Acqua pubblica, un movimento internazionale. Nasce la rete europea
La lotta per l’acqua pubblica non investe soltanto la gestione del servizio idrico ma anche gli stili di vita
Poco tempo fa usciva la notizia che la Banca mondiale ha creato un’alleanza strategica con alcune multinazionali interessate alla gestione dell’acqua. Come se non bastasse il Forum Mondiale dell’acqua è ormai alle porte, con le grandi multinazionali dell’acqua che si sono date appuntamento a Marsiglia per il prossimo marzo. I poteri forti, da sempre interessati all’oro blu, stanno facendo le loro mosse per accaparrarsi la gestione dell’acqua nei prossimi anni nella maggior parte del globo. Stringono alleanze fra di loro, con i governi, propongono finanziamenti e patti informali.
Per fortuna che c’è chi si oppone a questa tendenza. Già i cittadini italiani lo avevano fatto, lo scorso giugno, dichiarando di volere un’acqua pubblica, sulla quale fosse vietato per legge di fare profitti. Ma evidentemente non è bastato. Non basta la volontà di un popolo sovrano per fermare i predoni dell’acqua. Agiscono e si coordinano a livello sovranazionale, e sono ben pochi i paletti che uno stato-nazione può mettere loro. Dunque è necessario una collaborazione forte, a livello europeo e mondiale, anche sull’altro fronte, quello dei movimenti che lottano perché l’acqua rimanga un servizio gestito dalla comunità. Un bene comune, in altre parole.
È in questo senso che va letta l’iniziativa che si terrà a Napoli nel prossimo fine settimana, volta a creare una rete europea per l’acqua pubblica. L’incontro è organizzato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, sabato 10 e domenica 11 dicembre. “La costituzione della rete europea è decisiva – si legge nel comunicato diffuso dal Forum – affinché l’Europa si muova verso la ripubblicizzazione del servizio idrico e l’affermazione dell’acqua come bene comune”.
Perché a Napoli? Perché è stata la prima – finora l’unica – città italiana ad avviare un processo di ripubblicizzazione reale, attraverso la trasformazione dell’Arin, gestore del servizio idrico partenopeo, in un ente pubblico, un’azienda speciale denominata Acqua Bene Comune Napoli.
Ecco da Napoli, dicevamo, verrà lanciata una piattaforma generale per l’Europa, basata sui principi secondo cui acqua e servizio idrico non possono essere soggetti a logiche di mercato e devono essere ricondotti alla gestione pubblica. Si discuterà poi di come supportare tale piattaforma adottando iniziative e nuove campagne; magari ricorrendo alla ICE, Iniziativa dei Cittadini Europei, una nuova forma normativa che serve ad avanzare le proposte dei cittadini alla Commissione Europea, che vedrà luce a partire dalla primavera 2012.
Gli interessi contro cui ci si andrà a scontrare riguardano i grandi potenti del mercato internazionale. Parliamo di aziende come Nestlé, Coca-Cola, Veolia, che non si occupano solo della gestione dell’acqua, ma veicolano – attraverso il loro marchio e le loro iniziative – una propria visione del mondo, uno stile di vita basato sul consumo e il sovrasfruttamento delle risorse. Per questo è importante che la risposta sia collettiva ed investa non solo la gestione e l’uso dell’acqua, ma anche gli stili di vita ad essa collegati.
A tal proposito, cogliamo l’occasione per segnalare un’altra iniziativa: quella lanciata a livello nazionale dal sito internet www.fontanelle.org. Si tratta di un portale che offre un servizio di georeferenziazione delle fontanelle sparse nelle varie città d’Italia, appoggiandosi sulle mappe di Google maps. Grazie al servizio, i cittadini assetati potranno venire a conoscenza in pochi istanti delle fontanelle più vicine a loro ed evitare di comprare acqua in bottiglia. Combattere contro la privatizzazione dell’acqua significa anche questo: combattere nel piccolo, ogni giorno, contro che ci vuole trasformare in pigri, inerti, consumatori.
A.D.
22 Novembre 2024