Al Centro agroalimentare alle porte di Torino ogni anno passano 100 milioni di imballi di ortofrutta che diventano in tempo record rifiuti, per oltre 15 mila tonnellate. È così anche nel resto d’Italia e la Oikos, la start up che proprio a Torino sperimenta la cassetta riciclabile, è già stata contattata dalla giunta di Virginia Raggi per i mercati romani e dall’amministrazione di Milano. Vogliono provare anche loro la cassetta pieghevole che ha debuttato ai mercati generali di Torino qualche settimana fa. Una rivoluzione green che punta a mandare in pensione i tradizionali contenitori di legno e cartone con cui frutta e verdure partono dai campi e arrivano nei mercati rionali. E’ realizzata in una plastica pregiata — il polipropilene vergine — comoda da trasportare e riporre, ha le sponde abbattibili che la riducono da venti centimetri di altezza ad appena tre di spessore. Si riusa ed è riciclabile.
La filiera verde parte dai campi. “Noi consegniamo agli agricoltori un certo numero di cassette a noleggio — racconta l’ad della start up, Alberto Lucchese — loro le usano direttamente negli orti per caricare la merce. Quando vendono ai grossisti ci comunicano il numero di quelle immesse nel circuito. Lo stesso fa il grossista quando a sua volta vende la merce agli ambulanti”. Il cerchio si chiude nei giorni successivi, quando gli ambulanti ritornano a caricare la frutta e riconsegnano le cassette vuote. A quel punto vengono lavate e sono pronte per tornare nei campi. Un esempio di economia circolare, premiato dal Climaton, la maratona mondiale di 24 ore sul clima organizzata a Torino dall’Environment Park.
“In media una cassetta di legno e cartone dura tra i 2 e i 7 giorni — spiega l’ad Lucchese — e il suo prezzo varia dai 40 e fino ai 60 centesimi. Il nostro prodotto si noleggia per una cifra analoga ma ha una vita di sette o otto anni, può essere riparato e a differenza di altri contenitori “usa e getta” non genera rifiuto, si ricicla e fa bene all’ambiente”. Una questione di non poco conto se, come dicono gli studi dell’Università di Bologna, Stoccarda e Leeds, 50 milioni di colli di imballaggi risparmiati determinano 19 milioni di chili di anidride carbonica e 66 milioni di kilowatt di energia elettrica in meno, tolgono 800 veicoli dalle strade e salvano 125 mila alberi l’anno.
22 Novembre 2024