I figli in età prescolare e scolare dei Paesi sviluppati ingeriscono mediamente una quantità di proteine superiore di 3 o 4 volte rispetto ai livelli raccomandati. È quanto è emerso dal convegno “Alimentazione e ambiente: un pianeta migliore per i nostri figli”, organizzato a Roma dal Barilla Center for Food & Nutrition.
Secondo lo studio condotto dal Barilla Center for Food & Nutrition solo l’1% dei bambini si alimenta secondo i principi di una dieta sana, bilanciata e sostenibile per l’ambiente come quella suggerita dalla “Doppia piramide alimentare e ambientale”: frutta e verdura a volontà, grassi e zuccheri complessi in quantità minime.
E sì, perché seguire una dieta scombinata non solo causa problemi di salute (un bambino su 10 è in sovrappeso e la percentuale raggiunge il 25% negli Stati Uniti mentre in Europa ogni anno sono circa 400.000 i bambini che devono fronteggiare questo problema) ma genera anche un aumento della spesa pubblica e un maggiore impatto sull’ambiente.
In Italia, per esempio, la spesa pubblica annuale sostenuta per curare patologie cardiovascolari, diabete e tumori ammonta a 40 miliardi di euro (circa 700 euro a persona); negli Stati Uniti la spesa pubblica raggiunge addirittura i 473.3 miliardi di dollari per le cure delle patologie cardiovascolari a cui si aggiungono i 228 miliardi per quelle tumorali e i 232 miliardi di dollari per il diabete.
Il Global Footprint Network (Gfn) ha poi calcolato l’impronta ecologica derivata dai consumi alimentari di un cittadino che vive in un Paese ad alto reddito: servono circa 60 metri quadrati in media a livello globale per soddisfare le attuali esigenze alimentari (42 per un italiano medio).
Inoltre, confrontando due menù giornalieri equilibrati dal punto di vista nutrizionale, un menù a base di proteine animali derivanti soprattutto dalla carne ha un impatto due volte e mezzo superiore rispetto a quello vegetariano: 42 rispetto a 16.
Lo studio, infine, conferma che anche la preparazione dei cibi può avere un impatto più o meno pesante sull’ambiente a seconda delle tecniche di cottura utilizzate. Un esempio: cuocere su un fornello a gas mezzo chilo di pasta utilizzando mezzo litro d’acqua in meno riduce l’impatto della cottura del 7% (30g di CO2).
di Lisa Zillio
22 Novembre 2024