L’iniziativa del “Why Not” di via Aurelia a Viareggio e della sua titolare, Azzurra Cerri, che ha lottato due anni con il gestore delle macchinette per riuscire a liberarsene
Quell’angolo buio all’interno del suo bar proprio non le piaceva più. E così Azzurra Cerri, titolare del “Why Not? Cafè” (lato mare di via Aurelia Nord, di fronte all’Esselunga) ha detto basta. Una mini-libreria al posto delle slot machine. Quando pochi giorni fa gli addetti della Sisal hanno portato via le macchinette, la ragazza ha tirato un sospiro di sollievo. Il lieto fine di una storia che si trascinava da oltre due anni, dal momento in cui Azzurra chiuse un accordo con la Sisal per piazzare due slot machine dentro il suo bar. Salvo poi pentirsi dopo poco tempo. Non sapeva che disfarsi di quelle macchinette non sarebbe stato facile come bere un bicchiere d’acqua.
“Quando mi rivolsi al concessionario – racconta Azzurra – mi fu spiegato chiaramente che se avessi chiesto la rimozione delle slot in anticipo rispetto alla scadenza del contratto, avrei dovuto pagare una penale di mille euro per ogni anno che mancava al termine naturale del rapporto (gli accordi vengono stipulati su base quinquennale)”. La ragazza non aveva assolutamente intenzione di sborsare quella cifra, ma pure gli enti preposti a cui si era rivolta per porre fine al suo calvario, non le avevano prospettato altra via d’uscita. E allora, la scorsa estate, ha spento le macchinette. A quel punto, poche settimane fa, è stata la Sisal a contattarla, “perché era stato riscontrato che negli ultimi mesi le slot non avevano generato traffico e di conseguenza incassi”. E’ a questo punto che Azzurra intravede uno spiraglio: “Mi dissero che se avessi continuato a tenere inattive le slot sarebbero stati costretti a portarle via”. Proprio questo voleva la ragazza. Dopo svariati tentativi, sino a quel momento tutti falliti, aveva raggiunto il suo scopo.
Adesso, l’occhio dei clienti cade inevitabilmente su quell’angolo luminoso, con un tavolo e sopra di esso una candela, qualche sedia ed uno scaffale con i libri. Tanti libri. Che chiunque desidera potrà leggersi comodamente bevendo un caffè o mangiando un panino o una brioche. Questa la cronologia degli eventi. Secca. Fredda. Ma sono le motivazioni che hanno un peso specifico rilevante in tutta questa vicenda. Quelle di una giovane imprenditrice che si è messa in gioco e che proprio, per colpa del gioco, aveva perso la pazienza. Stufa di assistere impotente, di fatto, a quel flusso continuo di persone attirate come calamite dalle slot machine dentro il suo bar. “Diversi anni fa erano remunerative (prima della Sisal aveva stipulato un accordo con un gestore viareggino, ndr), poi sono cominciati i problemi. Col passare del tempo era diventata una rimessa. Entrava gente poco raccomandabile, si piazzava davanti alle macchinette e spesso capitava che qualcuno mi chiedesse soldi in prestito per giocare, magari poi senza saldare il debito. Una situazione insostenibile”. Anche perché il “Why Not? Cafè” è stato preso di mira (più di una volta) dai ladri, che infrangendo i vetri e forzando la porta laterale, avevano tentato di portare via soldi. “Ora che mi sono liberata delle slot, sono felice. Il bar è di nuovo tranquillo, così come i clienti che lo frequentano (principalmente i dipendenti dell’Esselunga, ndr). L’idea di creare un angolo dedicato alla lettura l’avevo in mente da tanto tempo. Finalmente sono riuscita a realizzare il mio piccolo desiderio”.
di Gabriele Noli- Il Tirreno
23 Novembre 2024