Secondo le prime indiscrezioni, il decreto varato dal Consiglio dei Ministri contiene il rinnovo triennale del bonus Irpef per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Ridotte le aliquote: al 52 o al 41% a seconda degli interventi realizzati
Alla fine, il colpo di scena c’è stato. Nonostante le dichiarazioni prudenti di Piero Giarda, ministro dei Rapporti con il Parlamento, che qualche giorno fa aveva invitato a non dare niente per scontato, la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici è stata rinnovata per altri 3 anni. La misura, stando alle prime indiscrezioni, è stata inserita nel testo della manovra appena varata dal Consiglio dei ministri, con diverse novità rispetto al bonus attualmente in vigore (e in scadenza il 31 dicembre). Prima di tutto, la durata e il tipo di interventi incentivati. Secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa, il bonus efficienza dovrebbe essere stato confermato fino al 31 dicembre 2014 e, per la prima volta, esteso anche alla sostituzione di scaldabagni con pompe di calore e di caminetti “aperti” con termocamini, caldaie e stufe a biomasse. «Vengono resi duraturi nel tempo – si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi – tutti gli incentivi per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico estendendoli alle aree colpite da calamità naturali».
Terminano qui, però, le novità positive. Sembrerebbero confermate, infatti, sia la riduzione dell’aliquota detraibile che la sua diversificazione a seconda del tipo di intervento realizzato. Stando alle anticipazioni pubblicate dal Sole 24 Ore, il bonus sarebbe stato portato al 52% per alcuni interventi e al 41% per altri. Nonostante l’ipotesi di tagliare l’aliquota fosse stata già avanzata dal governo Berlusconi, la novità non piacerà alle associazioni di settore, che probabilmente non gradiranno neanche la conferma della rateizzazione decennale del bonus. Solo in qualche caso, infatti, la dilazione del beneficio fiscale sarebbe stata ridotta a cinque anni, come gli addetti ai lavori chiedevano di fare in modo generalizzato.
Altre novità sarebbero l’obbligo dell’installazione di speciali contabilizzatori di calore in caso di sostituzione degli infissi e l’introduzione di un tetto di detraibilità di 2.000 euro per l’installazione di caldaie con potenza inferiore ai 35 kW. In ogni caso, e visti i tempi c’è comunque da gioire, i contribuenti potranno approfittare dello sgravio fiscale per almeno altri 3 anni. Un sospiro di sollievo, pure se parziale, per gli operatori di settore e le associazioni di categoria, che da tempo imploravano il governo di non cancellare la misura.
di Silvana Santo
EcodalleCittà
23 Dicembre 2024