Due sì per salvare l'acqua, l'appello del Comitato referendario di Lucca

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“Due sì per salvare l’acqua di Lucca”
acqua2“Votare sì ai due referendum sull’acqua significa salvaguardare il controllo del Comune, quindi di tutti i cittadini, sul servizio idrico ed evitare che le multinazionali si mangino totalmente la società che ci porta l’acqua nelle case e che le decisioni sulla nostra acqua vengano prese altrove”.
L’appello al voto per i referendum del 12 e 13 giugno arriva dal Comitato Referendario di Lucca che invita tutti i cittadini ad andare a votare “sì” per difendere anche l’acqua di Lucca.
“I cittadini italiani e tutti i lucchesi -affermano dal Comitato- hanno la possibilità di affermare con il loro “sì” che le decisioni che riguardano la gestione della nostra acqua vengano prese a Lucca e non a Firenze, a Roma o in Francia dove si muovono le società a cui le leggi del Governo Berlusconi aprirebbero le porte come Acea o le multinazionali. Non far passare il quorum al referendum significherebbe perdere progressivamente il controllo di una risorsa preziosa per il nostro territorio e affidare totalmente il controllo della nostra acqua, che oggi è ancora a maggioranza pubblica, a qualche multinazionale. Nei giorni scorsi il dibattito sui referendum è stato arricchito dall’intervento del sindaco che, nel corso della riunione organizzata dall’associazione Il Mosaico, ha affermato, fra le altre cose, che è importante che il territorio lucchese continui a controllare le proprie risorse idriche”.
Ma non solo. Secondo il Comitato referendario è possibile fare di più, votando “sì” al secondo quesito si abrogherebbe la possibilità del gestore privato di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Un sì anche per questo quesito metterebbe in discussione la possibilità di fare profitti sulla nostra acqua, o meglio si potrebbe fare in modo di mantenere i profitti sul territorio a disposizione per gli investimenti e con effetti benefici sulle bollette. “Infatti -afferma il Comitato- a differenza di quelli che si vuol fare credere, gli investimenti oggi sono pagati già da noi cittadini con le tariffe e non le società private”.
“Siamo favorevoli -conclude il Comitato Referendario di Lucca- ad allargare il dibattito il più possibile, è necessario che tutti i cittadini esprimano le loro posizioni sull’acqua e sugli altri quesiti presentandosi alle urne il 12 e 13 giugno e ribadendo che l’acqua di Lucca non è in vendita”.
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