Un traguardo raggiunto e superato in scioltezza secondo le stime dell’European wind energy association (Ewea): nel Vecchio Continente 100GW di potenza elettrica installata deriva da impianti alimentati dal vento, che ogni anno fornisce a 57milioni di famiglie europee l’energia elettrica per le loro abitazioni.
Una produzione pari a 39 centrali nucleari, 52 a gas, ben 62 centrali a carbone con costi decisamente piu alti: è stato calcolato che per produrre questi 100GW senza tecnologia eolica occorrerebbero 72milioni di tonnellate di carbone (per la modica cifra di 4983milioni di euro) o 42milioni e mezzo di metri cubi di gas (7537milioni il costo), con la conseguente emissione di 97,8 Mt di Co2.
Un successo incredibile, quello dell’energia eolica, come spiegato dall’Ewea:
Ci sono voluti 20 anni perché il settore eolico europeo raggiungesse i suoi primi 10 GW connessi in rete, ma solo 13 in più per realizzare gli altri 90 GW: metà della produzione europea totale è stata infatti installata negli ultimi 6 anni.
Nelle ultime settimane, ha spiegato Christian Kjaer, AD di Ewea, la quota di 100GW è stata superata nonostante il settore eolico non benefici di alcun incentivo sui tassi d’interesse bancari, anche a causa dell’impossibilità di fare previsioni sul 2013 per colpa dell’”incertezza politica”.
Il settore eolico è di fronte ad una sfida importante dopo che le banche hanno accorciato le scadenze dei prestiti aumentandone inoltre i tassi d’interesse: la ricerca di investitori a lungo termine nel settore eolico rappresenta dunque l’unica possibilità di non finire “strozzati”, una ricerca che si concentra sopratutto sui fondi pensione e assicurativi.
Complice la crisi economica, le misure di austerità varate da molti governi europei hanno prodotto brusche frenate del settore, derivanti dalle modifiche nelle politiche dei governi proprio nel settore rinnovabili, nonostante i vantaggi economici derivanti dall’eolico siano piuttosto evidenti, come sostenuto da Kjaer:
Bisognerebbe bruciare 72 milioni di tonnellate di carbone ogni anno in centrali elettriche a carbone per arrivare alla produzione annuale di energia eolica dell’Europa. Il caricamento di quella quantità di carbone sui treni richiederebbe 750.000 vagoni, con una lunghezza complessiva di 11.500 chilometri: la distanza da Bruxelles a Buenos Aires, in Argentina. Nonostante stiamo utilizzando una piccola parte delle risorse interne di energia eolica dell’Europa, l’energia eolica sta avendo un notevole impatto sulla sicurezza energetica europea e l’ambiente e ne beneficiano enormemente la creazione di posti di lavoro verdi e le esportazioni di tecnologia.
L’energia prodotta dal vento è sopratutto su base off-shore nei mari del Nord e in Spagna, ma anche l’Italia si è lanciata nel mercato dell’energia eolica; un mercato che, è evidente, non può sostituire in toto l’approvvigionamento da altre fonti energetiche.
Se economicamente vantaggioso, i costi a lungo termine per il territorio possono essere altissimi, orograficamente, paesaggisticamente ed ecologicamente parlando: anche il caso della Regione Basilicata rende evidente che l’intenso sfruttamento eolico può essere dannoso sotto più aspetti, a dimostrazione che non esiste una verità assoluta.
Reuters
3 Dicembre 2024