Ci sono due bicchieri d’acqua. Uno è di colore giallognolo tendente al marrone, l’altro trasparente e limpido. E’ questo il risultato del processo di “pulizia” messo in atto al depuratore di Pontetetto, dove sono operativi da questi giorni i nuovi locali tecnici, frutto di “un investimento importante” che Geal Spa – l’azienda che gestisce il sistema idrico integrato nel Comune di Lucca – ha portato avanti nell’ultimo anno per adeguare la palazzina che è il nucleo operativo dell’impianto di trattamento degli scarichi in fognatura di circa 32500 utenti lucchesi.
Un investimento di circa 475mila euro, che ha permesso di ampliare la palazzina, razionalizzando e adeguando i locali e i laboratori che svolgono quotidianamente tutte le analisi necessarie a monitorare l’attività del depuratore. E che è stato presentato questa mattina alla stampa dal sindaco di Lucca Alessandro Tambellini (che ha tagliato il nastro della nuova struttura), assieme all’assessore comunale all’Ambiente Francesco Raspini, al presidente di Geal Giulio Sensi, all’Ad Andrea De Caterini, al responsabile dell’impianto Mauro Fabro e a una rappresentanza dei dipendenti della partecipata.
“Il depuratore di Pontetetto – ha detto il primo cittadino – è un’infrastruttura fondamentale per il territorio lucchese, vive di investimenti costanti che lo hanno reso sempre più all’avanguardia e capace di rispondere alle esigenze di tutela ambientale del territorio di Lucca”.
“L’intervento di adeguamento, peraltro – ha aggiunto Raspini – ha ottenuto un risultato che è in perfetta armonia e andrà ad integrarsi con il Piano Clima che il Comune di Lucca ha avviato nel 2013 per ridurre le emissioni di CO2 sul territorio comunale”.
“Geal – ha commentato Sensi – riserva ogni anno una fetta importante del piano degli investimenti al miglioramento del depuratore ed è in grado di rispondere sempre ai nuovi standard e alle normative sempre più stringenti in materia di depurazione. I nuovi uffici e laboratori servono ad ampliare ulteriormente l’arco delle analisi che Geal è in grado di auto-fornirsi generando anche un notevole risparmio dei costi aziendali. Adesso il depuratore può effettuare un ventaglio ancora più vasto di controlli, utile anche per affrontare i maggiori controlli che l’estensione progressiva della rete fognaria renderà necessari”.
“L’adeguamento – ha spiegato De Caterini- risponde alle richieste degli organi di controlli e dalle prescrizioni presenti nell’autorizzazione AIA. Abbiamo incrementato notevolmente il numero dei parametri analitici e delle frequenze per i quali è necessaria una maggiore sensibilità della strumentazione analitica. Gli impianti di laboratorio e delle apparecchiature sono stati messi a norma rispetto alle nuove normative e per la sicurezza del personale operante nella struttura”.
L’adeguamento e l’ampliamento dei locali tecnici ha comportato anche una riqualificazione ed efficientamento energetici degli uffici, raggiungendo la superficie netta su due piani di 260 metri quadrati.
“E’ stata creata – ha aggiunto Fabro – una struttura a ponte indipendente da quella esistente, utilizzando materiali eco-sostenibili come il legno lamellare per le strutture portanti, coibentante, infissi altamente performanti, impianto di climatizzazione con pompa di calore e intonaco a cappotto. Siamo passati dalla classificazione energetica classe G a quella A”.
“Ma soprattutto – ha poi concluso il responsabile dell’impianto – abbiamo risposto all’adeguamento che le normative e le prescrizioni degli enti regolatori ci richiedevano per i laboratori, con la messa a norma degli impianti e apparecchiature. Abbiamo aumentato fino a quasi 15mila le potenzialità del numero di analisi annuali, dal controllo analitico di autocontrollo delle varie fasi di processo relativi alle acque reflue, fanghi e biogas del depuratore fino all’analisi su un vastissimo raggio di metalli pesanti. Questo rende possibile un controllo di processo continuo, risultati tempestivi e possibilità di fornire servizi di analisi anche per l’acquedotto”.
L’impianto di depurazione di Pontetetto è stato realizzato a metà degli anni Cinquanta e ha visto nel tempo il susseguirsi di tre ampliamenti per sopperire alle nuove esigenze di servizi, in parte legati all’estensione della rete fognaria e allo sviluppo urbanistico della città, in parte a seguito di numerose modifiche normative che hanno imposto gli adeguamenti. In particolare un importante intervento che ha consentito di aumentare del 60 per cento la capacità dei volumi dei bacini dedicati al trattamento biologico.
Stefano Giuntini
LoSchermo.it
23 Novembre 2024