I giudici del Consiglio di Stato non hanno accolto il ricorso presentato dall’azienda contro la decisione del Tar che aveva ordinato lo spegnimento. L’inceneritore di Scarlino chiuderà i battenti.
Vincono l’ennesimo round quindi il Comune di Follonica e gli ambientalisti che avevano fatto ricorso al Tar. L’inceneritore dovrà quindi smettere di bruciare cdr. Per i sessanta operai adesso si aprirà probabilmente la cassa integrazione.
Scarlino Energia ha preso atto dell’ordinanza della Sezione Quinta del Consiglio di Stato che ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar fissando l’udienza di merito per il prossimo 4 maggio. In adempimento del dispositivo, Scarlino Energia – spiega una nota dell’azienda – “ha quindi deciso di interrompere dall’immediato tutti i conferimenti all’impianto e di sospendere tutte le attività industriali a partire prossimi giorni. Contemporaneamente è stato dato inizio alle procedure di messa in sicurezza dell’impianto”. Sempre dai prossimi giorni, spiega la stessa nota, “verrà sospesa anche l’attività del depuratore comprensoriale che tratta le acque provenienti dal sistema delle barriere idrauliche delle bonifiche della falda”. L’azienda ha informato le altre imprese del Casone (Solmine, Syndial) della situazione e delle scelte compiute nel rispetto dell’ordinanza. Tutte queste decisioni, si riferisce ancora da Scarlino Energia, sono state notificate al prefetto, alla Provincia di Grosseto, al Comune sede di impianto, all’Arpat, alla Asl e a tutti gli enti competenti. Nel primo pomeriggio, i vertici aziendali di Scarlino Energia hanno incontrato le rsu informandole delle conseguenze dell’ordinanza e della sospensione di tutte le attività industriali anticipando che nei prossimi giorni sarà avviata la procedura di cassa integrazione. L’azienda rileva, inoltre, “come il parere del consulente di parte del Comune di Follonica contestato nel corso dell’udienza svoltasi ieri, abbia prospettato una situazione di rischio ambientale estrapolando dalla relazione dell’Arpat del settembre del 2011 singoli aspetti, e abbia omesso di evidenziare le positive conclusioni della stessa relazione per l’attività dell’azienda”. Scarlino Energia ribadisce, infine, “la propria assoluta correttezza operativa nel pieno rispetto della autorizzazioni concesse dalla provincia di Grosseto da sempre confermata dai costanti controlli eseguiti delle autorità preposte”.
Una situazione molto preoccupante per i lavoratori di tutto il polo industriale”. Così Fabio Della Spora, rappresentante della Femca-Cisl di Grosseto, riguardo agli scenari che si prospettano nell’area industriale del Casone di Scarlino dopo che il Consiglio di Stato non ha accolto il ricorso presentato dalla società per ottenere la sospensiva dalla sentenza del Tar che ha annullato le autorizzazioni all’impianto: Via e Aia. Scarlino Energia ha già fatto sapere che nei prossimi giorni inizierà la procedura per la cassa integrazione da destinare ai suoi 60 dipendenti. “Sarà a lungo termine – spiega il sindacalista – perché dobbiamo aspettare la discussione nel merito del ricorso fissata per il 4 maggio. A quel punto ci saranno altri due mesi a disposizione per depositare la sentenza. Quindi parliamo di un periodo che arriva a luglio”.
Le rsu hanno incontrato i vertici societari già nel primo pomeriggio. “L’azienda ha richiesto delle consulenze per ottenere una nuova Via e questo è un segnale positivo: significa che non vuole abbandonare i lavoratori”. La chiusura dell’inceneritore di Scarlino è solo l’ultima tappa di un percorso giudiziario iniziato nel 1995, quando l’Eni concesse all’impianto l’autorizzazione a bruciare biomasse. Scarlino Energia Srl è del 2007, società nata con l’obiettivo di acquisire e rilanciare l’impianto di produzione di energia elettrica presente nel complesso industriale del Casone di Scarlino. Con un investimento di oltre 26 milioni di euro la società ha rilevato l’impianto da Syndial spa (gruppo Eni). Con la concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale da parte della Provincia di Grosseto (27 luglio 2010) e il conseguente nulla osta, dal 16 dicembre 2010, l’impianto di Scarlino Energia ha avviato il recupero energia da Cdr (combustibile derivato da rifiuti). Il ricorso al Tar di ambientalisti e comune di Follonica contro le autorizzazioni Via e Aia fu accolto nel novembre del 2011. La Provincia di Grosseto e l’azienda, però, ricorsero immediatamente al Consiglio di Stato sia nel merito, sia per sospendere l’efficacia della sentenza.
Scarlino Energia, nel frattempo, tra novembre e dicembre chiese la cassa integrazione per gli oltre 60 dipendenti. Ci pensò la Provincia, con un’ordinanza, a far riaccendere i forni per bruciare il cdr residuo, finché nel dicembre scorso il presidente di una sezione del Consiglio di Stato emanò un decreto cautelativo in cui concedeva la sospensiva, in attesa dell’udienza. Ieri il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso per la sospensiva e la sentenza del Tar, quindi, rimarrà efficace fino al giudizio di merito. La prima udienza è fissata per il 4 di maggio.(ANSA).
23 Dicembre 2024