La capacità produttiva italiana aumenterà di almeno 700mila tonnellate entro il 2019, ma rimangono ancora bassi i prezzi del macero
Nel 2017 in Italia la raccolta differenziata urbana di carta e cartone ha raggiunto quota 3,25 milioni di tonnellate: 54 kg pro capite, il 2% in più rispetto ai 53 kg del 2016. I dati completi saranno presentati il 17 luglio prossimo dal consorzio per la raccolta e l’avvio al riciclo della carta Comieco, ma intanto un fatto è certo: sul mercato italiano delle materie prime seconde i volumi di carta e cartone aumentano. Di pari passo, lo scenario delle esportazioni è in via di ridefinizione. Da gennaio 2018 la Cina, che assorbiva il 76% dell’export europeo composto da macero con diversi gradi di qualità, ha chiuso le frontiere a tutta la carta con impurità superiori allo 0,5% (nel nostro continente il limite è 1,5%). Una mossa che ha fatto crescere a dismisura i materiali a base cellulosa disponibili sui mercati comunitari e determinato un crollo dei prezzi.
Se Paesi come la Gran Bretagna, che esportano la quasi totalità del loro macero, perlopiù di bassa qualità, sono andati in seria difficoltà, l’Italia, che vendeva all’estero, per la metà in Cina, quasi un terzo di carta e cartone da riciclare con qualità più elevata, si è trovata a ridefinire nuovi sbocchi. Nel 2017, anche per effetto dell’annuncio cinese (le restrizioni commerciali, pur operative da gennaio 2018, sono state infatti comunicate a luglio 2017), l’export verso la Cina è stato di 800mila tonnellate contro il milione dell’anno precedente. La carta commercializzata con il resto dell’Asia, invece, è passata in un anno da 300mila a 400mila tonnellate e si prevede che aumenterà ancora. “La decisione della Repubblica popolare è frutto di una precisa strategia di politica commerciale e non di un fabbisogno soddisfatto con la sola offerta interna. A scapito della Cina, oggi per l’export italiano crescono i mercati di Indonesia, Thailandia, Vietnam, India”, spiega Enzo Scalia del consiglio direttivo Unirima, l’associazione di Confindustria che rappresenta l’industria del riciclo della carta.
Di pari passo crescerà anche la domanda europea di maceri. Entro il 2019, infatti, si prevede che nel continente la capacità produttiva dell’industria cartaria aumenterà di 5,4 milioni di tonnellate, di cui 4,6 legati alla produzione del cartone basata quasi totalmente su fibre rigenerate. Da sola la Germania varrà un sesto della nuova capacità (0,9 milioni di tonnellate), seguita da Italia (0,7), Austria e Spagna (entrambe 0,5). Proprio in Italia, dove secondo l’ultimo rapporto Assocarta l’industria cartaria ha investito negli ultimi dieci anni più della media dell’industria manifatturiera in termini di percentuale di fatturato, nelle ultime settimane è ripartita in Abruzzo una linea produttiva del gruppo Burgo riconvertita da carte patinate (a maggior contenuto di fibre vergini) a cartone per imballaggi, con una produzione annua di 220mila tonnellate. Il mercato delle consegne a domicilio cresce, e traina l’industria degli imballaggi, aprendo nel nostro Paese a prospettive di altre riqualificazioni e nuovi stabilimenti. Così, potrebbero crescere le esportazioni di prodotto finito tricolore anziché di carta da riciclare: secondo gli ultimi dati Assocarta, infatti, nel 2017 la produzione ha superato i 9 milioni di tonnellate (il 2% in più rispetto al 2016), con una crescita della domanda estera di quasi il 3%.
I dati sulle quotazioni del macero di maggio e giugno 2018 evidenziano che la caduta dei prezzi si è fermata, attestandosi comunque su valori più bassi del 60% rispetto a meno di un anno fa: 27,5 euro a tonnellata contro i 92,5 di agosto 2017. In attesa di un recupero del mercato, spiega il direttore generale di Unirima Francesco Sicilia, l’industria del recupero della carta chiede una maggiore remunerazione alle cartiere che si approvvigionano da questa filiera, e un sistema di regole più favorevole al riciclo. “Servono semplificazione normativa, provvedimenti per favorire il mercato dei prodotti da materia rigenerata, e maggiore attenzione al problema degli scarti di selezione della raccolta differenziata di carta e cartone. Si tratta di un passaggio fondamentale per il riciclo, ma oggi la pianificazione regionale dei rifiuti lascia fuori questo tipo di scarti, con problemi che ricadono tutti sulle spalle degli stabilimenti”. di VERONICA ULIVIERI – La Repubblica
21 Novembre 2024