiuti viene mandato, attraverso traffici illeciti, nei paesi in via di sviluppo come bene riutilizzabile, per essere in realtà disassemblati e smembrati dai bambini del luogo in cambio di pochi dollari per tonnellate di materiale bruciato per ricavarne metalli preziosi. L’idea vincente. «Recuperare i vecchi pc – spiega Mirko Bernardi – è stata da subito un’idea vincente. Molte persone ci hanno portato i computer che non utilizzavano più: noi li ricondizioniamo, recuperiamo le parti buone e diamo vita a nuovi strumenti. Ciò che non è più utilizzabile lo dividiamo in materie prime, cercando di recuperare quanti più oggetti possiamo. Alcune scuole ci hanno portato i vecchi pc perché non sapevano come smaltirli. Abbiamo donato computer a persone con problemi economici, a comunità e associazioni. Una soddisfazione incredibile potersi rendere utili sfruttando passione e competenza».
Il sogno: classi tutte multimediali
L’associazione è già un punto di riferimento per i giovani e collabora col Comune
CAPANNORI È dal 2009 che esiste Hacking Labs a San Colombano. L’idea è nata da un gruppo di giovani amici e appassionati di informatica, che ha deciso di mettersi insieme per diffondere la propria conoscenza informatica. «Alcuni di noi erano senza lavoro – spiega il presidente dell’associazione Mirko Bernardi – così ci siamo messi alla ricerca e abbiamo trovato questo fondo che costava poco. Da subito abbiamo deciso di creare l’associazione con lo scopo di diventare un punto di aggregazione spontaneo sul territorio e di divulgare le nostre conoscenze informatiche. Con duemila euro siamo riusciti ad aprire e negli anni, grazie alle continue donazioni, siamo cresciuti. Oggi l’associazione conta cento soci». Oggi Hacking Labs è un punto di riferimento informatico in ambito di formazione e consulenza ed è riuscito a diventare un vero e proprio centro di aggregazione giovanile spontaneo. Corsi di informatica gratuiti, consulenza e sviluppo software, grafica, realizzazione siti web, laboratorio hardware, difesa dei diritti dei cittadini in ambito informatico, divulgazione software open source, difesa dei minori dai pericoli della rete, ritiro hardware obsoleto per ricondizionarlo al fine di darlo in donazione e abbattimento dei costi informatici. Sono questi gli ambiti di azione di Hacking Labs che ora sta lavorando per dare vita a uno dei tanti progetti. «In cantiere – aggiunge Bernardi – ne abbiamo tre. Il primo è quello di trovare computer di prima del 2000 perché in accordo con il comune di Capannori vogliamo realizzare un corso didattico per le scuole, una sorta di museo multimediale, per far vedere come è evoluta la storia del pc. Contemporaneamente abbiamo proposto al comune di Capannori di mettere una lavagna multimediale (lim) in tutte le classi delle scuole comunali. Non ci devono essere studenti di serie A e studenti di serie B: facendo una ricerca sul territorio ci siamo accorti che ogni scuola va da sé, facendo acquisti scollegati tra loro e non continuativi». Entrando nel concreto, la proposta dell’associazione Hacking Labs nasce da un’idea che si può riassumere così: tutte le scuole devono comunicare all’amministrazione quante lavagne multimediali mancano, poi loro si impegnano a trovare l’oggetto migliore al prezzo migliore, «dopodiché sarà il comune ad accordarsi direttamente all’azienda che produce le lavagne». Capannori diventerebbe così il primo comune in Italia ad avere in tutte le scuole pubbliche la lavagna interattiva multimediale. «Anche noi – si aggiunge – in sede abbiamo installato la nuova lavagna multimediale Hitachi, grazie alla donazione della società Bcassicura, che capendo l’importanza di quello che proponiamo ci ha donato la Lim». L’obiettivo del futuro dell’associazione è quella di crescere ancora fino a diventare punti di riferimento a livello nazionale per poi dare vita ad una serie di centri associati e affiliati Hacking Labs in varie città italiane. Hacking Labs si trova in via delle Ville, 333 a San Colombano (Capannori). Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web: www.hackinglabs.it o scrivere a info@hackinglabs.it
di Nadia Davini – Il Tirreno
22 Novembre 2024