Onofrio Totaro non l’ha fatto per soldi, o perché ci si è trovato in mezzo. La sua azienda l’ha fondata, dice lui con poche parole ben scandite, «perché sono un ambientalista convinto».
Il Centro Riparazione Materie Plastiche è nato a Pescara due anni fa, con lo scopo dichiarato di «contribuire alla riduzione dei rifiuti plastici». L’azienda si occupa infatti di riparare contenitori in politilene e polipropilene con un macchinario brevettato che permette di saldare la plastica. Dal 2008 ad oggi, sono stati recuperati circa 30.000 contenitori, soprattutto serbatoi, casse utilizzate dagli agricoltori e cassonetti per l’immondizia.
Per la sua attività, nel 2010 la Crmp ha vinto il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente, creato da Legambiente e attribuito ogni anno a «a innovazioni di prodotto, di processo, di servizi, di sistema, tecnologiche e gestionali». Totaro ha vinto nella sezione Aziende del Sud, ma la sua società è un caso unico nel panorama mondiale. È la sola che invece di dedicarsi al riciclo della plastica si ferma a un passo dal momento in cui il contenitore diventa rifiuto, e propone un’alternativa: ripararlo. «Il premio è molto ambito, e poi c’è da dire che siamo l’unica azienda abruzzese ad averlo vinto», spiega Totaro soddisfatto.
L’avventura della Crmp non è nata per caso. «Lavoravo già da diverso tempo nel campo delle materie plastiche e la saldatura della plastica era un’idea che avevo in mente da molto. Il brevetto è il risultato di dieci anni di studi, investimenti personali, esperimenti». Così, collaborando anche con aziende che si occupano della produzione di macchinari industriali, è nato Eco-repair, che «non è solo un marchio, è un programma» per prolungare il ciclo di vita di prodotti che spesso, prima, erano destinati, nel migliore dei casi, al riciclo. Non solo un macchinario brevettato, dunque, ma tutto un processo industriale progettato e pensato per il riuso, fatto di particolari miscele plastiche usate per la saldatura e di precisi processi per il trattamento dei manufatti. «In questo modo, si riusa un imballaggio senza avviarlo al riciclo, e quindi con un dispendio di risorse decisamente minore».
Non bisogna cioé recuperare la plastica e poi triturarla, riutilizzarla e reimmetterla sul mercato. Più semplicemente, si aggiusta. Un sutura fatta con la saldatura a caldo e tac, il cassonetto è pronto per tornare a fare il proprio lavoro!
I vantaggi dell’innovazione firmata Crmp sono diversi, a partire dal fatto che si tratta di un intervento duraturo: «La saldatura della plastica è un processo altamente innovativo che permette la “molecolarizzazione” delle parti da unire, garantendo una saldatura perfetta, resistente più del materiale stesso, durevole nel tempo e a qualsiasi sbalzo di temperatura». L’impatto ambientale della tecnologia è minimo: oltre a ridurre i rifiuti plastici e a consentire risparmi economici, infatti, «la procedura di saldatura produce scarti quasi inesistenti e i nostri macchinari consumano pochissimo, quanto un asciugacapelli».
Dall’inizio dell’attività, il Cmrp ha recuperato «oltre il 70% dei contenitori per l’agricoltura immessi al consumo nel territorio regionale, pari a più di 800 tonnellate di rifiuti plastici. In tal modo vengono evitati costi di smaltimento in discarica o costi di rigranulazione del materiale plastico per il riciclo, con il relativo risparmio di emissioni. E si evitano anche comportamenti scorretti nella fase di smaltimento degli imballaggi, a volte abbandonati nei campi o lungo le strade, interrati o bruciati abusivamente».
Le potenzialità di Eco-repair sono ampie: attualmente l’azienda si è concentrata su alcuni tipi di contenitori, ma presto sarà possibile anche riparare i paraurti delle auto, e tanti altri manufatti in plastica. «Studiamo continuamente anche altri materiali plastici, la nostra attività è in continua evoluzione». In cantiere c’è anche la creazione di un network di eco-centri su tutto il territorio nazionale e anche oltre: «Abbiamo in progetto l’apertura di altre 23 sedi nazionali e 110 a livello europeo. Poi, ne apriremo altre anche fuori dall’Europa». Se infatti per l’acquisto di contenitori saldati e recuperati la clientela viene a Pescara da tutta Italia, per le semplici riparazioni le richieste arrivano dal territorio circostante, nel raggio di massimo 150 chilometri.
Veronica Ulivieri
22 Novembre 2024