Dino fa il giro degli alimentari e dei mercati della Capitale per raccogliere cibo in scadenza. Ha iniziato insieme alla moglie nove anni fa. Poi ha fondato l’associazione RomAmor Onlus che, con i suoi 300 volontari, sfama ogni sera 250 persone. Con l’approvazione delle legge anti spreco che garantirà sgravi fiscali per chi regalerà cibo anziché gettarlo via si amplierà la rete della solidarietà
Martedì 2 agosto, il Senato ha definitivamente approvato la legge anti spreco con 181 voti favorevoli e solo 2 contrari. Quando entrerà in vigore, per le imprese che regaleranno cibo o medicine invece che buttarle, sono previsti sgravi fiscali. Qualcuno però si è mosso prima…
Siamo a Roma. E a nove anni ormai la questa è la missione di Dino Impagliazzo, 86 anni, dirigente in pensione, che quattro sere a settimana, con 300 volontari, sfama i poveri della città. E lo fa per due ragioni, la prima appunta, dare da mangiare a chi non può permetterselo, la seconda invece, altrettanto nobile, dire basta allo spreco di cibo che puntualmente – troppo spesso – passa dalle nostre tavole alla pattumiera.
«Quando ho cominciato», ha raccontato Dino, «eravamo solo io, mia moglie e la nostra cucina. Adesso riusciamo a fornire un pasto caldo a 250 senzatetto ogni sera».
Da quell’inizio di anni ne sono passati nove e Dino Impagliazzo ha fondato l’associazione RomAmor Onlus. Con i suoi volontari Dino fa il giro dei mercati rionali, dei supermercati e di alcuni alimentari di Roma per raccogliere la merce in scadenza che non può più essere venduta e con i prodotti recuperati cucinano zuppe, panini e pasta da distribuire vicino alle stazioni Tiburtina e Ostiense. In un anno sono stati distribuiti circa 27mila pasti.
«Cerchiamo di dar loro una cena completa», racconta Dino. «Primo, secondo, frutta e dolci. Ci riforniamo da chi ci conosce e sa che portiamo il cibo gratuitamente a chi ne ha bisogno. C’è il piccolo commerciante che ci offre il sabato frutta e verdure per esempio. L’invenduto di frutta e di verdura del sabato non arriverebbe a lunedì, così noi preleviamo questi prodotti che se cotti o preparati in giornata o il giorno dopo possono sfamare tante persone. Ai supermercati fa comodo consegnarci la merce invece di spendere per lo smaltimento, per esempio Todis ci invia un carico ogni settimana».
«Molti sono africani», spiega Impagliazzo, «alcuni sono musulmani, ma quasi la metà sono italiani. Persone che il giorno prima vivevano in una casa con una famiglia, ma che poi hanno divorziato e si sono trovati per strada. Qualcuno ha perso il lavoro e non può più permettersi affitto o beni di prima necessità».
Così dopo all’approvazione in Senato della legge anti spreco la rete di solidarietà potrebbe espandersi grazie al piccolo incentivo degli sgravi fiscali…
di Anna Spena – Vita.it
22 Novembre 2024