La decisione è arrivata nella riunione del consiglio di ieri, e a giorni si attende un decreto che autorizzerà il ritorno in mani pubbliche del servizio idrico integrato.
Dopo venticinque anni di gestione privata dell’acqua della città, il consiglio comunale alla Maire di Parigi ha deciso per una repentina inversione di rotta. La scelta è stata fortemente voluta dal sindaco della capitale francese Bertrand Delanoë, ancora fresco di investitura per un secondo mandato, che ha così optato per una rimunicipalizzazione dell’acqua. La decisione è arrivata nella riunione del consiglio di ieri, e a giorni si attende un decreto che autorizzerà il ritorno in mani pubbliche del servizio idrico integrato.
Fino ad oggi, a gestire l’acqua che scorre dai rubinetti delle case di Parigi erano stati i due colossi multinazionali Veolia e Suez. Dal primo gennaio del 2010 (occorrerà aspettare, dunque, ancora poco più di un anno) l’incombenza passerà nelle mani di un ente di diritto pubblico, che si occuperà dell’intero servizio idrico cittadino, dalla fase di produzione fino alle politiche di tariffazione.
Secondo Anne Le Strat, assessore alla municipalità di Parigi, il passaggio da un sistema privato ad uno pubblico sarà una vera panacea per le casse comunali, dato che consentirà un risparmio di 30 milioni di euro l’anno.
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Parigi: la gestione dell’acqua torna in mani pubbliche
Dopo oltre vent’anni di disastrosa gestione privata, la distribuzione dell’acqua potabile a Parigi sta per tornare finalmente in mano al Comune parigino.
A sancirlo, sarà il voto di oggi in seno all’assemblea comunale, mentre il passaggio di consegne avverrà compiutamente entro i primi mesi del 2010.
Nel 1985 le multinazionali Suez e Veolia si erano accaparrate la gestione delle acque parigine con la complicità di Chirac ed in un clima politico in cui si riteneva che la gestione privata fosse sempre la soluzione migliore, indipendentemente dalle caratteristiche del bene e del mercato di riferimento.
Sono stati vent’anni di abusi, prezzi “gonfiati” e casi talora clamorosi di corruzione. I prezzi sono schizzati alle stelle, tanto da portare a margini di profitto enormi per le grandi multinazionali dell’acqua.
Per contro, non ci sono stati cambiamenti di rilievo sotto il profilo della qualità dei servizi.
Ancora una volta, è emerso come la gestione privata, in mancanza di un sistema concorrenziale, implica sistematicamente un aumento dei prezzi, senza un contestuale miglioramento della qualità, e questo indipendentemente da qualsiasi tentativo di regolamentazione contenuto nei contratti di assegnazione, sempre poi facilmente aggirabili nella loro attuazione concreta.
In Francia tre quarti della gestione delle acque è oggi in mano ai privati, ma la speranza è che, sul modello parigino, il ruolo pubblico torni ad essere prevalente anche nelle altre zone del Paese.
3 Dicembre 2024