In concomitanza con l’iniziativa di sensibilizzazione promossa da Caterpillar, analizziamo l’andamento dei consumi elettrici nazionali: dopo il calo legato alla crisi del 2009, negli ultimi 2 anni la domanda è tornata a salire, ma quest’anno il trend potrebbe invertirsi. Cresce, intanto, il peso dell’efficienza energetica
Oggi tutta Italia si spegne per un’ora in occasione di M’illumino di meno, la giornata nazionale del risparmio energetico. Ma qual è la situazione complessiva dei consumi di elettricità nel nostro paese? I dati sulla domanda di energia vengono forniti da Terna, l’azienda che gestisce la rete elettrica, che ogni mese fornisce un bollettino con l’andamento dei consumi.
La contrazione degli ultimi mesi
Nel mese di gennaio 2012, ad esempio, l’energia elettrica richiesta in Italia ha toccato quota 27,9 miliardi di kWh, facendo segnare un calo del 2,6% rispetto al gennaio dello scorso anno. Se si tiene conto, dal punto di vista statistico, del fatto che a gennaio 2011 ha fatto più freddo e ci sono state solo 20 giornate lavorative contro le 21 di quest’anno, la flessione stimata ammonta al -3,1%. Il calo dei consumi ha interessato soprattutto il Sud del paese, con una contrazione del 4,7%. Seguono le regioni del Centro (-2,2%) e del Nord (-1,6%). Il dato di gennaio conferma il trend registrato lo scorso dicembre, quanto Terna aveva rilevato un calo del fabbisogno nazionale del 5% rispetto al dicembre precedente, che diventava però del 3,3% se depurato dall’influenza di due giorni lavorativi in meno e di una temperatura media mensile superiore di circa un grado centigrado rispetto a dicembre 2010.
Consumi in aumento nel 2011
Di segno opposto, invece, l’andamento su base annua: secondo i dati provvisori relativi al 2011 (vedi allegato), la domanda di elettricità dell’Italia è aumentata dello 0,6% rispetto al 2010, che a sua volta aveva chiuso con un + 3,2% rispetto al 2009. Il totale dell’energia richiesta in Italia nel 2011 ammonta, secondo i primi calcoli di Terna, a 332,3 miliardi di kWh. La crescita maggiore del fabbisogno si è avuta in Lombardia (+2,6%), seguita dalla Sicilia con un aumento percentuale di 2,2 punti. In flessione, invece, i consumi di Sardegna (-1,4%) e Nord Ovest (-2,6%), probabilmente a causa degli effetti della crisi sulle attività industriali.
Il ruolo della crisi
La crisi, in effetti, sembra essere ancora la principale variabile in ballo, se è vero che il biennio 2008-2009, uno dei momenti più difficili per l’economia italiana degli ultimi decenni, ha fatto registrare un vero e proprio crollo dei consumi energetici, legato soprattutto alla riduzione dell’attività industriale. Il calo su base annua nel 2009, l’anno in cui il Prodotto interno lordo è precipitato del 5,1%, è stato addirittura del 5,7%. Prima di allora, si era verificata una situazione simile solo nei periodi post bellici, dopo la Grande depressione del 1929 e in corrispondenza delle crisi petrolifere degli anni ’70. Economia e consumi energetici, dunque, procedono di solito a braccetto, tanto che la domanda di energia è risalita non appena il Pil è tornato ad aumentare, nel 2010. Difficile prevedere quello che accadrà nel 2012, anche se le previsioni negative sull’andamento del Pil (-1,5% su scala nazionale, -2% al Sud) potrebbero far pensare a una nuova contrazione dei consumi energetici.
Il contributo dell’efficienza energetica
L’andamento dell’economia e lo stato di salute delle industrie, quindi, rappresentano ancora dei fattori decisivi per determinare il trend dei consumi energetici nazionali, ma negli ultimi anni è cresciuto in maniera significativa anche il peso dell’efficienza energetica. Secondo i dati pubblicati dall’Enea, le politiche nazionali in materia di efficientamento (come i Titoli di efficienza energetica, la detrazione fiscale del 55% e gli incentivi per gli autoveicoli più efficienti) hanno permesso di risparmiare, nel 2010, oltre 47 milioni di kWh, pari a circa 3,6% del consumo di riferimento. Il dato include anche il risparmio sui consumi di gas, per cui non è direttamente confrontabile con le stime di Terna, ma fornisce in ogni caso una misura del ruolo sempre maggiore che gli interventi di efficientamento stanno acquisendo nel determinare l’andamento dei consumi nazionali. Fare in modo che la riduzione del fabbisogno energetico dell’Italia non sia più associata ala recessione economica, ma a politiche di sviluppo virtuose e sostenibili rappresenta una delle sfide più importanti dell’era post-Kyoto.
di Silvana Santo – Eco dalle Città
22 Novembre 2024