QUASI 3.000 UCCELLI VIVONO NELL’AREA DELLA GHERARDESCA. SONO ANATRE, SVASSI E FOLAGHE. PRESENTE ANCHE UN ‘DORMITORIO’ PER AIRONI E ARDEIDI. Emerge dai monitoraggi eseguiti dal Centro Ornitologico Toscano. Ciacci: “Dati ottimi resi possibili anche grazie al progetto di valorizzazione naturalistica”
Nei due specchi lacustri della Gherardesca a Castelvecchio di Compito sono stati contati quasi 3.000 uccelli tra anatre, appartenenti anche a specie rare, svassi e folaghe. La zona ospita anche un ‘dormitorio’ di ardeidi e aironi, dove di sera si concentrano circa 300 tra aironi bianchi maggiori, garzette, aironi guardabuoi e cormorani. E’ quanto emerge dai censimenti degli uccelli delle aree umide coordinati e realizzati dal COT (Centro Ornitologico Toscano) per la Regione Toscana nell’ambito di un programma internazionale di monitoraggio degli uccelli acquatici (IWC – International Waterbird Census), nel gennaio 2012.
Un risultato molto positivo ottenuto anche grazie all’impegno del Comune di Capannori, della Provincia, dei tecnici, delle associazioni ambientaliste, delle associazioni venatorie e dei proprietari che hanno dato vita ad un progetto di riqualificazione e miglioramento ambientale dell’area della Gherardesca, grande circa 30 ettari e situata ai piedi del monte Pisano, all’interno di una zona di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna.
“Un progetto di valorizzazione naturalistica che sta dando i suoi importanti frutti – dichiara l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci –, come testimoniano i dati del monitoraggio compiuto dal centro ornitologico toscano. Nell’area della Gherardesca sono stati realizzati interventi di riqualificazione e soprattutto di mantenimento dell’acqua durante tutto il corso dell’anno, grazie ai quali si protegge e anzi si incrementa l’avifauna e si preserva la biodiversità di questa area umida, che rappresenta un habitat naturale di rilevanza regionale per la qualità e la quantità di avifauna. Questo percorso è frutto della preziosa collaborazione tra l’amministrazione comunale, le associazioni ambientaliste e venatorie che ringraziamo per il prezioso contributo e con le quali abbiamo organizzato la bella passeggiata prevista per il prossimo 18 febbraio a cui raccomando la partecipazione di tutti per scoprire un tesoro eccezionale del nostro territorio che in pochi conoscono”.
I monitoraggi hanno interessato anche gli invasi della Garfagnana, il Serchio e l’alveo del Padule di Bientina che sono stati percorsi in lungo ed in largo da studiosi e appassionati che, muniti di binocoli e cannocchiali, hanno provveduto a scandagliare le aree umide alla ricerca di cormorani, anatre, aironi e altri uccelli acquatici. I totali registrati quest’anno non sono esaltanti: la penuria di piogge che sta contraddistinguendo la stagione, infatti, limita in tutta la regione l’estensione dei luoghi allagati e di conseguenza il numero degli animali.
Da evidenziare però che il padule di Bientina vanta anche quest’inverno la presenza di una poiana calzata (una rarità per l’Italia) e per il suo interesse sta diventando meta sempre più frequente delle visite di appassionati e di semplici escursionisti.
22 Novembre 2024