DON GALLO: “IL 25 APRILE E IL PRIMO MAGGIO SONO SACRI: L’ITALIA VERA NASCE NEL GIORNO DELLA LIBERAZIONE”
Lo dico da vecchio prete che ha vissuto dall’inizio alla fine il ventennio del fascismo: la domenica è sacra, ma pure il 25 Aprile non si tocca. E nemmeno il Primo Maggio. Anzi, a sentire che a Roma vogliono spostare la festa della Liberazione e quella dei lavoratori, un po’ prima o un po’ dopo a seconda del tornaconto, mi tocco io per vedere se ci sono.
Provate a dire a un francese (di destra o di sinistra, non importa) di spostare la presa della Bastiglia dal 14 luglio, sentirete cosa vi risponde. Oppure pensiamo a un evento sportivo infinitamente meno importante: se Fausto Coppi o Gino Bartali hanno tagliato il traguardo del Tourmalet di sabato, immaginiamo di spostare d’ufficio la data. Hanno vinto sì, ma di domenica.
La storia non si può cambiare e nemmeno il calendario, se qualcuno cancella la memoria o manipola il passato non so dove si possa andare a finire. E non è retorica o difesa delle ideologie: l’Italia vera nasce nel giorno della Liberazione, alla Costituente lavorarono insieme Giorgio La Pira che era un siciliano trapiantato a Firenze, Aldo Moro pugliese, Emilio Lussu sardo, Costantino Mortati calabrese.
Si possono alterare gli avvenimenti del passato? No, non si può. E il 25 Aprile è la festa di tutti. È giusto – aggiungo – anche fermare la scuola per un giorno: per trovare il tempi di riflettere, approfondire, tramandare alle nuove generazioni il ricordo di ciò che è stato.
La politica della sobrietà e della lotta agli sprechi è giusta. Più che necessaria, indispensabile. Però non si può pensare che le sorti economiche della nazione si salvino cancellando due feste che sono alle radici della nostra storia e della Costituzione.
Io, da prete, quando lo Stato abolì dal calendario delle feste civili la solennità cattolica del Corpus Domini ci rimasi male. Era una festa popolare e amata dal popolo, peccato che cada al giovedì. Ma il 25 Aprile è una festa laica cristiana comunista socialista repubblicana, tutto in una volta e tutto d’un fiato, non celebra solo la Resistenza ma la fine della più nefasta delle guerre.
Non scordiamoci il passato. E non svendiamolo. Perchè il Pil può dirci molto sulle condizioni di un Paese, ma la dignità conta molto di più.
Dal ilsecoloxix
23 Dicembre 2024