Eolico e fotovoltaico fanno bene al bilancio energetico italiano. Grazie al loro contributo, cresciuto enormemente rispetto agli anni scorsi, nei primi sei mesi del 2012 l’Italia ha importato meno elettricità dall’estero rispetto allo stesso periodo del 2011. Per la precisione il 4% in meno, mentre le esportazioni sono cresciute del 47,8%. Anche se restano su livelli molto bassi.
I dati sono quelli di Terna e sono segmentati per fonte. Quindi è semplice vedere chi sale e chi scende nel mix elettrico italiano. Scendono l’idroelettrico (-17,5%), il termoelettrico (-3,6%) e il geotermoelettrico (-1,8%). Crescono invece eolico (+37%) e fotovoltaico (+123,4%). In totale, in questi sei mesi, il solo fotovoltaico ha coperto quasi il 6% del fabbisogno.
Il calo del termoelettrico sembra inferiore alle attese se confrontato con i dati dei mesi scorsi, in cui si registravano perdite di oltre dieci punti percentuali. La differenza sta nel periodo preso in considerazione: i primi sei mesi del 2012 includono anche la fine dell’inverno, durante il quale il fotovoltaico è molto meno produttivo.
E quando non brilla il sole si torna a far lavorare le centrali termoelettriche a gas naturali che, quindi, al momento non possono essere ancora sostituite completamente dalle rinnovabili. Se poi questo basti a giustificare provvedimenti come il capacity payment (pagare in bolletta anche la capacità di produrre energia elettrica e non solo la reale produzione) è tutto da dimostrare.
Di certo c’è che, in questo primo semestre 2012, sono aumentati dell’8% i pompaggi delle centrali idroelettriche. Quelle con due invasi, uno superiore e uno inferiore, che possono essere messe in moto facilmente e velocemente se serve immettere in rete in fretta energia per stabilizzare il sistema elettrico.
Fonte: Terna
22 Novembre 2024