Associazioni, insegnanti, mamme e comune di capannori inventano la protesta della “Banca del tempo didattico”

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ASSOCIAZIONI, INSEGNANTI, MAMME E COMUNE DI CAPANNORI INVENTANO LA PROTESTA DELLA “BANCA DEL TEMPO DIDATTICO”
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Volontari ed ex insegnanti si mettono al servizio degli istituti scolastici per garantire una copertura negli orari del pre e post scuola – ovvero quelle fasce orarie dove i tagli all’istruzione hanno drasticamente ridotto le professionalità – per dimostrare che quelle professionalità non sono optional, ma figure indispensabili perché la didattica non sia svilita.
Questo, infatti, l’obbiettivo del progetto chiamato “Banca del tempo didattico”, portato avanti dalle associazioni del Forum capannorese, da molte mamme preoccupate e sostenuto dal Comune.
L’iniziativa che al momento interessa soltanto Capannori, ma che potrebbe essere esportabile in molte realtà territoriali rappresenta per i promotori una nuova forma di protesta, che non vuole limitarsi a dire che la Gelmini riduce i finanziamenti per il funzionamento delle scuole, ma vuole dimostrare concretamente quanto certi servizi siano fondamentali perché i giovani alunni possano crescere e formarsi in modo compiuto.
I volontari, infatti, non vogliono sostituirsi agli insegnanti e alle altre figure competenti a svolgere il servizio di pre e post scuola. Al contrario, con la loro azione vogliono simbolicamente esprimere la rabbia di un intero territorio nei confronti della politica del governo nell’ambito dell’istruzione e sottolinearne i danni provocati.
“La banca del tempo didattico rappresenta una scelta compiuta da molti soggetti attivi sul territorio capannorese perché nell’agenda della Gelmini sia posta la questione della qualità della didattica – dice Fiorenza Fanicchi, coordinatrice del progetto –. Anziché aderire alle solite forme di protesta, abbiamo deciso di unirci e fare un’azione più incisiva. Se un intero territorio si stringe intorno a uno dei suoi beni primari, ovvero la scuola, e in prima persona si mette in gioco per tutelarne il futuro è evidente che le risposte che al momento provengono dal governo sono insufficienti. Ogni anno, l’insicurezza cresce. Sempre meno il Ministero investe nella scuola e a farne le spese sono i nostri bambini e i nostri ragazzi. Con la banca del tempo didattico desideriamo sottolineare proprio questo: gli insegnanti, il personale Ata, i dirigenti e tutte le figure professionali che contribuiscono ad ampliare l’offerta didattica e a far funzionare bene la scuola sono indispensabili”.
I volontari del territorio, quindi, entreranno nei plessi scolastici perché sia iniziato un discorso costruttivo sul futuro della scuola.